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NELLA notte fra il 23 e il 24 febbraio dello scorso anno dall’hotel Mercure di Palermo viene prelevata dagli operatori sanitari una turista bergamasca, la prima positiva al Covid-19 in Sicilia. Da lì a poco il lockdown e l’inizio della lotta negli ospedali.
In un contesto emergenziale, difficile e delicato, la Sicilia ha dato anche prova di efficienza e di buona amministrazione. Non bisogna mai fare di tutta l’erba un fascio “oscurando” così anche le cose buone realizzate in questo anno terribile. A riconoscerlo, appena quattro giorni fa, è stato anche il commissario nazionale per l’emergenza Covid 19, Francesco Paolo Figliuolo, dopo la sua visita nell’Isola, negli hub vaccinali di Messina e Catania. «In Sicilia ci sono delle buone pratiche – ha osservato Figliulo – la pianificazione delle Regione e un’iniziativa molto molto interessante, quella avviata con la Conferenza episcopale siciliana che il 3 aprile, alla vigilia di Pasqua, darà la possibilità di avere 500 punti vaccinali in altrettante parrocchie delle diocesi dell’isola per prenotare o somministrare dosi. È’ una cosa molto importante ed è in linea col piano nazionale di creare anche la capillarizzazione, dove è possibile, che prevede punti vaccinali anche nelle zone più impervie, oltre ai grandi hub».
«Abbiamo deciso – ha detto Musumeci – di chiedere alle parrocchie di mettere a disposizione, per il sabato santo, i loro luoghi di culto per le vaccinazioni perché ci sembra un modo come, certamente singolare, per coinvolgere e raggiungere fasce della popolazione anziana che altrimenti dovrebbero fare la prenotazione nei nove hub siciliani. Se dovessero arrivare i vaccini in dosi significative – ha poi spiegato Musumeci – siamo pronti a creare anche strutture periferiche e saremmo pronti a lavorare anche h24, mentre per ora si lavora dalle 8 alle 22».
Il piano Musumeci prevede per la prossima stagione estiva anche vaccinazioni negli stabilimenti balneari. Ma non è tutto. «La Sicilia sta facendo 20 mila vaccinazioni al giorno e siamo nel pieno target della campagna vaccinale e con questo dato, in percentuale alla popolazione, si colloca tra le prime Regioni in Italia per somministrazioni. È chiaro che dobbiamo raddoppiare e arrivare intorno alle 50mila dosi» ha spiegato Figliuolo. Il generale ha trovato «un ambiente ottimale», anche se «ci sono molte cose fare» e «il presidente della Regione, Nello Musumeci, mi ha elencato gli aspetti che vuole incrementare».
Per il governatore dell’Isola «c’è una Regione che ha saputo attrezzarsi e organizzarsi con efficienza, che ha nove punti hub particolarmente frequentati e affollati». Per ironia della sorte, proprio il 19 marzo scorso l’assessore alla Salute Ruggero Razza, indagato adesso dalla Procura di Trapani nell’inchiesta sui presunti dati falsi sui positivi al Covid trasmessi dalla Sicilia all’Istituto superiore di sanità, aveva scritto ai presidenti dei tribunali di Agrigento, Marsala, Palermo, Sciacca, Termini Imerese e Trapani, ricadenti nel distretto di Corte d’appello, affinché vengano trasmessi gli elenchi dei magistrati e del personale che intendono aderire alla campagna di vaccinazione.
La lettera è stata inviata anche ai presidenti del tribunale dei Minori e del tribunale di Sorveglianza, oltre che al procuratore generale presso la Corte d’appello e ai sindacati. A settembre, inoltre, la regione siciliana aveva varato un Piano Covid predisponendo una serie di bandi regionali per un totale di 278 milioni di euro per contributi alle imprese, promozione turistica, scuola, editoria e Confidi, servizi di trasporto. Il piano, finanziato con fondi Fesr, rientrava nelle misure previste dalla legge di stabilità approvata a maggio 2020 dall’Ars.
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