Il ministro per il Sud Mara Carfagna
3 minuti per la letturaUn Tecnopolo per lo sviluppo sostenibile che sia punto di riferimento per tutta l’area del Mediterraneo da realizzare a Taranto, la città pugliese deturpata e martoriata dalle emissioni ambientali.
La ministra per il Sud, Mara Carfagna, crede nel rilancio di quel pezzo d’Italia che rischia l’implosione, strangolata tra la necessità di tutelare due diritti costituzionali, quello al lavoro e quello alla salute.
«Dobbiamo investire in ricerca e innovazione tecnologica» e il «Tecnopolo del Mediterraneo può dare un grande contribuito». «L’idea che sta maturando è quello di rendere l’istituto attore fondamentale nello sviluppo di una economia del mare».
Sono state le parole pronunciate ieri dalla ministra Carfagna, intervenuta al webinar organizzato dal Cnel e dall’Associazione Italiana per lo Sviluppo dell’Economia Circolare fondata da Eleonora Rizzuto. Lo scorso aprile, è stato approvato lo statuto del Tecnopolo, un passaggio fondamentale perché ha permesso anche lo sblocco dei fondi, circa otto milioni in tutto.
L’obiettivo è quello di «dare vita ad un centro riconosciuto a livello internazionale per lo sviluppo della conoscenza e della ricerca, del progresso tecnico- scientifico, della valorizzazione delle innovazioni e dell’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, dell’economia circolare e di strumenti volti a promuovere la crescita sostenibile dell’intero Paese e il miglioramento della competitività del sistema produttivo nazionale», ha spiegato Rizzuto.
«L’approvazione dello statuto – ha proseguito la ministra – rende finalmente concreto il percorso che può trasformare questo progetto in realtà. Si tratta di una prospettiva molto importante per Taranto. Il porto di Taranto – ha aggiunto – è già al centro di diversi investimenti inseriti nel Pnrr. Le nuove linee ferroviarie veloci Taranto-Battipaglia e Napoli-Bari garantiranno poi collegamenti con i grandi corridoi europei. Il Tecnopolo dovrà essere un punto di riferimento scientifico e tecnologico per tutto il bacino del Mediterraneo e proietterà Taranto verso il mare».
Carfagna si è soffermata sulle ultime vicende legate all’ex Ilva, pur non entrando nel merito della sentenza di primo grado pronunciata la settimana scorsa: «Taranto – ha ammesso – ha bisogno e merita una rigenerazione che sia ambientale e industriale e che possa determinare un rilancio sociale ed economico per definire un nuovo ruolo nel Mezzogiorno e nel Mediterraneo. La città è per il governo Draghi e per quanto di mia competenza una priorità assoluta. La situazione è complessa e drammatica, occorre seguire quindi una strada ben precisa che è quella della concretezza e pragmaticità. Da una parte sappiamo che l’Italia non può privarsi della produzione dell’acciaio e Taranto non reggerebbe l’impatto dello tsunami occupazionale. Dall’altra parte non possiamo sacrificare sull’altare di questi interessi socio-economici la salute e la vita dei cittadini».
Carfagna ha anche annunciato l’impegno a convocare a stretto giro «il Tavolo per il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis)» che prevede «investimenti pubblici per Taranto del valore di 1,2 miliardi». Investimento che servirà al «rilancio economico e sociale della città».
«L’istruttoria – ha spiegato – è in corso, servono iniziative concrete e non possiamo perdere tempo. La sfida di Taranto non è la sfida di questo governo, non è la sfida del Sud, non è la sfida per un ministro singolo, è una sfida europea. Perché risanare l’ambiente e sviluppare una industria sostenibile è la strada che ha scelto l’Europa con gli investimenti del Next generation. Quindi, è nostro dovere percorrere quella strada senza mai mettere sul piatto della bilancia la rinuncia a migliaia di posti lavoro».
Anche il presidente del Cnel, Tiziano Treu, crede nel progetto Tecnopolo: «È stato fatto un passo avanti – ha detto ieri – ora bisogna mettere insieme le forze, le conoscenze per mobilitare i progetti di sviluppo nell’ottica della sostenibilità. L’iniziativa può decollare, anzi deve decollare. Credo molto in questo, anche perché ho visto altri esempi. Il Tecnopolo permetterà anche di valorizzare i rapporti con i Paesi dell’area nord mediterranea».
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