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Torna a gonfiarsi la curva dei contagi, ma non fa paura. Il report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità (Iss) attesta che in questa fase la positività al Covid si riscontra soprattutto tra i giovani, spesso asintomatici, ragione per cui l’impatto sugli ospedali è minimo.
I tassi di occupazione sia in terapia intensiva sia nei reparti ordinari è «in lieve diminuzione», si legge.
«Nell’ultima settima la maggioranza delle Regioni ha una ricrescita dei casi e che riguarda le fasce di età 10-19 e 20-29», ha spiegato in conferenza stampa Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss.
«L’età mediana dei contagiati», ha aggiunto, «è di 28 anni e stiamo toccando un picco più basso anche rispetto alla scorsa estate».
NESSUN ALLARME NEMMENO AD AGOSTO
La progressiva diffusione dei contagi non sembra preoccupare nemmeno nel breve-medio termine.
Brusaferro ha citato uno studio sull’impatto della variante Delta sulle occupazioni dei posti letto in area medica e terapie intensive al 31 agosto: «Con una ipotesi dell’Rt a 1,3» lo studio in questione «prevede uno scenario che resta inferiore alle soglie critiche con la possibilità di superare del 5-10% le occupazioni».
Cifre piuttosto lontane dai livelli d’allarme, che si attestano al 30% per le terapie intensive e al 40% per i reparti ordinari.
REGIONI PER IL CAMBIO DEI PARAMETRI
Lo scenario epidemiologico che va delineandosi, con una diffusione in crescita e una pressione sugli ospedali che si mantiene bassa, sospinge le Regioni a chiedere a gran voce un cambio dei criteri utilizzati finora per decidere i colori.
L’idea è che sia opportuno iniziare a distinguere il contagiato dal malato, dando così più peso alle ospedalizzazioni ed eliminando l’incidenza dei casi dai parametri che determinano fasce e colori. Mercoledì prossimo le istanze regionali giungeranno al governo e l’impressione è che verranno recepite.
Il ministro della Salute Speranza, d’altronde, è stato esplicito: «In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione è ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori».
La questione interessa in particolar modo quelle Regioni che rischiano un passaggio in zona gialla, come la Sardegna. L’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica (Altems) nel suo studio settimanale comunica che l’isola ha il 72% di possibilità di finire in zona gialla tra una settimana e praticamente la certezza tra due settimane se non cambiano i parametri.
Di qui la richiesta della Sardegna, come annunciato dal suo assessore alla Sanità Nieddu all’Agi, di abolire il parametro dei 50 casi di Covid ogni 100 mila abitanti: «Dovrebbero essere almeno il doppio se si considera la sola presenza dei turisti».
GREEN PASS E SCUOLE
L’assessore Nieddu nei giorni scorsi si è detto però favorevole a un uso allargato del Green Pass sul modello francese.
La questione continua ad essere motivo di dibattito nella società civile e nella maggioranza di governo. Intervenuto a “Radio 24”, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha confermato quella che sembra essere la linea prevalente in vista della cabina di regia di martedì o mercoledì prossimi: sì all’obbligo di esibire la certificazione verde per entrare in cinema e teatri e salire su mezzi di trasporto a lunga percorrenza così da consentire di aumentarne le capienze, ma – ha proseguito – «da qui ad arrivare a dire che per prendere un caffè occorre il Green Pass, questo mi pare eccessivo».
E, ha aggiunto, «anche per i ristoranti il quadro che abbiamo di fronte non ci induce a fare questa riflessione».
Altro tema caldo è la riapertura delle scuole a settembre. Ieri Brusaferro ha spiegato che nelle aule «il distanziamento è una delle misure prioritarie» e che laddove questa misura non sia possibile mantenerla, «si può adottare almeno la mascherina chirurgica». Le parole del presidente dell’Iss sembrano indicare una linea diversa rispetto a quella tracciata dalle attuali misure in vigore nelle scuole, dove l’uso della mascherina è previsto in ogni circostanza, anche nei momenti in cui gli alunni sono distanziati.
«Serve equilibrio generale per la didattica in presenza che è estremamente importante», ha concluso Brusaferro. In attesa di conoscere indicazioni più chiare sulla riapertura delle scuole, il tasso di positività in Italia si mantiene pressoché stabile all’1,4%: 2.898 i tamponi positivi su 205.602 effettuati.
Stabile anche il numero delle vittime: 11, mentre giovedì erano state 9. Lieve aumento dei posti letto occupati in terapia intensiva: 161 (l’altro ieri 153), con 13 nuovi ingressi; in calo invece di una unità i ricoverati nei reparti ordinari, sono in tutto 1.088.
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