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Il boom dei tamponi eseguiti ogni giorno e il rischio, con l’avvento della contagiosissima Omicron, di una paralisi economica e sociale del Paese potrebbero accelerare l’iter verso la revisione della durata delle quarantene per i contatti di positivi. Come anticipato dal commissario Francesco Paolo Figliuolo, gli esperti sono al lavoro sul dossier: oggi si riunirà il Cts (Comitato tecnico scientifico), chiamato a rilasciare un parere in merito per orientare le scelte del governo.
LE POSSIBILI MODIFICHE
L’ipotesi che si sta facendo largo è quella di un mini-isolamento (3-5 giorni) per i vaccinati con tre dosi che abbiano avuto contatti considerati a rischio. Sul punto si registra il pressing delle Regioni, che oggi recapiteranno al Cts un documento per chiedere l’azzeramento dell’isolamento per le persone con copertura vaccinale (in particolare quelle trattate anche con i booster).
Le modifiche – hanno detto all’Ansa fonti qualificate – sarebbero necessarie alla luce di uno stravolgimento del sistema di contact tracing, saltato in diversi territori, che renderebbe urgente un superamento delle regole attuali. Le quali prevedono, in caso di contatto con un contagiato, un periodo di isolamento di sette giorni per i vaccinati (a prescindere dal numero di richiami) e di dieci per gli altri.
Oggetto di discussione, poi, potrebbe essere anche lo stesso concetto di “contatto stretto”, oggi previsto in un ventaglio piuttosto ampio di ipotesi (dalla stretta di mano alla permanenza nella stessa stanza per più di 15 minuti senza distanziamento e mascherina) fissate all’inizio della pandemia, in un momento storico in cui l’unica arma contro la diffusione del virus consisteva nelle mere misure restrittive e in quelle igienico sanitarie.
Ieri gli oltre 78mila casi registrati sono stati individuati grazie a un milione di tamponi: troppi per la tenuta del sistema. Ne ha scritto su Facebook l’infettivologo del San Martino di Genova, Matteo Bassetti. «I colleghi sudafricani, inglesi, americani, danesi, scozzesi che hanno visto da vicino Omicron, dicono che nei vaccinati è poco più di un raffreddore – sostiene Bassetti – E da noi? Continua la campagna di allarme e terrore e si mantengono le stesse regole con cui si combatteva il Covid nel 2020. Tra 5 giorni sarà il 2022».
Ormai, ha aggiunto, «siamo diventati il Paese dei tamponi o ancor meglio “tamponificio Italia”. I tamponi non vengono richiesti da un medico e quindi interpretati, ma sono diventati come le Zigulì o i preservativi».
I CRITERI DI RIDUZIONE
Attualmente le persone in quarantena sarebbero complessivamente 2,5 milioni, ma con la crescita esponenziale di Omicron, secondo le stime della Fondazione Gimbe, si potrebbe arrivare anche a 10 milioni.
Un crescente numero di studi, poi, attribuiscono al nuovo ceppo una minor gravità rispetto a quelli precedenti, fra cui Delta. Per Guido Rasi, ex direttore dell’Ema e oggi consulente di Figliuolo, sentito da Adnkronos Salute, se la variante dovesse diventare prevalente una riduzione della quarantena per i contatti di positivi sarebbe «corretta».
D’accordo anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. «Aspettiamo ovviamente il Cts perché ogni scelta deve avere una base scientifica e dati che mettano in sicurezza il Paese – ha detto – a Mattino 5 su Canale 5 – La variante Omicron è molto più rapida non solo come numero di contagi, ma anche nel suo ciclo all’interno dell’organismo, quindi è sensato ridurre la quarantena e l’isolamento. Oggi si fa molta confusione quando si dice “riduciamo”. Chi è positivo deve fare l’isolamento, poi si può essere asintomatici e sintomatici, invece un contatto stretto deve andare in quarantena. L’ideale, sulla base dell’evidenza scientifica, sarebbe ridurre entrambe, ma in maniera che possa essere sicuro per la popolazione».
Il Cts, fra l’altro, potrebbe esprimersi anche su eventuali deroghe o riduzioni dei giorni di isolamento per quegli operatori sanitari venuti a contatto con un positivo; provvedimento che punterebbe a evitare eventuali carenze di personale.
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Sempre oggi, ha anticipato il ministro Renato Brunetta, il Consiglio dei ministri perfezionerà ancora gli interventi contro il Covid. «Dobbiamo affinare i meccanismi di quarantena – ha detto Brunetta – Nessuno ha la soluzione in tasca, il Cts e i ministri guardano i dati e poi prendono le decisioni. Il modello Italia è un modello di successo». Anche grazie, ha sostenuto, all’applicazione del Super Green pass, la cui obbligatorietà – oggi limitata a specifici luoghi e attività – il titolare della Pa vorrebbe fosse estesa «a tutto il mondo del lavoro, pubblico privato e autonomo».
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