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Conto alla rovescia per lo sbarco in Italia del vaccino Johnson & Johnson, autorizzato nelle settimane scorse dalle due autorità del farmaco, europea e nazionale, EMA e AIFA, l’unico, rispetto agli antidoti concorrenti Pfizer, Moderna ed AstraZeneca a consentire l’immunizzazione attraverso una sola inoculazione. Per le caratteristiche sembrerebbe idoneo ad essere utilizzato nelle farmacie, coinvolte nella campagna vaccinale, grazie all’accordo quadro siglato il 29 marzo tra Federfarma, Assofarm, Governo e Conferenza Stato-regioni per la somministrazione dei vaccini anti-Covid in farmacia, in attuazione di quanto previsto dalla legge Bilancio e dal decreto Sostegni.
Tuttavia, ha precisato subito al Quotidiano del Sud il numero due di Federfarma, Roberto Tobia, «le indicazioni sulla destinazione delle dosi di questo vaccino arriveranno dal Commissario Figliuolo». L’arrivo in Italia delle prime dosi è atteso per il 16 aprile, con grande aspettativa sull’antidoto basato su vettori derivati da adenovirus, che aveva indotto nei primati, secondo studi scientifici, una «forte risposta immunitaria». La notizia riportata ieri dal New York Times su 15 milioni di dosi del vaccino rovinate in uno stabilimento di Baltimora per “errore umano” dei dipendenti, che «hanno unito gli ingredienti dei due vaccini J&J ed Astrazeneca», ha di sicuro creato apprensione, sebbene ad essere messe in dubbio siano le consegne negli USA del prossimo mese. Secondo il Piano vaccinale presentato lo scorso 13 marzo dal Commissario per l’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo, entro la fine di giugno dovrebbero arrivare in Italia 7,31 milioni di dosi J&J, che toccherebbero quota 15,94 milioni entro il terzo trimestre dell’anno.
Intanto il Presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti ha dichiarato ieri a Skytg24 che «dal 20 aprile inizieremo con le vaccinazioni con Johnson&Johnson nelle farmacie», coinvolte in “numero largo”. Si dovrebbe iniziare con la fascia d’età fra i 60 e i 55 anni. Dal canto suo, il Segretario Nazionale di Federfarma, Roberto Tobia, nel ribadire la volontà, attraverso le farmacie, di sostenere la campagna vaccinale avviata dal Commissario Figliuolo, iniziando «da un censimento regionale per raccogliere le adesioni da parte delle farmacie che riterranno opportuno mettersi al servizio del Paese», ha auspicato che le date vengano rispettate. «Con le date di consegna dei vaccini abbiamo imparato ad avere molta prudenza, perché sono numeri che poi sfortunatamente in alcuni casi non vengono rispettati».
Se inoculeranno il vaccino J&J o altri vaccini i farmacisti lo sapranno «dalla struttura commissariale che assegnerà, in relazione alla distribuzione territoriale, sia il numero di dosi nelle farmacie, sia quali vaccini – ha dichiarato Tobia –. La logica ci fa pensare che il vaccino più adatto all’inoculo in farmacia possa essere il Johnson & Johnson, caratterizzato da una somministrazione monodose, che può essere conservato nei frigoriferi presenti nelle farmacie, ad una temperatura fra i – 2 e gli 8 gradi centigradi, e questo è quello che ci aspettiamo. Però potremmo ricevere anche vaccini di altra tipologia». Al momento, ha precisato il numero due di Federfarma – «non abbiamo indicazioni su come verrà sviluppato il piano vaccinale nelle farmacie. Siamo pronti e abbiamo già un certo numero di farmacisti che si sono abilitati, altri sono in via di abilitazione attraverso il corso dell’ISS. Terminato il percorso formativo i farmacisti, su base volontaria, potranno dare un contributo fondamentale al paese per uscire da questa crisi pandemica che è ormai un incubo per tutti».
VACCINI AL SUD, FARMACIE FONDAMENTALI
Le farmacie al Sud saranno un tassello fondamentale per portare la campagna vaccinale anche nelle zone rurali, ha afferma il Segretario nazionale di Federfarma, dicendosi grato alla Ministra per il Sud, Mara Carfagna, che ha destinato 100 milioni di euro per le farmacie rurali sussidiate, ubicate «in quelle aree interne e rurali che spesso sono l’unico presidio dello Stato, per la salute pubblica e che hanno salvato molte vite». Parliamo di una realtà, su circa 19 mila 669 farmacie presenti in Italia – una per ogni 3mila 300 abitanti – di 4mila 200 farmacie, che servono circa 5 milioni di persone nelle aree più isolate ed «hanno una presenza capillare e soprattutto efficiente sul territorio». Secondo Tobia, inoltre, «il tema delle vaccinazioni nelle regioni è un vulnus che ci portiamo dietro dal Titolo V della Costituzione, che rappresenta un grosso ostacolo perché questo paese abbia realtà diverse e situazioni diverse in ambiti importanti come quello sanitario, da regione a regione». Il Sud, che soffre di un problema strutturale, «è stato dimenticato nel recente passato.
Tuttavia il segnale di volontà espresso dal Ministro Carfagna – ha concluso – potrà portare benefici al Mezzogiorno nell’interesse dei cittadini su aspetti fondamentali, la telemedicina su tutti. Le farmacie diventeranno luoghi al servizio del cittadino, per l’effettuazione di elettrocardiogrammi, holter pressori o cardiaci, controlli completi della salute, specie nelle realtà più isolate dove vivono molti anziani».
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