I governatori Luca Zaia (Veneto) e Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia)
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Aprire subito, aprire tutto. Le palestre in zona gialla, arancione o rossa non si farà distinzione. Piscine, ristoranti, bar, terme, cinema, teatri spettacoli dal vivo, ristoranti; non importa il colore e la diffusione del virus, il numero dei letti di terapia intensiva occupati. Tutto questo ormai è acqua passata, ci fa un baffo. Il partito dei governatori ha fretta, detta le regole perché il governo si sbrighi e dia il via libera alla ripartenza. Regole all’apparenza restrittive, nella realtà di difficile attuazione.
Regole che, superata la fase iniziale, resteranno in gran parte inapplicate, come accadde l’estate scorsa che diede il via alla seconda ondata. Regole che, secondo il comune buon senso, avrebbero dovuto essere di stretta competenza del Comitato tecnico scientifico (Cts) e del ministero della Salute e che invece percorreranno la strada inversa. Dalle regioni al governo, in modo che, in caso di bocciatura, i governatori si salveranno la coscienza e qualsiasi cosa accadrà potranno prendersela con il governo.
VIETATI GLI ASSEMBRAMENTI SOTTO LA DOCCIA
Si potrà nuotare stile libero, farfalla, dorso e delfino salvo prenotazione e con almeno 7 mq d’acqua a disposizione per ogni nuotatore; armadietti strettamente individuali, indumenti e oggetti disposti ordinatamente in borsa, sacchetti per riporre gli effetti personali. Andranno organizzati gli spazi negli spogliatoi in modo da assicurare – anche sotto la doccia – la distanza di sicurezza evitando assembramenti nelle toilette.
Alcune disposizioni contenute nelle linee guida apparirebbero persino comiche se non fosse che non c’è niente – ma proprio niente da ridere. I centri sportivi dovranno presentare un programma delle attività il più possibile pianificato. Si dovrà misurare la temperatura corporea degli iscritti e accertarsi che non sia superiore a 37,5 C; effettuare screening periodici al personale non vaccinato; separare gli accessi e le attese, posizionare le macchine e gli attrezzi per gli esercizi in modo da garantire un metro di distanza tra le persone che svolgono attività fisica che diventano 2 metri in caso si attività fisica molto intensa.
LA POSTILLA
La postilla più importante è però quella in cui si dice che “le palestre potranno restare aperte anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio”. Cioè: tana libera tutti. Covid o non Covid si riparte e dio vede e provvede.
E il lockdown prolungato? E tutti i sacrifici fatti finora per abbassare l’Rt? E l’esempio inglese, quelle considerazioni addirittura sagge del capelluto premier Boris Johnson per il quale effetti balsamici su contagi e caduta della mortalità sono stati determinati nel Regno Unito più dalle chiusure che dai vaccini? Nisba. Il piano partorito dagli enti locali è poco meno di uno “sciogliete le righe”.
Per di più complesso, difficile e costoso da mettere in pratica. Sono proposte elaborate dai Dipartimenti di prevenzione delle regioni per permettere «in modo progressivo e fermo restando l’applicazione del principio di massima cautela» le riaperture. Ristoranti, bistrot, trattorie, osterie potranno restare aperti anche la sera. I tavoli dovranno essere disposti a distanza di 2 metri uno dall’altro negli ambienti al chiuso e di un metro negli ambienti all’aperto, che vuol dire terrazze, giardini, dehors, plateatici etc, etc.
Disposizioni anche per le spiagge, pur sapendo anticipatamente e con assoluta certezza, che assisteremo di nuovo alle scene dello scorso anno. Per le aree solarium e verde un distanziamento in grado di garantire una superficie di almeno 10 mq per ogni ombrellone, tra lettini e sedie non meno di un metro e mezzo. Sole per tutti ma tutti a debita distanza.
«Abbiamo chiesto il parere del Comitato tecnico scientifico e ci auguriamo che arrivi presto per permettere al Paese di imboccare la strada del ritorno alla normalità», ha spiegato il presidente della Conferenza Stato-Regioni Massimiliano Fedriga. «Il governo – ha continuato il presidente del Fvg – può contare sulla massima collaborazione da parte delle Regioni, riteniamo fondamentale che le istituzioni si muovono di pari passo con i cittadini superando gradualmente la strada dei divieti e introducendo una nuova stagione di riaperture accompagnate da regole per evitare nuove impennate nella curva dei contagi». Si stanno valutando anche nuove linee guide per altre attività produttive in relazione ad altri scenari di rischio. Tra queste anche le attività di servizio alla persona, parrucchieri ed estetisti attualmente chiusi. Si pensa a protocolli rigidi per riprendere il lavoro con sicurezza.
PRIMA I VIRTUOSI
Va da sé che anche la percezione della sicurezza potrebbe variare da regione a regione. Ad esempio, le Province autonome di Bolzano e Trento in virtù del loro statuto speciale chiedono riaperture tempestive per chi è virtuoso. Che poi ovviamente sarebbero loro. Arno Kompatsher, leader altoatesino vorrebbe semplificare le regole con l’utilizzo dei green pass, i test fai-da-te, come già avviene in altre regioni europee. Già. A che serve essere “speciali” se di speciale non si ha nulla?
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