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STUDENTI ed esentati dal vaccino a parte, d’ora in avanti tutti coloro che sono sprovvisti del Green Pass avranno precluso l’ingresso a scuola. Quello compiuto ieri in Consiglio dei Ministri è un primo passo verso l’estensione del “certificato verde” al più alto numero possibile di attività sociali. Dopo l’obbligo per ristoranti e bar al chiuso e per altri luoghi ludici e non il 6 agosto scorso, per i trasporti interregionali, per le università e per gli insegnanti il 1° settembre, sta per essere scritta una nuova tappa del protagonismo del Green Pass nella vita degli italiani.
La strada, del resto, è tracciata: agli atti del Cdm di ieri vi sono le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi secondo cui «ci sarà sicuramente un intervento più ampio». Un prossimo passaggio di questo intervento dovrebbe riguardare ogni luogo di lavoro dove assembramenti e contatti con il pubblico avvengono nella norma. La mente corre anzitutto ai supermercati, ma anche a bar e ristoranti, alle palestre, alle piscine, ai cinema, ai teatri e ai musei. Draghi ne parlerà a breve, con i partiti della maggioranza e con le parti sociali.
IL TESTO DEL CDM
Intanto, a pochi giorni dal suono della prima campanella nella gran parte delle scuole italiane, il dado è tratto, anzi il Qr code è acceso. «Fino al 31 dicembre 2021, cessazione dello stato di emergenza, al fine di tutelare la salute pubblica, chiunque accede a tutte le strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative», si legge nella bozza del testo licenziato ieri in Consiglio dei ministri, «deve possedere ed è tenuto ad esibire la certificazione verde Covid-19».
Coinvolti dall’obbligo anche lavoratori delle mense e delle imprese di pulizie. Non essendoci una specifica ad hoc, si suppone che siano obbligati ad esibire il Green Pass anche i genitori degli alunni. Ai dirigenti scolastici spetta il controllo e, nel caso di personale esterno alle scuole, anche ai rispettivi datori di lavoro. Il Cdm ha stabilito poi le sanzioni: chiunque verrà trovato a seguito di controlli senza il “certificato verde” sarà punito con una multa che va dai 400 ai mille euro.
La sanzione sarà applicata sia ai lavoratori che non avranno la certificazione, sia ai dirigenti e ai datori di lavoro ai quali sono demandati i controlli. L’obbligo è esteso anche nelle università (qui studenti compresi) e nelle Rsa.
SÌ AL DECRETO GREEN PASS
Ieri è arrivata pure l’approvazione dell’Aula della Camera al primo decreto Green Pass. Tiene la maggioranza di Governo, grazie al voto favorevole di una Lega a organico ridotto: su 132 deputati erano presenti solo in 45. Il testo è stato approvato con 259 sì, 34 no e due astensioni.
Fonti del Carroccio fanno sapere che il loro sì al decreto è giunto in cambio del parere favorevole dell’esecutivo a una serie di proposte: «Milioni di euro per tamponi a prezzo simbolico per i minorenni e le famiglie in difficoltà, estensione della validità a 72 ore del tampone molecolare, il riconoscimento del tampone salivare rapido, il risarcimento per eventuali danni da vaccino, l’esclusione di obblighi estesi e generalizzati, ad esempio per l’utilizzo dei mezzi pubblici».
Nulla da fare, invece, per quanto riguarda i tamponi gratuiti e la riapertura delle discoteche, altri due “cavalli di battaglia” leghisti. Tra i vari Ordini del giorno accolti ieri dall’esecutivo, anche uno sulla possibilità di rilasciare il Green Pass ai volontari del vaccino italiano Reithera, presentato dal M5s, e uno che estende la validità del certificato da nove a dodici mesi per i guariti dal Covid, presentato dal Pd. Le proposte passeranno ora al vaglio del Comitato tecnico-scientifico, che deciderà nei prossimi giorni.
CAMBI DI COLORE
Un vaticinio atteso oggi è quello sugli eventuali cambi di colore delle Regioni. Per ora la sola Sicilia è in giallo, a causa dell’alto tasso di occupazione di posti letto negli ospedali e l’alta incidenza del virus. Da lunedì prossimo corre qualche residuo rischio di aggregarsi a questa fascia di restrizioni la Calabria, dove nei reparti ordinari è stata già superata la soglia del 15% (sono occupati al 19%), mentre nelle terapie intensive ieri l’occupazione era di un punto percentuale sotto il livello d’allarme (9%).
Nessun rischio per la Sardegna, che ha il 22% di posti nelle aree mediche occupati ma il 14% nelle terapie intensive. È lo stesso assessore alla Sanità della Sardegna, Mario Nieddu, ad aver annunciato ieri che la Regione resterà in zona bianca.
Intanto per il terzo giorno di fila si registra una pur lieve discesa della curva epidemica: 5.923 tamponi positivi con una tendenza in discesa di oltre il 10% in una settimana. Tasso di positività all’1,9% (291.468 i tamponi eseguiti) e 59 decessi (mercoledì 69). Le terapie intensive sono 6 in meno (555 in tutto) e i reparti ordinari 5 in meno (4.205 in totale).
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