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Gradualità e prudenza. Sono queste le parole chiave della via tracciata dal governo italiano per il processo di ritorno alla normalità che si sta percorrendo – spesso a velocità più sostenuta che da noi – in tutta Europa. La prossima tappa di Palazzo Chigi per l’allentamento delle restrizioni è fissata a venerdì 11 febbraio, quando dovrebbe cadere l’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto.

Nella seconda metà del mese, invece, è prevista l’agognata riapertura delle discoteche, forse il settore più penalizzato dalle restrizioni negli ultimi due anni. Ma lo sguardo di politica ed esperti si proietta anche più in là nel tempo: da qualche giorno si è fatto intenso il dibattito sull’opportunità, tra la primavera e l’inizio dell’estate, di mantenere il Green pass, di rimodularlo o di eliminarlo.

VIA ALLE MASCHERINE L’11 FEBBRAIO

Ma andiamo in ordine cronologico. La fine imminente dell’obbligo delle mascherine all’aperto è stata preannunciata dai due sottosegretari alla Salute, Pierpaolo Sileri e Andrea Costa. Il primo, intervenuto a “Radio 24”, ha detto: «Siamo tutti stanchi della mascherina all’aperto, che toglieremo da metà febbraio». Per Sileri ci sarà un periodo di «transizione» in cui l’obbligo riguarderà solo i luoghi al chiuso, ma successivamente verrà abolita anche lì.

Il suo collega Costa a “Tagatà”, su “La7”, ha affermato che la discussione è in corso e che lui è «certo» che «dall’11 di febbraio cadrà l’obbligo di mascherina all’aperto non solo per le zone bianche, ma per l’intero Paese». Per il sottosegretario «questo potrà essere un primo segnale di ripartenza, fiducia e speranza».

RIMODULAZIONE DEL GREEN PASS

Ma un segnale di fiducia ben più robusto consisterebbe in una ridefinizione o persino nell’abolizione dello strumento del Green pass, oltre che nella prevedibile fine dello stato d’emergenza il 31 marzo. Costa si è pronunciato anche su questi due temi.

«Confido che ci siano le condizioni per non prorogarlo» ha detto a proposito dello stato d’emergenza. Quanto al Green pass, per il sottosegretario in questa fase è fondamentale somministrare le terze dosi e che la campagna in tal senso sta andando spedita anche grazie al sistema di rinnovo della certificazione verde. Quindi, ha aggiunto, «se procediamo con questo ritmo, è facile pensare che per metà marzo avremo completato la dose booster a 48 milioni di concittadini».

 A quel punto inizierà una nuova fase: «Così come abbiamo introdotto gradualmente le restrizioni, con la solita gradualità inizieremo un allentamento delle misure» ha promesso. Costa si riferisce verosimilmente a una riduzione delle attività in cui è obbligatorio il Green pass. Sulla questione Sileri ha aggiunto che il certificato verde «sarà rimodulato in parallelo con l’andamento dei dati sulla pandemia». Almeno per ora rimodulazione, non rimozione. Quest’ultima ipotesi, ha aggiunto Sileri, «sarà presa sempre in base alla circolazione del virus, ma non è imminente».

5STELLE CONTRO IL SUPER GREEN PASS

Primi segnali di dissenso nei confronti del Super Green pass giungono, intanto, anche dai colleghi di partito del sottosegretario Sileri. Quindici deputati del M5s hanno firmato una nota per denunciare che questo strumento «sta letteralmente affossando le attività commerciali, i settori alberghiero, turistico e della ristorazione» e che «cinema, teatri e musei sono in fortissima difficoltà, e le società sportive si dichiarano non più disponibili ad accettare restrizioni palesemente discriminatorie, peraltro per un ambito che genera salute e contribuisce a fare reale prevenzione». Per loro «ha poco senso imporre in maniera così pervasiva e impattante l’obbligo di Green pass rafforzato», di qui la presentazione di emendamenti al dl Green pass e la richiesta al governo di «retrocedere dalle sue posizioni più estreme e meno giustificate».

ESPERTI DIVISI

L’abolizione del Green pass è un tema che divide gli esperti. Per il consigliere scientifico del ministro della Salute, Walter Ricciardi, intervistato dall’Adnkronos, è «giustissimo» prorogarlo oltre l’estate in quanto la certificazione verde, insieme alle vaccinazioni, sarebbe artefice del miglioramento dei dati. Ma un altro camice bianco divenuto volto noto al grande pubblico, Matteo Bassetti, è di diverso avviso. «Se il Green pass è stato messo per far vaccinare la gente – ha detto all’Adnkronos – e io l’ho sempre sostenuto per questo, allora dovrebbe esaurire il suo compito, se invece il Green pass è stato messo per altro, allora devono spiegare ai cittadini la ragione per cui l’hanno messo».

 «Io da medico, oltre il 31 marzo non lo sostengo – ha aggiunto -. Quindi sarà una decisione politica, non sanitaria e dovranno spiegarlo agli italiani. Però a quel punto non ci sarà soltanto chi c’è stato fino a oggi in piazza, ma ci saranno tutti, perché non avranno più nessuno che li difenderà».


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