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Portare l’Internet veloce ad altri 7 milioni di numeri civici in tutta Italia, di cui oltre 4 milioni al Sud. E’ questo l’obiettivo del governo Draghi che, attraverso il primo dei bandi “Italia a 1Giga”, ha stanziato quasi 3,7 miliardi di euro del Pnrr. Il ministero dell’Innovazione tecnologica e transizione digitale ha fissato alle 13 del 16 marzo 2022 il termine per la presentazione delle offerte.
Il contributo pubblico coprirà fino al 70% delle spese sostenute, mentre una quota non inferiore al 30% rimarrà a carico del beneficiario. Il bando è uno degli interventi della strategia nazionale per la banda ultra larga che prevede anche piani per connettere le scuole e le strutture sanitarie e per promuovere lo sviluppo delle reti 5G, previsti in successione entro i prossimi tre mesi.
Dei 3,65 miliardi a disposizione, 2,1 sono destinati al Mezzogiorno per riuscire a connettere oltre quattro milioni di numeri civici, di cui quasi un milione in Calabria. Proprio la Calabria sarà la maggiore “beneficiaria”, seguono Sardegna dove l’obiettivo è quello di coprire 663mila civici e Puglia (altri 644mila civici che verranno raggiunti da una connessione veloce). Le prime tre regioni, quindi, sono del Sud. I civici coinvolti dalla misura sono suddivisi in 15 aree geografiche (lotti), che saranno oggetto di intervento da parte degli operatori vincitori dei finanziamenti. I lavori dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026.
Con questo Piano il governo intende “ricucire” il Paese e ridurre il gap anche con il resto dell’Europa: basti pensare, infatti, che l’Italia è il Sud dell’Europa e non solo geograficamente parlando, ma anche come capacità infrastrutturale e per diffusione delle “autostrade” digitali. Internet e la banda ultralarga in Italia sono ancora diffuse a macchia di leopardo, mentre in altri Stati si è già raggiunta una equa distribuzione.
È il quadro che emerge da uno studio della fondazione Openpolis, considerando la copertura di qualunque connessione di rete balza immediatamente all’occhio l’importante disparità tra il nord e il sud Europa. Infatti, da una parte ci sono Germania, Svezia e Paesi Bassi, Stati in cui le percentuali di famiglie raggiunte dalla rete internet sono tra le più alte, superando nella maggior parte dei casi il 95%.
Dall’altra parte ci sono i paesi dell’est e sud Europa, in particolare la Grecia, il Portogallo e il sud Italia in cui non viene raggiunto neanche l’80% della popolazione. Sono tre regioni della Bulgaria ad avere le percentuali più bassi, inferiori al 75%. Seguono la regione portoghese Alentejo (74%), la Calabria (77%), Centro in Portogallo (77%) e Yugozapaden in Bulgaria (77%). Anche la Sicilia e la Puglia sono tra le regioni europee che non raggiungono l’80%.
Tornando al bando del governo, il vincitore della gara dovrà garantire a tutti gli operatori di mercato l’accesso all’ingrosso – cosiddetto wholesale – alle infrastrutture finanziate, sulla base di quanto stabilito dalle linee guida dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) e dal bando di gara. Per garantire il rispetto degli obblighi del bando entro giugno 2026, sono stati individuati obiettivi semestrali di copertura e un sistema di penali in caso di mancata copertura dei civici e ritardo dei tempi di realizzazione dei lavori.
I criteri di assegnazione saranno uguali per tutti i lotti e comprenderanno l’offerta economica, le caratteristiche delle reti impiegate, tra cui l’architettura e il dimensionamento della rete, la qualità dei piani di assunzione e formazione del personale e di gestione del progetto, nonché impegni relativi a inclusione, diversità di genere, persone con disabilità e sostegno a categorie svantaggiate ed eventuali miglioramenti rispetto alle performance richieste e alle condizioni tecniche ed economiche regolatorie minime previste.
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