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Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese

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Clienti contro ristoratori troppo zelanti. Esercenti contro i controlli delle Forze dell’ordine. Presidi contro il ministro che vorrebbe coinvolgerli nei controlli. Prof contro presidi. Medici e infermieri no vax contro tutti.

Dipendenti, datori di lavoro e precari contro le ambiguità dei sindacati che non chiariscono da che parte stanno. E potremmo continuare così. Un mal di pancia generalizzato per il provvedimento che doveva far ripartire l’economia e contenere il contagio.

Si scrive Green pass ma si legge “green caos”, con i social scatenati nella pratica del sillogismo. Le norme che non aiutano, regioni e comuni che si tirano fuori. Perché se il titolare dell’esercizio commerciale può chiedervi il Green pass è altrettanto vero che non è autorizzato a farvi esibire un documento identificativo. E senza quel documento d’identità il vostro pass non certifica proprio un bel nulla. A quel punto potrebbero intervenire le Forze di polizia, le quali, però, se il cittadino è sprovvisto della patente anti-virus non può multare l’esercente poiché costui è dispensato dalla legge.

L’impressione insomma è che l’intervento della ministra dell’Interno Lamorgese anziché chiarire le idee e semplificare la vita a chi vorrebbe bersi un caffè o mangiare una pizza senza esporsi a rischi collaterali li abbia complicati. Un intrigo internazionale visto che anche la Francia di Macron, la prima a sdoganare il nulla osta vaccinale se la passa meglio di noi. Però il Green caos è un male necessario. Senza non si va da nessuna parte, specie ora che in alcune regioni si sta in equilibrio, sull’orlo della zona gialla.

NIENTE ALIBI LE REGIONI: ALLA SCUOLA 270 MILIONI PER AFFITTI ED EDILIZIA

Via gli alibi. I governatori delle regioni questa volta non potranno invocare la penuria delle risorse per giustificare il loro flop. Il ministero della Pubblica istruzione è al lavoro per dare il massimo supporto alle scuole nella gestione dei controlli del Green pass. Sul sito istituzionale verrà attivato un help desk dove trovare tutte le informazioni necessarie. Il presidente delle dell’associazione nazionale presidi Antonello Giannelli chiede di escludere a monte dal controllo i prof e i dipendenti che risultino già immunizzati. Ma questo potrà accadere solo se «il sistema sanitario comunicherà alle scuole le dovute informazioni.. I docenti vaccinati sono sempre gli stessi, circa l’85% – prosegue il presidente dei presidi – secondo me arriveremo al 95% dei vaccinati, bisogna concentrarci su quel 5% che non è vaccinato». La legge – ha ricordato ancora Giannelli – attribuisce al ministero la possibilità di intervenire attraverso una circolare interpretativa che consenta di non aggravare di inutili controlli le scuole e i tantissimi docenti che sono già in regola. Intervenire tempestivamente vuol dire coinvolgere da subito le autorità sanitarie. «Occorre del personale aggiuntivo per fare i controlli, abbiamo chiesto di poter assumere dipendenti nelle segreterie scolastiche».

Nel frattempo è arrivato il via libera ad un finanziamento di 270 milioni, di cui 200 destinati alla cosiddetta “edilizia leggera”, da utilizzare nelle classi e all’interno delle strutture scolastiche. Gli altri 70 serviranno per affittare locali e spazi qualora la curva epidemiologica del contagio dovesse impennarsi. I fondi arriveranno dal decreto sostegni bis. «Consentire agli studenti di rientrare a scuola in presenza e in sicurezza è un obiettivo prioritario del governo – va ripetendo fino alla noia il ministro Patrizio Bianchi – se guardiamo i numeri, da febbraio in pochi mesi abbiamo assegnato agli enti locali oltre 3,1 miliardi per l’edilizia scolastica e altri 2 miliardi per riprendere le lezioni in sicurezza». Il rettore di viale Trastevere mette le mani avanti, «stiamo dando un segnale concreto di attenzione ai territori, e risorse per l’edilizia e l’affitto verranno distribuite». Si terrà conto delle scuole dove si concentra un maggior numero di alunni. Un implicito riferimento alle “classi pollaio”. Esperienza da non ripetere. Il ministero ha messo a punto un piano specifico che risponda ai requisiti richiesti dal Pnnr.

GELMINI: A SCUOLA SOLO CON I GREEN PASS. L’EX MINISTRO FIORAMONTI: VACCINARE I RAGAZZI È SBAGLIATO E IPOCRITA

La ministra per gli Affari regionali e le autonomie non ha dubbi: «A scuola il personale scolastico entra con il Green pass, c’è una interlocuzione in corso tra le associazioni e dei presidi e i sindacati, se c’è qualcosa da migliorare o emendare si farà». Fermo restando che il decreto dovrà essere convertito in Parlamento. Dove le posizioni pro-vax non sono affatto scontate.

L’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti lo dice espressamente: «Vaccinare gli studenti con dati e incidenza che abbiamo in questo momento è sbagliato. Non si sottopone mai una persona ad un intervento farmacologico se i benefici non sono di gran lunga superiori, abbiamo moltissimi over 50, vaccinare i ragazzi per proteggere i nonni è immorale e ipocrita. L’ex ministro non teme di essere incoerente affermando però di essere a favore dell’obbligo vaccinale per gli insegnanti. “Parlo da vaccinato – dice – ben vengano i test rapidi, i salivari e i sublinguali agli studenti pagati dallo Stato e ben venga l’installazione dei sistemi per l’aria che costano 300 euro l’uno e ci torneranno utili quando il Covid sarà finito».

La ripartenza si avvicina. I valori regionali sono in crescita in 7 regioni rispetto alla precedente settimana, con Sardegna, Sicilia che rischiano di uscire dalla zona bianca dopo Ferragosto e la Toscana che si salverebbe ma solo grazie ai nuovi parametri che misura e l’incidenza dei casi di infezione sui reparti di terapia intensiva. Insomma il Covid c’è. Ma (per ora) non si vede.


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