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Una cabina di regia nazionale per gestire il sistema delle prenotazioni? “No grazie. La vaccinazione di Stato non la vogliamo”. Per buona parte dei governatori affidare il sistema delle prenotazioni a Poste italiane vorrebbe dire cedere sovranità, ammettere il fallimento, accettare un’invasione di campo in un settore che ritengono nevralgico.
E poco importa se poche regioni sono riuscite finora a far decollare le somministrazioni del prezioso siero anti-virus. “Sappiamo di questa possibilità – si tira indietro, ad esempio, Raffaele Doni, assessore regionale alla Sanità della Regione Emilia-Romagna – ad oggi il nostro sistema di prenotazione, così capillare, così efficace e strutturato, sta rispondendo al meglio, la situazione è sotto controllo”.
I numeri dicono che purtroppo nella regione di Stefano Bonaccini i contagi galoppano, gli ospedali sono sotto pressione, i primari del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna lanciano un appello dietro l’altro. Sollevare l’ente locale dall’incombenza delle prenotazioni vorrebbe dire togliere peso alle strutture.
“In realtà questo software se arriverà, arriverà un po’ troppo lungo – è sulla stessa linea la dg Licia Petropulacos – perché uno possa pensare in piena campagna vaccinale di cambiare tutto. O è veramente un software che ti dà anche i numeri del Superenalotto, e allora magari lo adotteremmo, altrimenti sarebbe dal punto di vista gestionale una cosa da irresponsabili, Dovremmo fermare la macchina per un mese”.
Si viene a sapere così che Poste italiane con largo anticipo aveva proposto a molte regioni il suo software. “Ci siamo però resi conto che avevamo davanti persone che non erano specificatamente preparate al tipo di prodotto che stavano mettendo in campo, poi, sicuramente, sono migliorati. Ma noi abbiamo il nostro sistema. E funziona…” mette le mani avanti la Petropulacos.
VACCINAZIONI RANDOM
In Lombardia, intanto, l’azzeramento dei vertici di Aria Spa, l’azienda che gestiva il sistema delle prenotazioni, non ha calmato le acque. Dopo la catena di dimissioni il governatore Attilio Fontana ora è esposto in prima persona. Non ci sono più scuse e parafulmini. Matteo Salvini è furibondo, la coppia Bertolaso-Moratti si muove in totale autonomia, ha lanciato di fatto un’Opa virtuale sul Pirellone, non risponde più alle direttive del presidente.
Due linee parallele che non convergono e non vanno mai nella stessa direzione. Le vaccinazioni agli anziani e delle persone fragili sono ripartite ma in alcune località del Cremonese ci si vaccina senza rispettare le priorità. Matteo Piloni, consigliere Pd, ha denunciato, ad esempio, le irregolarità avvenute nel comune di Sospiro dove amministratori dipendenti e collaboratori del comune sono stati vaccinati, “in barba a qualsiasi priorità”. La somministrazione agli anziani over 80 ha toccato ieri il 50% della platea interessata, si concluderà dopo Pasqua. “Sono davvero costernato, non possiamo ogni giorno assistere a inefficienze, disorganizzazione e ora anche a scelte arbitrarie nella gestione delle priorità”, è l’accusa lanciata da Piloni.
LA GELMINI: NASCERE AL SUD NON È PECCATO
Gli animi continuano ad essere surriscaldati. Perché non c’è solo la Sanità. Lo scontro è a tutto campo. riguarda in primo luogo il ruolo che le regioni dovranno avere nella gestione del Recovery plan. Una richiesta girata al governo dalla ministra agli Affari regionali Maria Stella Gelmini che ieri ha partecipato al Cdm a Palazzo Chigi. “Nascere al Sud non è peccato ma è arrivato il momento di dire basta alle divisioni”, cerca di riportare la pace la ministra tirata dalla giacchetta dai governatori. Tra i quali, in un giorno di tregua armata, si segnala il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas per un attacco neanche troppo velato alla Corte costituzionale “orientata ad omologare le disposizioni normative e le procedure al resto delle normative nazionali”. “C’è un’attività di impugnazione delle norme autonomistiche che è spaventosa – ha tuonato Solinas – si fa strada una tendenza al neo-centralismo”.
LA LEGA CONTRO LA RAI
È sempre il caso-Lombardia però a tenere banco. Lo scontro tra Forza Italia e Lega. Con una variante. Le colpe della Rai che avrebbe “trasfigurato la realtà”. “Chi parla di caos e di disastri, fatti salvi i necessari e urgenti miglioramenti nella gestione delle convocazioni non conosce la realtà”, attacca Massimiliano Capitanio, deputato e capogruppo nella commissione Vigilanza-Rai. Una tirata d’orecchi al servizio pubblico o un avviso di sfratto al presidente Marcello Foa per indurlo ad intervenire sui giornalisti del servizio pubblico nazionale?
Oggi il ministro alla Salute Roberto Speranza incontrerà il suo collega al Lavoro Andrea Orlando per pianificare la campagna di vaccinazione nelle grandi aziende utilizzando i medici di famiglia. A Perugia è partita un’inchiesta interna per le dosi somministrate agli avvocati nella Usl Umbria 1. Gli atti sono stati inviati all’ufficio disciplinare, Con l’arrivo, ieri, all’aeroporto di Pratica di Mare, di 300 mila dosi è iniziata dal centro vaccinale della Cecchignola la distribuzione alle regioni. Come per le occasioni più solenni, l’arrivo del prezioso siero Pfizer è stato accolto dal sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè. In questa guerra del Covid l’Esercito vuol fare la sua parte.
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