La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni
7 minuti per la letturaIl voto è ormai alle porte e, al di là della legittima appartenenza politica di ciascun elettore, è un dato di fatto che per la prima volta nella storia del nostro Paese potrebbe diventare presidente del Consiglio una donna, la leader di Fratelli d’Italia e dei Conservatori europei, Giorgia Meloni.
Negare la portata storica dell’evento equivale a negare che ci possa essere finalmente anche in Italia la rottura di una sorta di tabù, lo sradicamento di una mentalità e di una consuetudine secondo la quale le figure femminili in ruoli di ‘potere’ possano essere cooptate solo per gentile concessione del capo (uomo) di turno. La frantumazione del cosiddetto ‘tetto di cristallo’, insomma. Metafora utilizzata dalla stessa Meloni, peraltro, benché quest’ultima non rientri certo nei canoni ideologi delle cosiddette paladine del femminismo.
Presidente Meloni, nel programma elettorale del suo partito ‘per risollevare l’Italia’ ampio spazio è dedicato alle tematiche relative proprio al mondo femminile, dal sostegno alla natalità al rinnovo di ‘Opzione donna’. Ce ne parla?
«Guardi, la ringrazio per questa domanda perché smentisce la narrazione della sinistra e di certe presunte femministe secondo la quale Fratelli d’Italia si disinteresserebbe delle donne e addirittura vorrebbe negare alcuni diritti. È l’esatto contrario: noi vogliamo liberare la grande forza autonoma delle donne dai mille impacci e ostacoli che la ingabbiano. Purtroppo, oggi la genitorialità è considerata spesso una penalità e si scontra con un modello di cittadinanza e con un’organizzazione dei tempi che non consentono di conciliare la vita con il lavoro. E questo inevitabilmente incide più sulle donne. Bisogna lavorare in questa direzione ed è per questo che nel nostro programma proponiamo, ad esempio, di premiare quelle imprese e aziende che assumono donne e neomamme e che favoriscono strumenti di conciliazione tra famiglia e lavoro. Così come ci impegniamo a sostenere i Comuni per avere asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici, aumentare i posti a tempo pieno nella scuola primaria e a promuovere l’apertura di nidi aziendali e condominiali. Sostenere l’occupazione femminile passa anche attraverso queste misure ma è prioritario anche lavorare sul superamento del gender pay gap, attraverso interventi per migliorare la trasparenza retributiva e l’istituzione di un’Autorità garante, figura necessaria ma che oggi non c’è. Ecco, io mi batto per avere un’Italia nella quale le donne siano davvero libere: di essere madri, se lo vogliono, senza rinunciare a nulla, ai propri talenti, alla carriera e alla politica. Io credo che i diritti delle donne si difendano così».
Al di là del sostegno a coloro che sono in oggettive difficoltà e impossibilitati a lavorare, il vero dramma del Sud è il fatto che i suoi giovani spesso siano costretti a lasciare il Mezzogiorno – se non l’Italia – per la mancanza di lavoro e prospettive. Quali sono le sue proposte affinché non si arrendano a vivere di aiuti?
«Il futuro del Sud non è nell’assistenzialismo di Stato. Io voglio un Sud libero e che non sia ricattabile. E questo è possibile farlo solo creando occupazione, sviluppando infrastrutture moderne, garantendo la sicurezza sociale e la qualità della vita. Penso ad esempio alla grande sfida che ci pone oggi l’emergenza energetica: è un’opportunità straordinaria da non perdere per rendere il Mezzogiorno protagonista della transizione energetica ed ecologica. Per le sue caratteristiche geografiche il Sud potrebbe diventare un hub energetico per convogliare le ingenti fonti di approvvigionamento primarie che vengono dal Nord Africa e dall’Est del Mediterraneo. Così come sulle rinnovabili le regioni del Sud possono fare la differenza, dal solare all’eolico. Altri asset strategici su cui puntare sono, inoltre, il turismo, l’agricoltura e la tutela di quelle produzioni d’eccellenza che il resto del mondo ci invidia. E poi bisogna fare ciò di cui si parla da anni, senza riuscirci: introdurre procedure semplificate e tassazione agevolata per le imprese che investono e operano nelle aree economicamente depresse. E attraverso una interlocuzione seria con la Commissione Ue vogliamo anche rendere strutturale “Decontribuzione Sud”, focalizzando la politica di coesione su vere opere e progetti strategici attraverso semplificazione, competenze e progettualità. Inoltre, sul fronte dei fondi Ue, vogliamo promuovere una due diligence su tutte le risorse nazionali e comunitarie destinate alla coesione territoriale per verificare il concreto stato di attuazione delle varie opere, anche al fine dell’utilizzo delle nuove risorse della programmazione 2021-2027. Altro tema cruciale per il sud è la sanità e noi intendiamo dare massima attenzione al diritto alla salute, all’efficienza degli ospedali, al contrasto all’emigrazione sanitaria e alla necessità di assicurare trasparenza e contrastare le infiltrazioni criminali».
