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Oltre Salerno, poco o nulla. In Calabria l’Alta velocità sul Tirreno è un miraggio tecnologico, mentre sullo Jonio si viaggia ancora con motrici diesel, in attesa che venga completata l’elettrificazione.

Su gomma le cose vanno male: una Salerno-Reggio Calabria completa, sì, ma anche “depotenziata” in tre settori fondamentali e pericolosi, alcuni viadotti che non stanno certamente in buona salute.

Dei tre aeroporti, uno è centralissimo ma senza una linea ferroviaria che lo colleghi al resto della regione, mentre gli altri due scali faticano a tenere il passo della modernità.

I PARADOSSI

I paradossi della Calabria sono tanti, sono pesi ingombranti, incancreniti, solidificati e ripetutamente utilizzati come leva dai governi centrali durante le stagioni elettorali. Quello delle infrastrutture, in una terra geograficamente aspra che potrebbe vivere di turismo tutto l’anno, ma che a stento può garantire la mobilità ai residenti, è tra i punti più dolorosi. E su questo il prossimo governatore dovrà dare risposte, in un 2020 che da queste parti non suona di certo come il “futuro”.

Una carenza che rimarca una distanza enorme, traducibile in cifre nel lento precipitare del numero degli investimenti al Sud. Una percentuale che ha raggiunto un drammatico 0,15% del Pil di sei anni fa. Questa “stagnazione” prossima allo zero assoluto si manifesta tremendamente in Calabria, dove negli anni sono stati invocati a più riprese “piani Marshall” e “interventi straordinari”.

L’ultima promessa in ordine di tempo è quella del viceministro alle Infrastrutture Giovanni Cancelleri, arrivato pochi giorni fa in Calabria. «Per marzo – ha detto – saranno avviati i lavori del terzo megalotto della Sibari-Roseto» sulla Statale 106, una strada che conta quasi più morti in incidenti stradali che chilometri totali.

TRENI

Il 24 settembre 2019 succede un mezzo miracolo: un treno Italo ad alta velocità si ferma a Reggio Calabria. E’ la prima volta nella storia della regione che un vettore privato tocca una zona così distante da Milano. Ma non c’è nulla da fare per l’alta velocità in Calabria, si tratta solo di prove per il rilascio di alcuni certificati destinati al personale Italo.

Ma è una prova che, seppur non a velocità estreme, un Tav può attraversare la linea tirrenica. Esiste un progetto di legge, da tre miliardi di euro, che dovrebbe portare l’alta capacità (non velocità) utilizzando la dorsale tirrenica.

Almeno stando agli annunci del ministro De Micheli, che ieri è stata in Calabria a supporto del candidato di centrosinistra, i prossimi anni saranno quelli della “svolta”. Una promessa di finanziamento che dovrebbe avvicinare Salerno a Reggio Calabria via treno.

Dall’altra parte della costa nell’ultimo anno è spuntato un treno Sibari-Bolzano, una sorta di banco di prova per Trenitalia costato 1,5 milioni di euro alla Regione per supportare il servizio. Oltre Sibari, però, la linea jonica è ancora non elettrificata in buona parte. Nel 2016 il Cipe stanziò 307 milioni, spesi per interventi a pioggia ma necessari: elettrificazione, messa in sicurezza di gallerie, taglio dei passaggi a livello. Ma la ferrovia è ancora a metà: i treni sono vecchi (Rfi ha annunciato la costruzione di 45 nuovi vettori ibridi proprio alla Hitachi di Reggio Calabria qualche settimana fa) mentre la tratta Catanzaro Lido- Melito è in attesa di finanziamento.

Questa politica di tagli per risparmiare sui servizi, allontanando l’utenza, ha prodotto i suoi effetti. Viaggiare in treno dalla Calabria non conviene: da Reggio Calabria a Roma il meno costoso è 83 euro. Si cammina prima su un regionale e poi, arrivati a Salerno, si va di alta velocità. Tempo del viaggio: cinque ore e mezza. Sette ore e ventisette minuti, invece con un Intercity a prezzo più basso. Per arrivare a Taranto sempre da Reggio Calabria la cifra più bassa è di 28 euro, ci sono però tre cambi da affrontare e sette ore e mezza di viaggio. La soluzione migliore resta l’autobus: cinque ore e quaranta minuti per 31 euro e mezzo.

