Il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro Marta Cartabia in conferenza stampa
5 minuti per la letturaNUOVI provvedimenti per proteggere l’economia che cresce dalla «minacciosa» variante Delta e la richiesta al Consiglio dei ministri dell’autorizzazione a porre la fiducia in Parlamento sulla riforma della giustizia penale: il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha illustrato gli uni e le ragioni dell’altra nel corso della conferenza stampa al termine del Cdm che ha dato il via libera al varo del nuovo decreto Covid.
«L’economia italiana va bene, si sta riprendendo e cresce a un ritmo superiore rispetto agli altri Stati europei, ma la variante Delta è minacciosa, si espande rapidamente», ha affermato il presidente rimandando a quello che sta accadendo negli altri Paesi, dove i contagi sono più avanti, e che potrebbe presentarsi in Italia «in un intervallo ravvicinato».
Per far sì che il «momento favorevole» che l’Italia sta attraversando possa continuare e «proteggere la crescita» bisogna quindi agire presto: «introduciamo l’utilizzo del certificato verde su base estensiva».
Il premier ha dato conto dei risultati della campagna di vaccinazione che ha superato l’obiettivo di somministrare almeno 60 milioni di dosi entro il 20 luglio che si era posto il generale Figliolo: «Ad oggi abbiamo inoculato 105 dosi ogni 100 abitanti, come la Germania, più di Francia e Usa. Circa due terzi degli italiani con più di 12 anni ha ricevuto prima dose, oltre la metà ha completato il ciclo vaccinale», ha affermato ribadendo poi l’invito a vaccinarsi «subito». Anzi rispondendo poi a chi fra i giornalisti in gli ricordava le parole di Salvini sulla assenza di necessità di vaccini per gli under 40, il premier è stato netto: «Senza vaccinazione si deve chiudere tutto».
E poi ancora più tranchant: «Gli appelli a non vaccinarsi sono inviti a morire, oppure a far morire: non ti vaccini, contagi, muori, o fai contagiare e fai morire. Senza vaccinazione si deve chiudere tutto, di nuovo».
Quanto al green pass, ha spiegato, è la “garanzia” per «un’estate già serena e che vogliamo rimanga tale: non è un arbitrio ma la condizione per consentire alle attività economiche di rimanere aperte, divertirsi, andare a un ristorante o a uno spettacolo all’aperto o al chiuso con la garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose». Ha riconosciuto che è difficile da applicare, «ma dà serenità e non la toglie». Intanto per le attività che resteranno chiuse, come le discoteche, il governo ha prevede risarcimenti. Per le decisioni sui temi del lavoro, in particolare sulla proposta di Confindustria di un obbligo vaccinale per i lavoratori – «Ci stiamo pensando, è una questione complessa ed è una questione da discutere anche con i sindacati» – trasporti e scuola il premier ha rinviato a un secondo tempo: la settimana prossima, o l’altra ancora. Ma riguardo al ritorno a scuola a settembre è certo che «l’obiettivo è di avere tutti in presenza ad inizio della scuola. Tutto quello che è necessario fare per assicurare questo obiettivo verrà fatto ed è in parte fatto».
Nel frattempo bisogna «arrivare alla più alta percentuale possibile di vaccinati in ambito scolastico – ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza – Oggi il dato è già positivo, tra gli insegnanti siamo all’85% di vaccinati, che è un dato significativo e non vorrei che passasse il messaggio che tra gli insegnanti c’è sfiducia. C’è un 15% da recuperare e credo che dobbiamo valutare tutti gli strumenti potenziali per recuperare questo 15%».
Capitolo giustizia: Draghi ha sottolineato che «la richiesta di autorizzazione a chiedere la fiducia è per porre un punto fermo: si parte dal testo approvato dal Cdm». C’è però «tutta la volontà di accogliere emendamenti ma che siano tecnici e condivisi: c’è la massima volontà a sentire tutti» e si farà «di tutto perché il testo finale sia un testo condiviso». Quel che è certo è che «nessuno vuole soglie di impunità: processo rapido e tutti i colpevoli puniti. Nessuno è a favore dell’uso delle dilazioni».
«La fiducia – ha spiegato è un modo per misurare il grado di consenso che una riforma ha quando si ha la certezza che certe differenze sono incolmabili, non è una minaccia», ha risposto poi a chi evocava il semestre bianco. «Chiedere la fiducia può avere delle conseguenze diverse prima del semestre bianco, durante o dopo ma la diversità è molto sopravvalutata – ha argomentato Draghi – Chiederla cinque o sei giorni prima del semestre bianco è come chiederla durante, perché i tempi per organizzare una consultazione elettorale non ci sarebbero comunque. Una riforma come quella della giustizia deve essere condivisa ma non è giusto minacciare un evento, la consultazione elettorale, se non la si approva».
Per il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, la riforma che si intende mettere in campo è «un investimento grosso da parte dello Stato per evitare che le lungaggini producano le prescrizioni». Sull’intervento, ha affermato, si è da subito cercato «un punto di mediazione», è «un tema che sapevamo essere difficile, per la composizione di punti di vista molto diversi». Difficile, ma anche «ineludibile». «Il problema della durata dei processi è un problema grave in Italia – ha puntualizzato – e non solo perché nelle condizioni del Pnrr ci è stato chiesto di ridurre del 25% i processi penali, ma per ragioni legate ad esigenze dei cittadini». Non si tratta solo di una riforma della prescrizione, ha aggiunto, «ma di una riforma complessiva per abbreviare i processi ed evitare zone di impunità».
Intanto, ha assicurato, il governo accoglierà degli «accorgimenti tecnici» alla riforma del processo penale per evitare l’interruzione dei processi come paventata «da più voci». Estendere l’uso del green pass non è arbitrio ma condizione per riaprire. Vogliamo che l’estate resti serena. Il certificato verde è uno strumento per consentire agli italiani di continuare le proprie attività con la garanzia di non trovarsi fra persone contagiose. È una misura che dà serenità, non che la toglie
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