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Emmanuel Macron

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RIASSORBIRE il bubbone di diffidenza nei confronti dei vaccini, ma al contempo garantire la massima sicurezza attraverso un’analisi rigorosa. È duplice l’obiettivo che perseguono gli Stati dell’Unione europea dopo la sospensione del vaccino AstraZeneca.

Ieri il primo ministro italiano, Mario Draghi, ha avuto un colloquio telefonico con Emmanuel Macron: in caso di via libera dell’Ema, i due leader sono pronti a far ripartire speditamente la somministrazione del vaccino. E per conto dell’agenzia europea del farmaco, sempre ieri ha parlato il direttore esecutivo Emer Cooke, la quale ha assicurato che la situazione è stata presa «molto sul serio». Il riferimento è alle decisioni di varie autorità sanitarie di Paesi europei di sospendere le dosi dell’azienda anglo-svedese dopo eventi avversi accaduti successivamente alla somministrazione.

«Fino al 10 marzo ci sono stati 30 casi» di eventi tromboembolici riportati su quasi 5milioni di persone vaccinate con AstraZeneca, ha spiegato Cooke. Nonostante tutto, ha proseguito, «ad ora noi siamo fermamente convinti che i benefici di AstraZeneca superino gli effetti collaterali». Del resto, «quando si vaccinano milioni di persone non è raro che si abbiano reazioni avverse». Ha sottolineato che «attualmente non ci sono indicazioni di correlazione», ma un quadro nitido si dovrebbe avere soltanto domani, quando l’Ema si pronuncerà. «È prioritario arrivare ad una conclusione chiara per capire se ci sono nessi», ha detto la Cooke.

L’ATTESA DELL’ITALIA

Qui in Italia predica fiducia nei vaccini anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ribadendo che essi «sono e restano l’arma fondamentale con cui uscire da questi mesi difficili». Intervenuto all’evento “Online Talk Sanità”, ha provato a rassicurare anche coloro che si sono già sottoposti al vaccino AstraZeneca, perché quella dall’Aifa è una decisione squisitamente «di natura precauzionale». Speranza ha confermato che è stata presa di concerto con la Germania.

«C’è stato un confronto tra i ministri della salute: ora i governi attendono il giudizio Ema per giovedì e siamo fiduciosi che possano emergere tutti gli elementi di rassicurazione per consentirci di riprendere la vaccinazione». Quanto ai numeri, il ministro ha affermato che si attendono oltre 50milioni di dosi, di cui 7,3milioni del monodose Johnson & Johnson, nel secondo trimestre, e 80 milioni nel terzo trimestre. «Quindi c’è un’accelerazione forte che dobbiamo poi tradurre in capacità logistica di somministrare i vaccini sul territorio».

Di qui la volontà di coinvolgere infermieri e farmacie dopo aver sottoscritto un accordo in questo senso con pediatri di libera scelta, medici specialisti ambulatoriali e odontoiatri. «Anche con il loro impegno, quando avremo più dosi disponibili, potremo meglio combattere il virus», ha detto Speranza. Poter contare o meno su AstraZeneca diventa fondamentale. Pertanto l’obiettivo dichiarato dal generare Francesco Paolo Figliuolo domenica sera (l’80% di immunizzati in Italia entro settembre) dipende molto dalla decisione di domani dell’Ema.

REGIONI IN ORDINE SPARSO

Ma intanto la sospensione di AstraZeneca ha generato caos nei centri vaccinali di mezza Italia: sono centinaia di migliaia le iniezioni saltate e ogni Regione prova a riparare autonomamente. In Lombardia sono 33.500 gli appuntamenti saltati, ma non è ancora chiaro se le persone dovranno ripetere la prenotazione. Sarà così per i 30mila prenotati in Toscana: la Regione ha fatto sapere loro che dovranno ricollegarsi e fare tutto daccapo. Nel Lazio l’assessore Alessio D’Amato ha annunciato invece che quanti si erano già prenotati «verranno riprogrammati», ossia verrà loro proposta una nuova data.

Nell’attesa di sapere cosa accadrà riguardo al vaccino anglo-svedese, ieri è stata firmata a Palazzo Chigi l’ordinanza che prevede la somministrazione a «soggetti comunque disponibili al momento» delle dosi di vaccino «eventualmente residue a fine giornata».


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