AEROPORTI

E il turismo? S’arrangia. Almeno per ora non esiste una tratta ferroviaria che collega l’aeroporto di Lamezia, il più importante della Calabria, al resto del mondo. Lo scalo aeroportuale di Reggio Calabria invece è ancora in attesa di 25 milioni di euro per il suo ammodernamento, mentre a Crotone l’ultimo annuncio riguarda lo stanziamento di 9 milioni per il potenziamento delle tratte di volo.

STRADE

Nel 2015 la tragedia del viadotto Italia lungo l’autostrada A2 portò a galla di nuovo il tremendo isolamento delle aree interne calabresi. Con la riforma Delrio sulle Province le cose sono diventate ancora più tragiche. Strade dissestate e difficilmente gestibili senza fondi disponibili. Il crollo di quel ponte (e la tragica morte di un operaio) mostrarono all’Italia l’inesistenza di percorsi alternativi sicuri all’autostrada. Era tutto un budello di vie interne, curve troppo strette per mezzi pesanti, strade che si inerpicano e si annodano su se stesse.

Ci volle il 26 luglio 2016 per rivedere quell’importante collegamento alle porte Nord della Calabria in funzione ai massimi regimi. In quella occasione l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi annunciò la riapertura della faraonica autostrada del Mediterraneo, costata 8 miliardi.

Un miliardo in più, poi, sarebbe servito per quei tratti mai ricostruiti ma da mettere in sicurezza, vale a dire i 21 km traMorano Calabro e Firmo, i26 km tra Cosenza e Altilia e gli 11 tra Pizzo Calabro e Sant’Onofrio,ancora oggi tra i tratti più pericolosi e letali.

E poi c’è la statale 106 jonica, che vanta un record nerissimo: oltre 100 morti in 5 anni. Nonostante un generalizzato miglioramento “a singhiozzo” in diversi punti si viaggia spesso ancora su una carreggiata attraversando i centri urbani.

Poi c’è il terzo megalotto. Vale a dire la ricostruzione dell’intera sede stradale tra Sibari e Roseto Capo Spulico, al confine con la Basilicata. Trentotto chilometri per 1,33 miliardi. Il cantiere non è partito. L’ultima promessa su questa opera è arrivata dal viceministro ai Trasporti: pochi giorni fa, in piena campagna elettorale, ha strappato la possibilitàdi un avvio a marzo.

VIADOTTI

Tornando ai viadotti: sulla statale 107 Paola-Crotone c’è il famoso Cannavino. Un viadotto che presentava vistosi sprofondamenti della sede stradale. Anas è intervenuta, mitigando la situazione, ma i lavori non possono certamente dirsi terminati. Così vale anche per altri viadotti lungo la 107: Emoli 1 e 2 tra Rende e San Fili presentano gli stessi problemi, mentre a San Nicola Arcella, sul Tirreno lungo la statale 18 che collega le città della cosa Ovest calabrese, la situazione preoccupa: lo stato dei piloni non è ottimale anche se l’Anas, nonostante le segnalazioni, ha sempre rassicurato sulla tenuta del ponte.

IL GOVERNO

Paola De Micheli in questi ultimi giorni di campagna elettorale è tornata in Calabria per dire che cosa ha in mente il Governo sulle infrastrutture. In primis l’Alta capacità con una serie di investimenti. Tre miliardi di euro per la Reggio Calabria-Salerno (progetto nel 2020 e affidamento lavori nel 2021) e due nuovi treni Reggio Calabria- Roma e Reggio Calabria Venezia.

Nei piani ci sono 397 milioni per completare la linea Melito Sibari e 700 milioni per la tratta Catanzaro-Lamezia. C’è poi la Trasversale delle Serre che dovrebbe collegare Vibo Valentia con Soverato: due cantieri che apriranno nel 2020 per 28 milioni.

Per la statale 106 invece sono pronti all’appalto tre lotti nella zona di Catanzaro per 125 milioni più l’inizio a marzo dei lavori sul terzo megalotto. Per l’Autostrada invece si pensa al nuovo svincolo di Cosenza, il costo è di 625 milioni. Infine 42 milioni da destinare alle strade interne di competenza delle Province. Ultimo passaggio quello sugli aeroporti. Qui piani non ce ne sono, solo una negoziazione con l’Ue per garantire la continuità territoriale per Reggio e Crotone.


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