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Il vaccino Astrazeneca

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NON HA mai alzato la voce in queste settimane. Ma ieri, in Senato, Mario Draghi ha sferrato un attacco alle Regioni che “trascurano gli anziani a vantaggio di altri gruppi”. Non ha indicato quali essi siano, ma il premier non ha risparmiato dure parole per il ritardo delle vaccinazioni. In vista del Consiglio europeo che comincerà oggi per concludersi domani, Draghi, ha comunque voluto trasmettere un “messaggio di fiducia, a voi e a tutti gli italiani”.

E promette che il governo è determinato a portare avanti la campagna vaccinale con il massimo dell’intensità. E siamo già all’opera per compensare i ritardi di questi mesi”.

Da ieri il “giallo di Anagni” sta tenendo banco. E’ stato annunciato da Draghi, il quale ha ricevuto la segnalazione di 29 milioni di dosi, accatastate presso una multinazionale di Anagni. Si tratta di un’azienda che infiala e confeziona il vaccino Astrazeneca. Le autorità italiane hanno subito inviato un’ispezione dei Nas che hanno confermato la presenza di fiale già pronte da essere utilizzate. Secondo l’azienda il luogo di destinazione sarebbe il Belgio e da lì distribuite ai Paesi dell’Unione europea. Un’altra parte destinate al programma internazionale Covax, nato per trasportare i vaccini ai Paesi in via di sviluppo.

Draghi ha affermato che sono partiti solo due lotti mentre la vigilanza continua sugli altri. Proprio ieri mattina il governatore dell’Emilia Romagna, nonchè presidente della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini ha richiamato all’ordine, con un’intervista, affermando che bisogna lavorare uniti, altrimenti non si esce dal pantano della pandemia. E sempre ieri Sabino Cassese, già giudice costituzionale, forniva questo quadro desolante.

Alcune regioni hanno vaccinato quasi tutta la popolazione compresa nelle fasce più deboli, altre solo un terzo. In alcune regioni si è proceduto con la puntualità di un orologio svizzero, in altre sono state commesse clamorose violazioni delle priorità fissate in sede nazionale e si sono verificati gravi disservizi. Cassese concludeva così: insomma, non siamo solo indietro ad altri Paesi, ma registriamo anche variazioni territoriali inspiegabili.

Il quadro tracciato da Draghi è altrettanto impietoso. Ed ha lanciato un monito alle Regioni sulle vaccinazioni degli over 80. “Persistono – ha detto – importanti differenze regionali, molto difficili da accettare”. Fanno un percorso a zig zag. “Mentre alcune Regioni seguono le istruzioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità, probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”.

Il monito è assai forte. Restare uniti è l’unica strada, osserva, ricordando che come si è rimasti uniti nel dolore e nella sofferenza, altrettanto è necessario fare adesso. Anche perché è arrivata l’ora di pensare alla riapertura delle scuole, iniziando dalle primarie e dalle scuole dell’infanzia , nelle zone rosse “allo scadere delle restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua”.

C’è comunque stata una accelerazione delle vaccinazioni in Italia. Nelle prime 3 settimane di marzo, la media è stata quasi di 170mila somministrazioni al giorno, comunque più del doppio rispetto ai mesi precedenti. L’obiettivo del governo è portare “il ritmo a mezzo milione al giorno”. Ed ha fatto presente che l’accelerazione “è essenziale per frenare il contagio”, quindi per tornare alla normalità e per fermare il sorgere di nuove varianti.

Parlando della convocazione, prevista per oggi e domani, del Consiglio europeo, la novità più rappresentativa è data dalla presenza del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Draghi ha espresso forte “soddisfazione” anche se limitata ad solo segmento. In ogni caso, la presenza di Biden ridarà slancio alle relazioni tra Bruxelles e Washington. Draghi ha pure invitato l’Unione europea a fare pieno uso di tutti gli strumenti disponibili, incluso il Regolamento Ue per l’esportazione dei vaccini, approvato il 30 gennaio. Esso fa chiarezza sulla distribuzione dei vaccini al di fuori della Ue.

Capigruppo, il passo indietro di Marcucci Non era per nulla disposto a indietreggiare. Ma all’ultimo c’è stato un colpo di scena durante la conferenza stampa indetta in Senato. Andrea Marcucci, ex renziano, ha detto: “Chiedo di sottoscrivere la candidatura non di Andrea Marcucci ma di Simona Malpezzi”. Ed ha aggiunto: “I senatori riformisti che mi avevano chiesto di ricandidarmi hanno già aderito a questa scelta, Spero lo faccia tutto il gruppo”. Ha poi spiegato di non avere intenzione di lasciare il partito. Quanto alla sua amicizia con Renzi, ha esclamato: “Le amicizie non si pagano, sono un vantaggio”.

Ieri ha avuto luogo anche il faccia a faccia tra l’ex premier Conte ed Enrico Letta. Hanno parlato del futuro dell’alleanza di centrosinistra. “Qui si apre un cantiere” hanno commentato. Sullo sfondo, la legge elettorale.


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