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Roberta Metsola con Raffaele Fitto alla Basilica di Santa Croce di Lecce

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ROBERTA Metsola, presidente del Parlamento, ieri mattina ha fatto tappa a Lecce, accompagnata dal ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, nella seconda giornata del suo tour nel Sud che oggi la vedrà impegnata in Calabria, dove con il governatore Roberto Occhiuto e i ministri degli Esteri e dell’Interno, Antonio Tajani e Matteo Piantedosi, inaugurerà nella sede della Regione, a Catanzaro, la nuova Centrale operativa regionale del 112, il Numero di emergenza unico europeo (NUE).

«È il momento di invertire la rotta – ha detto Metsola – perché se il Sud Italia cresce, se le infrastrutture vengono potenziate, se iniziamo a guardare a questa regione come una porta verso le opportunità economiche, come punto di riferimento naturale per i Paesi del Mediterraneo, allora l’Italia prospererà e a sua volta anche tutta l’Europa».

Dalla Puglia – «terra troppo spesso sottovalutata, a cui intere generazioni hanno dovuto dire addio» – la presidente dell’Europarlamento ha sottolineato le potenzialità del Piano che rappresenta «il più grande pacchetto di aiuti stanziati dal piano Marshall». «Sono fiduciosa che gli italiani sappiano che l’Ue è dalla loro parte», ha affermato Metsola per la quale il viaggio nel Sud è anche l’occasione per lanciare l’appello alla partecipazione al voto per le elezioni europee di giugno, e le sue parole sul sostegno europeo ai Paesi partner all’indomani dell’attacco alla Ue sferrato dal leader della Lega, il vicepremier Matteo Salvini, che dal palco del raduno sovranista, a Firenze, ha rilanciato la sfida per un’Europa diversa», mettendo in imbarazzo gli altri soci della maggioranza di governo, in primis la premier Giorgia Meloni che domani riceverà la presidente del Parlamento Ue a Palazzo Chigi.

Il Recovery, ha sottolineato Metsola «offre l’occasione per generare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, migliorare la qualità della vita e incentivare i giovani talenti a lavorare nelle loro comunità. Questo importante contributo europeo servirà a migliorare l’efficienza energetica dell’Italia, sviluppare molti settori industriali che guardano al futuro e a migliorare la connettività attraverso i trasporti sostenibili. Questi piani di ripresa e resilienza – ha sostenuto – sono una rampa di lancio per il prossimo capitolo della prosperità dell’Europa. L’Italia – ha evidenziato ancora Metsola – è il maggior beneficiario del dispositivo per la ripresa e la resilienza, elencando in particolare alcuni degli investimenti nel Sud, tra cui la linea ferroviaria ad alta velocità che collegherà Taranto, Metaponto, Potenza e Battipaglia. L’Europa sta investendo nel futuro dell’Italia, che è al sicuro nelle mani dei talenti del Sud. Le risorse ci sono: mettiamole al servizio della nostra economia».

Sul Mezzogiorno il vecchio Pnrr investiva il 40% della sua dote, e il nuovo Piano, cui la Commissione europea ha dato nei giorni scorsi il via libera, si impegna a mantenere la Quota Sud. Intorno a questa, ha spiegato il ministro Fitto, il governo intende costruire «una strategia» fatta di interventi mirati e impiego di risorse ordinarie e altri fondi europei. «Il Piano ha un elemento del 40% di risorse al Mezzogiorno – ha ribadito durante un’intervista su Radio 1 – in secondo luogo, sul Sud c’è una strategia che il governo sta mettendo in campo», tra accordi di coesione e la restituzione della zona speciale unica. «Un lavoro molto complesso, concordato con la Commissione europea. Stiamo attrezzando anche altre risorse ordinarie affinché possano essere coordinate con quelle del Pnrr. Una visione strategica che eviti che la mano destra non sappia quello che fa la mano sinistra. In questo contesto il Sud è il principale beneficiario».

Il ministro ha nuovamente evidenziato che l’Italia è l’unico Paese Ue ad aver avuto l’ok di Bruxelles al pagamento della quarta rata delle risorse Pnrr, che vale 16,5 miliardi. Sul tavolo ora c’è la verifica degli obiettivi della quinta “ritoccata” dal processo di revisione del Pnrr che ne ha tagliato gli obiettivi da 69 a 52 – e di conseguenza anche la rata corrispondente, da 18 a 11 miliardi – in scadenza il 31 dicembre. «Mi sembra che ci siano tutte le condizioni per raggiungere i risultati calibrati anche su esigenze nuove non solo delle giovani generazioni» attese «anche del sistema imprenditoriale e istituzionale». Sulla possibilità che il Pnrr possa frenare il sistema ferroviario del Sud Italia, Fitto ha ribadito che «molti interventi potevano rischiare di trovare una loro incapacità di attuazione negli anni successivi. Oggi con questa revisione abbiamo evitato problemi per il futuro, quindi evitato di perdere soldi in corso d’opera ed avere problemi più avanti».

«E’ stata – ha concluso il ministro per gli Affari europei – una revisione molto accurata che ha creato le condizioni di guardare bene e meglio alle cose attualizzabili e realizzabili, sulle quali, però, c’è bisogno di verificare anche con le altre fonti di finanziamento la coerenza e la realizzabilità». Il riassetto del Piano messo in campo, ha sostenuto sostenuto Fitto, «ci consentirà di guidare questa fase perché è cambiato il contesto socioeconomico e, bisogna rendere più realizzabili, concreti e possibili gli obiettivi che inizialmente erano stati previsti». «È stato fatto un lavoro positivo, anche per il futuro. Il piano non può vivere delle tensioni che ci sono nel dibattito politico. Il Pnrr non è una questione di centometristi. Non si può ogni volta aprire un dibattito. È una maratona, e bisogna tenere il passo giusto per arrivare fino in fondo».


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