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Vincenzo Russolillo a Casa Sanremo

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Vincenzo Russolillo, un promoter con i fiocchi. Originario di Lagonegro, in Basilicata, una sede operativa a Salerno insieme a quella centrale di Roma.

Dal 2001 il suo Consorzio Gruppo Eventi gestisce celebri manifestazioni di spettacolo. Miss Italia, David di Donatello, concerti. Difficile tracciare una mappa completa di un imprenditore meridionale di successo. Il suo fiore all’occhiello è Casa Sanremo, il contenitore gemello del Teatro Ariston, che dal 2007 accompagna il Festival come campo base di addetti ai lavori e curiosi da Festival. 

Siamo riusciti ad intervistarlo nel giorno dell’inaugurazione.

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Vincenzo, spieghiamo ai non addetti ai lavori che non frequentano il festival cosa è Casa Sanremo, una idea geniale nata 15 anni fa..

“Casa Sanremo è un contenitore di eventi e ormai da 15 anni rappresenta l’area hospitality del Festival. All’interno della Casa, per tutta la settimana dedicata alla canzone italiana, avvengono incontri culturali, show case di artisti, conferenze stampa e programmi tv. Inoltre, dal 2020, si è andato consolidando un rapporto sinergico con Rai Pubblicità che ci ha portato, proprio in quell’anno, a produrre uno degli eventi più significativi degli ultimi decenni, ovvero “Tra palco e città”. Per la prima volta, infatti, il Festival, considerato universalmente “di tutti”, lo è diventato davvero, soprattutto di chi vive Sanremo in quei giorni. Un mega-palco nella piazza che idealmente lega il Teatro Ariston a Casa Sanremo, collegato da un lungo Red Carpet che gli artisti hanno attraversato per andare a esibirsi. È stata un’esperienza straordinaria, in tutte le accezioni del termine, che speriamo di poter riproporre di nuovo il prossimo anno”.

Vincenzo Russolillo e i Pooh

La pandemia crea grandi problemi organizzativi e logistici ad una manifestazione come la Tua? Come vi siete organizzati quest’anno per la seconda edizione con il virus?

“Be’ sì, come a tutti gli eventi. Più sono grandi e complessi, più aumentano le difficoltà legate alla pandemia. Io, con la mia squadra di lavoro, ho però inteso non fermarmi. Né lo scorso anno né questo. Certo, abbiamo dovuto rinunciare al grande numero di presenze al quale eravamo abituati, ma abbiamo cercato di trasformare in opportunità la situazione e abbiamo trasformato Casa Sanremo in un vero e proprio hub digitale, con studi televisivi che mandano in streaming contenuti diversi in tutti i momenti della giornata, attraverso Casa Sanremo TV”.

Ci sarà la possibilità di offrire musica live?

“In piccolissima parte e garantendo la sicurezza e il rispetto rigoroso delle norme anti-covid, sì. Sono previsti dei momenti live che man mano comunicheremo attraverso i nostri social e il sito”.

Rocco Hunt e Vincenzo Russolillo

Quanti collaboratori hai con la pandemia e quanti ne avevi nelle edizioni normali?

“Siamo passati da circa 1000 collaboratori pre pandemia a 150 post pandemia. Questo la dice lunga sul danno che, purtroppo, il Covid ha inflitto a questo settore. Quelle cifre non sono, appunto, solo numeri, ma persone, intere famiglie in difficoltà. La mia azienda è solo una delle tante che ha dovuto ridurre esponenzialmente i collaboratori negli eventi. È ancora un momento difficile e pagheremo uno scotto altissimo anche quando tutto questo sarà finito perché moltissimi professionisti bravi hanno dovuto reinventarsi per sopravvivere e non li ritroveremo più al ritorno della normalità. Avremo bisogno di un cambio generazionale che prenda in eredità quella professionalità persa e non sarà affatto semplice”.

Come hai avuto l’intuizione di “Casa Sanremo” nel 2009? Un meridionale che arriva in Liguria e riesce a creare un grande successo commerciale e mediatico.

“Frequentando Sanremo durante la settimana del Festival ho sempre notato la mancanza di un luogo che facesse da collettore per addetti ai lavori, artisti e per chi, a vario titolo, segue il Festival. Una sorta di racconto unico, diciamo così. Da questo nasce l’idea, prima condivisa con il grande amico Pepi Morgia che mi piace sempre ricordare perché, probabilmente, senza di lui non sarebbe nata Casa Sanremo e poi con Mauro Marino. Insomma, l’intuizione si è effettivamente rivelata giusta considerato che siamo ancora qua”.

Ho letto che quest’anno i tuoi molti amici in gara ti doneranno un loro capo di abbigliamento per un’asta benefica. A favore di chi?

“Sì, si chiama #unregaloperlamusica. L’idea è quella di chiedere agli artisti in gara un capo di abbigliamento o un accessorio, possibilmente indossato duramente l’esibizione all’Ariston, e donarlo per un’asta di beneficenza a favore di un’associazione o organizzazione che possa sostenere il mondo dei professionisti dello spettacolo, ovvero quelle persone che, dietro le quinte e senza mai apparire, fanno in modo che gli eventi si realizzino”.

Vincenzo Russolillo ed Enzo Avitabile

Tra le numerose iniziative quest’anno apri un concorso dedicato alle serie tv, con un presidente di giuria come lo scrittore Maurizio de Giovanni

“Sì, è un onore per me averlo “in squadra”. Gli avevamo proposto di diventare il Presidente di Giuria di Writers, il nostro consueto concorso letterario che permette a molti scrittori emergenti di avere una vetrina durante una delle settimane più attenzionate dell’anno dal punto di vista mediatico e da un colloquio con lui è venuta fuori l’idea di dedicare una sezione alla nuova scrittura creativa, legata proprio alla serialità e alla trasposizione delle opere letterarie in prodotti televisivi di grande successo. Proprio come è capitato con i suoi libri. Da Il Commissario Ricciardi a I Bastardi di Pizzofalcone, a Mina Settembre e, tra un po’, anche con la serie di Sara, un altro suo personaggio. Credo sia un record per uno scrittore di serie (gialle nel suo caso) avere tante trasposizioni televisive. Siamo molto felici di averlo a bordo”.

Il più bel ricordo di Casa Sanremo?

“È una domanda difficile alla quale rispondere. Farei torto a tanti, troppi ricordi che mi legano a doppia mandata a questo evento. È come chiedermi a quale dei miei due figli rivolgo più amore. L’amore è amore. Casa Sanremo è il mio amore professionale. Ricordo e ricorderò tutto con la stessa intensità. Gioie e dolore, indistintamente”.


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