Matteo Salvini
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Com’era nelle previsioni, con il bel tempo e con il mare calmo, dalla Libia e dalla Tunisia, il “commercio” di esseri umani gestiti dai trafficanti dei due Paesi, spesso in combutta con i militari che teoricamente dovrebbero bloccare partenze e salvare vite umane, è ripreso in maniera massiccia.
Sono oltre 1000 quelli fino ad ieri stipati nella fatiscente struttura di accoglienza dell’ isola che potrebbe ospitarne, teoricamente, soltanto 250, creando così un vero e proprio collasso della macchina dell’ accoglienza con le nostre forze dell’ ordine che a fatica riescono a controllare la situazione che stenta a cambiare in meglio, perché non si sa più dove e come collocare tutti questi migranti che arrivano con barchini e barconi sbarcando direttamente sull’ isola mentre tanti altri, vengono soccorsi dai mezzi navali di Guardia Costiera e Guardia di Finanza che anche ieri sono stati impegnati a rispondere a tutte quelle segnalazioni di soccorso che arrivano in continuazione.
STIPATI COME SARDINE
Mentre tanti altri migranti sono ancora a bordo delle navi delle Ong in attesa di sapere dove e quando sbarcarli. Ed in attesa che quasi 500 migranti vengano sbarcati a terra nell’ hot spot di Lampedusa sono presenti 1.135 migranti, stipati come sardine e spesso senza un tetto o una coperta. Per cercare di alleggerire il carico, le forze dell’ordine hanno imbarcato 97 migranti irregolari sulla nave quarantena Azzurra, che li trasferirà a Porto Empedocle, ed ulteriori 77 su una nave di linea, sempre con destinazione Porto Empedocle.
E questa situazione, che è un’emergenza continua, da lo spunto al leader della Lega, Matteo Salvini, la cui linea sul fronte immigrazione è ben nota. “Il tema immigrazione c’è nei numeri: nelle ultime ore, anzi fra il pomeriggio e la notte sono sbarcati più di 700 immigrati e altri 800 sono a bordo di due navi, una francese e una tedesca». Ha detto il leader della Lega, durante una visita al mercato di viale Papiniano a Milano dove è stato allestito un banchetto per la raccolta firme per il referendum della giustizia.
«Non penso che dopo il Covid ci si possa permettere 1.500 sbarchi al giorno anche perché ricordo che, mentre si chiede il green pass per andare in pizzeria, coloro che sbarcano arrivano da Paesi non vaccinati e spesso scappano dai centri e girano quindi è un problema anche sanitario oltre che economico, sociale e culturale», ha detto, aggiungendo che «se invece di 30 mila sbarchi fossimo alla quota dell’anno scorso, il problema non ci sarebbe».
GHETTI INAVVICINABILI
In tante periferie milanesi, ha concluso, è «pieno di immigrati regolari per bene e integrati, ma pensiamo a San Siro ci sono ghetti inavvicinabili anche per le forze dell’ordine». Diversa la posizione della Chiesa che per bocca dell’ arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, chiede all’ Italia ed agli altri paesi europei di salvare vite umane che sono in balia delle onde nel Mediterraneo.
«Le autorità italiane, le autorità maltesi, le autorità europee sono ancora in tempo. La nostra umanità è ancora in tempo. Il nostro compito come cristiani è ancora in tempo. Oltre 400 vite nel cuore del Mediterraneo aspettano la nostra decisione, aspettano di essere salvate».
MONSIGNOR LOREFICE
Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, lancia un appello alle istituzioni di tutta Europa, a cominciare dal governo italiano e dalla nostra Guardia costiera, affinché intervengano immediatamente nel salvataggio di cinque imbarcazioni, con oltre 450 migranti a bordo, per le quali il rischio di naufragio nella zona Sar di Malta è già stato lanciato molte ore fa e viene adesso ribadito con insistenza dalle ong che operano nel Mediterraneo senza raccogliere alcuna risposta.
«Quante volte in questi anni – ricorda monsignor Lorefice – abbiamo condiviso lo sgomento dell’impotenza, dato dallo sgomento dell’indifferenza dinanzi al destino disperato di centinaia, oramai migliaia di fratelli e sorelle che hanno perso la vita mentre tentavano di guadagnare niente di più che la loro stessa dignità, che il loro stesso diritto ad esistere! Oggi non è ancora troppo tardi! Faccio appello a tutti coloro che hanno il potere di assumere una decisione sul destino di queste 400 persone affinché lo facciano subito e non costringano l’Europa a piangerle tra poche ore come vittime di questa barbarie. Non decidere in questa direzione significa ammettere che l’omissione di soccorso fa parte a tutti gli effetti della strategia che i nostri Governi stanno adottando per gestire il tema delle migrazioni, continuando a rendere plausibile lo straziante genocidio a cui molti ancora si rifiutano di assistere, voltando lo sguardo dall’altra parte».
BASTA STARE ZITTI
L’arcivescovo conclude: «Da esseri umani prima ancora che da cristiani non possiamo non condividere l’impossibilità di tacere dinanzi al perpetuarsi di questo male, non possiamo non continuare a ricordare l’urgenza di agire contro tutto ciò che avviene attorno e nel cuore del Mediterraneo, in nome di diritti umani internazionali, della Costituzione italiana e del Vangelo».
E le previsioni per i prossimi giorni non sono per niente tranquillizzanti, nonostante i ripetuti viaggi del nostro ministero degli Esteri, Luigi Di Maio, in Libia e in Tunisia, i trafficanti di esseri umani continuano indisturbati a caricare barche e barconi di migliaia di persone, spesso con tanti bambini e tante donne, che vanno scaraventati in mare e che spesso finiscono in fondo al mare. Tutto ciò avviene mentre il nostro Governo continua a finanziare i libici con tanti soldi e motovedette che spesso sparano anche ai nostri pescatori.
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