Il ministro della Salute Roberto Speranza
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Arginare lo scetticismo sui vaccini e garantire la presenza delle dosi necessarie per completare la campagna. Questo il duplice obiettivo dell’informativa alla Camera del ministro della Salute, Roberto Speranza.
EUROPA UNITA, ANCHE SUI VACCINI
Punto essenziale sono dunque la tempestività delle forniture e il rispetto degli accordi da parte delle case farmaceutiche. A tal proposito il ministro ha ammesso che ci sono stati «ritardi e alcuni errori nella negoziazione» da parte delle istituzioni europee, che Speranza ritiene debbano essere più «veloci e autorevoli». Ma al contempo ha difeso «la decisione di comprare insieme i vaccini».
Si tratta dell’unico modo – ha spiegato – «per equilibrare la forza delle multinazionali farmaceutiche su beni pubblici fondamentali come i vaccini». Speranza è dell’avviso che «una competizione a tutto campo, una guerra di tutti contro tutti, avrebbe prodotto uno scenario disastroso». Nel giorno in cui la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Layen, si è vaccinata con Pfizer, Speranza ha dunque rivendicato l’unità europea sul fronte dell’acquisto, della gestione e della farmacovigilanza dei vaccini.
Sull’approvvigionamento delle fiale ha ricordato che «tra dicembre e marzo abbiamo ricevuto oltre 14milioni di dosi di vaccini». Tra aprile e giugno, ha continuato, «ne riceveremo oltre il triplo». Per Speranza siamo all’inizio «di una fase differente» che dovrebbe rendere sempre più vicino l’obiettivo del commissario per l’emergenza Figliuolo di 45milioni di dosi entro giugno. Questa fornitura servirà a «completare la vaccinazione nelle fasce più a rischio», principio a cui devono attenersi – ha ribadito Speranza – tutte le Regioni.
A contribuire alla campagna vaccinale dovrebbe essere presto anche il vaccino prodotto in Italia Reithera, che potrebbe non essere l’unico in futuro, dal momento che il ministro ha assicurato che «stiamo rafforzando la capacità italiana di produrre vaccini».
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
Produrre, ma anche vigilare e agire con cautela. In questo senso Speranza ha sottolineato il concetto del principio di precauzione. «È un tratto distintivo della nostra cultura scientifica e delle buone pratiche della sanità pubblica italiana – ha proseguito – da questo orientamento di fondo non ci siamo mai spostati nemmeno di un millimetro».
Il ministro ha aggiunto che «è fisiologico» che «dopo milioni di inoculazioni un vaccino possa essere rimodulato», ma ciò non deve creare psicosi. AstraZeneca, ha proseguito, è «sicuro, efficace» e «salva la vita delle persone». Il capo del dicastero si è servito dei numeri per tentare di tranquillizzare la popolazione: «Su 32milioni di vaccinazioni parliamo di 82 eventi avversi e di 18 fatali: è evidente che dobbiamo mantenere alta la vigilanza e l’attenzione ma le reazioni avverse sono pochissime e concentrate per il 90% dei casi al di sotto dei 60 anni».
Mentre su Johnson & Johnson ha aggiunto: «Il nostro auspicio è che presto possano esserci elementi di chiarezza che ci consentano di iniziare ad utilizzare un vaccino che riteniamo importante per la nostra campagna».
EVENTI AVVERSI: RAPPORTO AIFA
A proposito di eventi avversi, è uscito ieri il terzo rapporto Aifa sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19. Nel periodo tra il 27 dicembre 2020 e il 26 marzo 2021, le segnalazioni di possibili reazioni avverse sono state 46.237 su un totale di oltre 9milioni di somministrazioni. Nel 92,7% dei casi si è trattato di eventi non gravi, che si risolvono completamente, come dolore in sede di iniezione, febbre e stanchezza. Sono state 100 le segnalazioni di decessi, ma il nesso di causalità con il vaccino è stato dimostrato finora per un solo caso. Le morti segnalate, si evidenzia nel rapporto, sono 76 per il vaccino Pfizer (tasso su 100mila dosi 1,1), 12 per il vaccino Moderna (tasso 2,8), 12 per il vaccino AstraZeneca (tasso 0,7).
MENO RICOVERI
L’informativa alla Camera non placa le polemiche. La presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha annunciato che presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Salute per la sua «incompetenza e inadeguatezza». La Meloni ha quindi aggiunto: «Vediamo chi si assumerà la responsabilità di tenerlo ancora al suo posto. Non è più tempo di Speranza, ma di coraggio». Intanto scendono i decessi (ieri 380, mercoledì 469) ma tornano a salire i tamponi positivi (16.974 contro 16.168) su 319.633 test effettuati (l’altro ieri 334.766). Il tasso di positività passa dal 4,8 al 5,3%. Prosegue il calo dei ricoveri: -73 le terapie intensive (totale 3.417) e -782 i reparti ordinari (totale 25.587).
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