Un Hub vaccinale
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«Se nelle prossime 24 ore non arrivano i 122mila vaccini di AstraZeneca previsti siamo costretti nostro malgrado a sospendere le vaccinazioni». Fa rumore per almeno due motivi l’appello lanciato ieri dalla Regione Lazio per bocca dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. In primo luogo, perché arriva in concomitanza con la strigliata dell’Oms all’Europa sulla «inaccettabile» lentezza del piano vaccinale che, afferma il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge, «prolunga la pandemia». E poi perché un simile intralcio, in una Regione tra le più solerti nelle somministrazioni, rischia di vanificare i progressi della campagna vaccinale italiana che hanno iniziato a far registrare una certa continuità.
DIFFERENZE REGIONALI
A rilevare la tendenza positiva è l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) nel suo 46esimo rapporto sul Covid: quotidianamente si arriva a somministrare quasi la metà (45%) delle 500mila vaccinazioni giornaliere indicate come obiettivo del piano vaccinale anti-Covid. Nel corso dell’ultima settimana la differenza è stata del 55% (277.172 somministrazioni), in quanto la capacità media settimanale è stata pari a 222.828 somministrazioni, di cui 154.465 prima dose e 68.363 seconda. Il 31 marzo il record di vaccini in un giorno: 282.158 dosi. Dallo studio emergono però differenze regionali: negli ultimi sette giorni solo nove Regioni sono state al di sopra del gap giornaliero della media nazionale: Abruzzo (54%), Emilia-Romagna (51%), Lazio (50%), Liguria (47%), Marche (52%), Molise (29%), Provincia autonoma di Trento (53%), Umbria (51%), Veneto (38%). Regioni in ordine sparso anche per quanto concerne il vaccino agli anziani: le Province autonome di Bolzano e Trento insieme al Molise hanno vaccinato la quota più alta di ultraottantenni in rapporto alla popolazione, mentre la Toscana resta la Regione con la percentuale minore (37,35%).
NUOVO FIATO ALLE TROMBE
Le 122mila dosi di AstraZeneca destinate al Lazio sono parte di una più robusta fornitura di 1milione e 300mila vaccini dell’azienda anglo-svedese che il commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, ha detto essere in procinto di arrivare in Italia. Dosi che si sommano alle 500mila di Moderna e al milione di Pfizer. Si tratta, ha detto il commissario, di «fiato alle trombe per poter fare il piano in maniera coerente». Piano che resta «la via maestra» per sconfiggere il Covid. Lo ha ribadito il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al Summit di Coldiretti e Filiera Italia. «La campagna di vaccinazione sta correndo, e dovunque riusciamo a vaccinare vediamo che c’è un crollo del tasso di contagi», ha spiegato. «Penso al mondo del personale sanitario ma anche nelle Rsa, luoghi in cui in tanti hanno perso la vita». L’Istituto superiore di sanità (Iss), in effetti, evidenzia dall’inizio di gennaio, in corrispondenza con l’inizio della campagna vaccinale, un calo dei contagi tra gli operatori sanitari. Sempre un rapporto dell’Iss pubblicato ieri e aggiornato al 30 marzo rivela che l’età media dei pazienti morti per Covid è di 81 anni. Sono invece 1.188, dei 106.789 (1,1%), i pazienti deceduti per Covid-19 di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 282 di questi avevano meno di 40 anni.
CAMPANIA VERSO L’ARANCIONE
Al netto dei progressi evidenziati da Speranza, restano tuttavia le restrizioni. È attesa oggi la pubblicazione dei dati del monitoraggio della cabina di regia che porterà all’ordinanza del ministero della Salute sui colori. Si prevede che la situazione resterà invariata, tranne che per la Campania che dovrebbe passare dopo Pasqua dal rosso all’arancione. Anche Calabria, Veneto e Provincia di Trento presentano miglioramenti, ma, a differenza della Campania, nello scorso monitoraggio del 26 marzo avevano numeri da zona rossa. Insieme alla Regione amministrata da Vincenzo De Luca, dovrebbero trovarsi in arancione anche la prossima settimana Provincia di Bolzano, Liguria, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata mentre la Sicilia rischia di diventare rossa. Fascia intermedia di restrizioni che, tuttavia, è sospesa da domani fino a lunedì prossimo. Per questi tre giorni pasquali, il Viminale ha disposto una intensificazione dei controlli «nelle aree urbane più esposte al rischio di assembramenti, nei parchi, sui litorali, sulle arterie stradali e autostradali, nelle stazioni, nei porti e negli aeroporti». Riguardo al bollettino di ieri, si registrano 23.649 tamponi positivi (mercoledì 23.904) e 501 decessi (mercoledì 467). 356.085 i tamponi effettuati, con un tasso di positività del 6,6%, in calo dello 0,2%. Dall’inizio dell’epidemia in Italia i contagi salgono a 3.607.083. Cala la pressione sugli ospedali: 231 in meno i ricoverati nei reparti ordinari (28.949 in totale) e 29 in meno nelle terapie intensive (3.681 in totale) che registrano 244 nuovi ingressi.
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