In fila per il vaccino
2 minuti per la lettura«L’Italia fa meglio», avevamo titolato una settimana fa parlando del contrasto al Covid. Adesso dobbiamo rivedere e correggere, con due qualificazioni: l’Italia fa peggio e l’Italia fa meglio. Ma il «fa meglio» è ben più importante del «fa peggio». Spieghiamo.
Dopo molte settimane di continui miglioramenti nei nuovi casi, gli ultimi tre giorni hanno visto (come si vede dal grafico) una leggera risalita dei contagi. Ma, come si è già detto in passato, i nuovi casi di Covid, in valore assoluto, non dicono molto.
Se si volesse azzerare la pandemia, il da farsi sarebbe estremamente semplice: basterebbe non fare più tamponi, e i casi andrebbero a zero. La conseguenza ovvia è che gli andamenti dei contagi devono essere messi in relazione agli andamenti dei test.
Quello a cui è necessario guardare è il tasso di positività, cioè (in percentuale) quanti sono i casi “svelati” dai tamponi. Quando il numero di test fatti non varia molto (nella media mobile di sette giorni), è legittimo guardare ai nuovi casi per valutare l’andamento della pandemia. Ma in quest’ultima settimana il numero di tamponi è variato molto, in relazione ai requisiti del Green pass per vaccinazioni e dintorni. Per esempio, il 15 ottobre si è toccato il record: oltre mezzo milione di tamponi in un giorno. È normale, quindi, che si siano scoperti più casi.
NOI E L’EUROPA
Ma siamo andati più in là, e qui sta la buona notizia di cui si diceva all’inizio. I nuovi contagi sono aumentati solo leggermente, mentre i nuovi testi sono aumentati molto: ergo, il famoso “tasso di positività” è sceso. Mentre da luglio a poco tempo fa andava compreso fra l’1 e il 3%, l’ultimo dato (sempre nella media mobile di 7 giorni) lo vede crollato a 0,7%. Insomma, il virus circola meno, malgrado il ritorno a scuola e gli altri allentamenti delle restrizioni.
Una settimana fa avevamo scritto che il «fa meglio» dell’Italia, per i nuovi casi, si sdoppiava in un “meglio” rispetto al passato e in un “meglio” rispetto al resto dell’Europa. Questo secondo “meglio” è confermato dai dati più recenti. I casi, come detto, sono in leggero aumento in Italia, ma aumentano di più nella media europea: a parte quello che abbiamo chiamato il “caso pietoso” del Regno Unito (che il 18 ottobre ha fatto registrare quasi 50mila nuovi contagi), i casi aumentano in Francia, in Germania, in Olanda, in Belgio…
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