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È bastato, venerdì scorso, che qualche fonte autorevole agitasse lo spettro che la nuova variante Omicron potesse resistere ai vaccini per gettare il mondo nel panico: i collegamenti aerei con il Sudafrica sono stati bloccati in diversi Paesi, le Borse internazionali sono crollate, le autorità locali a diverse latitudini hanno preso misure precauzionali di contenimento, il mercato dei viaggi ha subito una grossa battuta d’arresto.

Eppure, più passano le ore dall’annuncio, più l’allarme sembra ridimensionarsi. La variante individuata la prima volta in Botswana e sequenziata in Sudafrica ha una caratteristica che la rende meritevole di attenzione: le 32 mutazioni della proteina spike (usatadal Coronavirus per agganciare le cellule umane ed entrare al loro interno). Ciò potrebbe dimostrare una particolare capacità di trasmissione. Ma non è affatto detto che la variante Omicron sia più aggressiva della Delta né che riesca a penetrare gli anticorpi dati dai vaccini o dalla guarigione.

ABBASSARE I TONI

La prima ad abbassare i toni è la presidente della Associazione dei medici del Sudafrica, Angelique Coetzee. Ripresa dalla stampa locale, ha dichiarato che la nuova variante «provoca una malattia leggera senza sintomi importanti». La dottoressa ha dichiarato che nella clinica di Pretoria dove lavora si sono presentate, la scorsa settimana, diverse persone che accusavano sintomi lievi. Secondo Coetzee, pertanto, la Omicron va temuta tanto quanto la Delta.

«Ciò di cui ci dobbiamo preoccupare è che le persone più anziane e senza vaccino si infettino con la nuova variante – ha detto – Se non sono vaccinate, vedremo molte persone con forme gravi della malattia».

E il problema, in Sudafrica, è che solo il 6% della popolazione sopra i 65 anni è vaccinato. Numeri che testimoniano plasticamente l’esigenza di un’equa distribuzione delle fiale, ma che sono notevolmente inferiori a quelli europei, e in particolare italiani, dove gli anziani che hanno concluso il ciclo vaccinale da almeno cinque mesi si stanno sottoponendo alle somministrazioni di richiamo. Matura allora la domanda se non sia stato fatto eccessivo e preventivo allarmismo.

Una riflessione in tal senso giunge da Agostino Miozzo, già coordinatore del Comitato tecnico-scientifico (Cts), che a “LaPresse” ha detto: «Sulla variante Omicron è stato fatto un terrorismo mediatico che venerdì ha fatto crollare le Borse di 4 punti». Una nota dell’Iss (Istituto superiore di sanità) diffusa ieri sera attesta che al momento mancano evidenze scientifiche che l’infezione con Omicron sia causa di malattia più grave rispetto alle altre varianti.

«I dati preliminari – si legge – suggeriscono che ci sia un tasso maggiore di ricoveri in Sudafrica, ma questo potrebbe essere dovuto all’aumento complessivo delle persone infette piuttosto che alla specifica infezione causata da Omicron».

IL PAZIENTE ZERO ITALIANO

Fa ben sperare il quadro clinico del paziente zero italiano dell’Omicron, un dirigente dell’Eni rientrato dal Mozambico e risultato positivo a un tampone effettuato a Milano. L’uomo ha contagiato la moglie e i due figli e tutti e quattro non presentano sintomi rilevanti, a conferma dell’azione prodotta dal vaccino che essi hanno ricevuto. Il sequenziamento è stato eseguito all’ospedale “Cotugno” di Napoli. Positive anche la madre e la suocera del dirigente Eni, i cui test non sono però stati sequenziati per via della bassa carica virale delle due donne, che non li rende sequenziabili. Madre e suocera, comunque, tutte e due vaccinate con doppia dose, non hanno condizioni di salute che destano preoccupazioni. Intervenuta a “Cusano Tv”, la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica dell’ospedale “Sacco” di Milano, Maria Rita Gismongo, profonde ottimismo: «Questi dati ci fanno ben sperare che i vaccini attuali possano non essere influenzati da questa variante».

EMA: «DATI SUL VACCINO ENTRO 2-3 SETTIMANE»

Un quadro compiuto sull’efficacia dei vaccini attualmente in uso si potrebbe avere entro 2 o 3 settimane. L’Ema ha spiegato che è in corso un lavoro di indagine insieme agli sviluppatori di vaccini e che i risultati si avranno in questo arco di tempo. «Da febbraio disponiamo di linee guida per adattarci rapidamente, qualora fosse necessario avviare attività volte all’aggiornamento dei vaccini» precisa a “LaPresse” l’Agenzia europea del farmaco. In ogni modo i vaccini approvati finora dalla Ue «offrono un buon livello di protezione contro il ricovero e la morte».

SIERO ITALIANO ANTI-OMICRON

Una novità potrebbe arrivare dall’Italia. L’azienda di Castel Romano Takis, in collaborazione con la Rottapham Biotech di Monza, ha progettato un vaccino specifico per contrastare la variante Omicron. In poche settimane potrebbe essere testato in modelli preclinici. Le aziende sottolineano però il nodo dei fondi pubblici, augurandosi che le risorse del Pnrr possano venire impiegate per investimenti nella ricerca nel mondo delle biotecnologie.


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