La Reggia di Caserta
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L’ultimo Consiglio dei ministri ha fissato un punto importante nella lotta per la protezione del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, mettendo all’ordine del giorno il tema dell’inasprimento delle sanzioni per chi deturpa, danneggia o rende inservibile un bene culturale del nostro Paese. Una mossa che consentirà (a compimento) non solo di essere dotati di normative specifiche, ma anche di mettere nero su bianco i limiti entro i quali è possibile fruire di ’arte e architettura del nostro Paese.
La nostra arte, del resto, continua a calamitare l’attenzione dei turisti da tutto il mondo, come confermato dagli importanti numeri registrati in termini di afflusso turistico in ingresso nel week-end di Pasqua. Sia per quel che riguarda il turismo interno che negli arrivi dall’estero.
L’ITALIA È TORNATA
L’Italia, nella seconda Pasqua priva di restrizioni vincolanti, è tornata a fare la voce grossa nel settore principe dell’economia nostrana, la cui limitazione, nel periodo peggiore della pandemia, non aveva mancato di produrre ripercussioni importanti sulla stabilità dell’indotto a esso correlato.
Un problema che, in attesa dell’esame estivo, non si è presentato per il fine settimana dedicato alle celebrazioni pasquali, che ha visto un nuovo boom di visitatori nelle nostre città d’arte.
A tirare le somme è il ministro dei Beni Culturali, Gennaro Sangiuliano, che indica luoghi e temi ricercati dai turisti in Italia, segnalando un successo, tra ingressi e indotto, che non si vedeva dal periodo pre-pandemico: «In questi due giorni – ha detto il ministro – ho personalmente parlato al telefono con molti direttori di musei e parchi archeologici: si confermano numeri notevoli che confortano il nostro lavoro.
Ho visitato il Parco archeologico di Ostia Antica, ricco di reperti, uno dei più vasti. Sono andato a ringraziare, come a Palazzo Barberini, gli addetti al sistema dei Beni culturali che, con il loro lavoro, rendono possibile questi successi di pubblico. Siamo impegnati a spendere rapidamente e bene le risorse del Pnrr e altri stanziamenti per guadagnare in efficienza e qualità dei servizi. I musei e i parchi archeologici sono la geografia della nazione, memoria storica del popolo italiano. Visitarli consente a ciascuno di noi di arricchirsi».
Chiaramente, il tempo piuttosto clemente (nonostante le temperature più simili a quelle invernali che al pieno della primavera) ha giocato a favore del turismo, in particolare delle visite nei siti archeologici all’aperto. Meglio ancora ha fatto la situazione attuale che, anche nel pieno delle ripercussioni legate alla crisi internazionale connessa all’emergenza geopolitica ed economica, beneficia di una libertà mancata negli ultimi due anni e mezzo.
LE CIFRE DEL BOOM
Il ministero della Cultura ha rilasciato i primi dati provvisori relativi alle visite nel nostro Paese, evidenziando la preferenza dei turisti per le città d’arte e, in particolare, per i siti archeologici delle maggiori città italiane. Ad esempio, nel week end pasquale il Colosseo ha accolto 27.647 visitatori, mentre l’area del Parco archeologico del Foro Romano e del Palatino ben 15.977. Altrettanto gettonata, più a sud, l’area archeologica di Pompei, che ha accolto 16.073 visitatori. Numeri importanti anche per un’altra importante area archeologica campana, visto che il Parco archeologico di Paestum e Velia, assieme al Museo e all’area archeologica dei templi, hanno registrato in tutto 1.727 visite.
Numeri confermati anche dalle associazioni di categoria, che inquadrano gli ingressi complessivi nel nostro Paese per i giorni di Pasqua e Pasquetta come un sold out pressoché totale delle strutture turistiche nelle città d’arte, registrando quasi due milioni di presenze. Significativo che la quasi totalità delle visite sia stata focalizzata sui principali luoghi culturali del nostro Paese. Segno evidente di come, al di là dei cambiamenti sociali, l’appetibilità dei siti storici italiani mantenga inalterato il suo fascino, a prescindere dall’età dei turisti.
Un contributo importante è arrivato dai musei. La Galleria degli Uffizi di Firenze ha superato abbondantemente quota 10 mila ingressi (11.287 per l’esattezza), mentre la Galleria dell’Accademia l’ha sfiorata (7.223). Contributo importante anche dal Museo nazionale di Castel Sant’Angelo e Passetto di Borgo, con 6.577 ticket staccati, e dal Museo archeologico nazionale di Napoli (3 mila).
Non è mancato un consistente flusso turistico anche nelle regioni del Nord, con il Palazzo Ducale di Mantova che registra 2.388 ingressi e le Gallerie dell’Accademia di Venezia 1.033.
VERSO UN’ESTATE DA “PIENONE”
Probabilmente, un minimo contributo dal periodo pandemico è arrivato. Chiaramente, nel modo di intendere il turismo. La riduzione della capacità di spostamento a causa delle restrizioni pandemiche aveva comportato un incremento del cosiddetto turismo delle aree interne, dal quale è giunto un contributo, seppur limitato rispetto ai numeri pre-Covid registrati nelle grandi città d’arte
Il grosso delle prenotazioni è giunto da turisti in arrivo dall’estero. Tuttavia, il turismo made in Italy è stato gettonato anche dai vacanzieri pasquali. Importante, come evidenziato dalle stime delle associazioni di settore, tra cui Confindustria Alberghi, la ripresa completa delle attività per quasi tutte le imprese impegnate nel settore della ristorazione, oltre che per 25mila agriturismi.
È chiaro che il vero e proprio test sarà quello della prossima estate. Ma l’esame di primavera è abbondantemente superato, perlomeno in termini di flussi turistici. La ripresa delle attività a pieno ritmo, infatti, coincide con il ripristino delle condizioni turistiche precedenti alla pandemia. È probabile, quindi, che l’estate 2023 costituisca il primo vero esame su quanto l’impatto della pandemia sia stato effettivamente assorbito. Per ora neanche le temperature ai minimi stagionali e l’aumento dei prezzi hanno frenato la voglia di vacanza. Più che probabile un trend estivo in linea con le aspettative, quando in gioco entreranno anche i siti balneari.
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