Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia
4 minuti per la lettura“Ecco prendete il tempo… solo 54 secondi per registrarsi. Il nostro è il sistema più veloce d’Italia e del mondo”. Nel consueto scenario della sala della Protezione Civile a Marghera, con la consueta enfasi venetista, il governatore leghista Luca Zaia gongola.
Sta presentando il portale unico per le prenotazioni dei vaccini “da parte dei veneti”, che dovranno inserire solo il codice fiscale e il numero di telefono. Entrerà in funzione giovedì 1 aprile, assicura, senza rendersi conto che quello è il giorno dei “pesci d’aprile”.
Purchè non sia un annuncio senza seguiti, come è accaduto altre volte in questa lunga battaglia con la pandemia. Zaia è stato costretto a varare in grande fretta un sistema per le prenotazioni dei vaccini, visto il crescere del malumore generale, di fronte al quale lo stesso governatore (con l’assessore Manuela Lanzarin) ha dovuto ammettere: “Non tutto ha funzionato, ci sono stati errori. Ma chiediamo un po’ di pazienza, so che ognuno ha la sua formula magica. Ci piacerebbe che fosse possibile fissare un appuntamento all’infinito, il problema è che non sappiamo se avremo i vaccini per rispettarlo”. Zaia, insomma, mette già le mani in avanti. Se la campagna non procederà come previsto, la colpa sarà dei vaccini che non arrivano.
La decisione di un unico portale per tutte le 9 Unità sanitarie locali del Veneto è stata presa perché c’erano troppe difformità tra realtà territoriali diverse.
Basti pensare che domenica a Treviso, in via sperimentale e su idea di Zaia, sono stati convocati 4.700 cittadini in quattro punti di vaccinazione diversi, tutti nati nel 1936. Non serviva una lettera, c’era stata una convocazione attraverso i mezzi di comunicazione.
Bastava presentarsi lì, avere 84 anni e farsi vaccinare, assieme anche a un’altra persona convivente, familiare o badante, purché con più di 65 anni. La Regione ha celebrato il Vax day come un trionfo. In realtà la gente che ha partecipato è stata numerosa, ma al punto da ammucchiarsi nell’attesa e nel quarto d’ora successivo al vaccino, necessario per verificare che non ci fossero reazioni negative alla inoculazione. Nessuno, poi, ha chiesto lo stato di famiglia agli accompagnatori e quindi, teoricamente, anche un figlio non convivente può aver beneficiato del vaccino.
La chiamata a raccolta di Zaia per classe d’età ha stupito non pochi, visto che ieri era prevista la presentazione del portale unico. In effetti la sanità veneta appare ancora come una specie di Babele, anche il governatore distribuisce tabelle per dimostrare che il Veneto è al primo posto per dosi somministrate a parità di popolazione.
Basta aprire i portali delle Usl per rendersi conto che ognuno procede per conto proprio. C’è chi viene convocato per posta, chi deve prenotarsi on-line, chi deve aspettare il proprio medico di base. Un guazzabuglio dove non c’è certezza. È vero che sono state seguite le linee guida di vaccinare personale sanitario, ospiti delle case di riposo e forze dell’ordine, in prima fascia. Ma questa fase non si è ancora conclusa, mentre sono cominciate le chiamate degli ultraottantenni. E qui tutto si è complicato. Il Veneto aveva scelto di cominciare dai nati nel 1941, per andare a ritroso fino ai più vecchi.
Una scelta difforme rispetto ad altre regioni, che hanno deciso di vaccinare prima i più anziani, perchè più fragili. L’assessore Lanzarin aveva detto dapprima di voler seguire le indicazioni vaccinali dell’Organizzazione mondiale della sanità, poi quelle del ministero della Salute, quindi una non meglio qualificata “prassi”. La verità e che da Roma, con il vecchio governo, era arrivata solo l’indicazione di vaccinare gli over 80. La scelta di lasciare scoperti i più vecchi è stata presa dalla giunta regionale, che poi ha fatto parzialmente retromarcia.
“Noi vogliamo che ci sia una modalità di prenotazione uguale per tutti, semplicissima, non serve nemmeno inserire il proprio nome”. Gli accessi saranno possibili anche da farmacie, Comuni, sedi di associazioni di volontariato.
In Veneto negli ultimi giorni non tutto è filato liscio. Domenica gli assembramenti nel Trevigiano, ma anche lunghe code di ultra ottantacinquenni a Jesolo, con proteste. Un autentico caos a Padova, nei padiglioni della Fiera, dove si sono ripetute le code e le proteste dei giorni precedenti. Venerdì erano addirittura intervenuti i carabinieri per riportare l’ordine. Chissà se adesso il sistema elettronico funzionerà. “Se non andrà bene butteremo i computer dalla finestra – ha detto Zaia – e torneremo alle chiamate di massa”. Non si è capito se scherzasse, di sicuro la chiarezza non brilla sotto il cielo di Venezia.
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