La valorizzazione dei settori legati al turismo e alla promozione del Made in Italy sono sicuramente un volano importante per l’economia anche nel Mezzogiorno. Quali sono le vostre proposte?
«Crediamo fortemente nella promozione del marchio “Made in Italy”, uno dei più conosciuti e amati al mondo, e dell’eccellenza italiana in campo culturale, enogastronomico, del design, dell’architettura, del lusso e dell’imprenditoria. Contrasteremo il fenomeno dell’Italian sounding e ogni altra forma di falsificazione. Vogliamo creare una piattaforma online quale vetrina dei prodotti ‘Made in Italy’ certificati e promuovere il turismo commerciale di chi viene in Italia per acquistare direttamente i nostri prodotti. Potenzieremo l’Agenzia Ice per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, degli uffici commerciali delle ambasciate, del ruolo delle Camere di commercio e degli istituti culturali per aiutare le imprese italiane a trovare nuove opportunità a livello internazionale e affrontare le sfide del mercato globale. Supporteremo, inoltre, la riconversione di attività in difficoltà in settori che valorizzino il ‘Marchio Italia’, quale punto di forza della nostra economia».
Non si è parlato molto della vostra idea di istituire un Ministero del Mare. Ci spiega come vorrebbe articolarlo e quali funzioni dovrebbe svolgere?
«L’Italia vive in un grande paradosso: siamo circondati dal mare, siamo una piattaforma naturale nel Mediterraneo ma ci comportiamo come se fossimo la Svizzera. Per questo vogliamo puntare sull’economia blu, mettendo a sistema tutte le filiere economiche connesse al mare, dalle attività portuali alla logistica, dalle infrastrutture commerciali interne alla nautica, senza dimenticare ovviamente la pesca e il turismo balneare. È incredibile che le merci che arrivano da Est preferiscano circumnavigare l’Europa e arrivare ad Amsterdam e a Rotterdam piuttosto che fermarsi nei porti del Sud. Ad esempio, il porto di Gioia Tauro detiene il primato nazionale nel settore del trasbordo ed è l’unico in Italia capace di ospitare le navi più grandi al mondo. È uno scalo che può crescere ancora ma per farlo necessita di importanti investimenti, a partire dalla realizzazione del gateway ferroviario per sviluppare una maggiore competitività in termini di intermodalità. Investire nel Mezzogiorno su infrastrutture decisive come questa sarà una priorità della nostra azione di governo».
Un’ultima domanda. Lei è stata molto attenta, sin dall’inizio della campagna elettorale, a non fare promesse irrealizzabili, muovendosi sempre nel solco della responsabilità. Siamo veramente vicinissimi al momento in cui davvero potrebbe assumersi un onore ma anche un onere non indifferente, in un momento oggettivamente non facile. Come si sente?
«Nessuno che ami questa Nazione e sia consapevole di ciò che l’aspetta può affrontare questa sfida senza che gli tremino i polsi. La politica è dedizione e servizio. E sapere che le tue decisioni possono incidere sulla vita delle persone è un’enorme responsabilità, soprattutto in questo momento storico così complesso. Ed è soprattutto nei momenti più difficili che la politica deve dare il meglio di sé, parlare onestamente con i cittadini e portare avanti solo misure concrete e realizzabili. L’esatto contrario di quello che abbiamo visto in questi anni con i governi a trazione Pd, sostenuti da maggioranze disomogenee e non hanno portato avanti una visione coerente di sviluppo e crescita per l’Italia. E questo può essere garantito solo da Fratelli d’Italia e da una coalizione, quella di centrodestra, composta da partiti che stanno insieme per convinzione e perché hanno idee compatibili».
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