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Nel Mezzogiorno gli ospedali e, in particolare, le terapie intensive stanno reggendo bene l’urto della terza ondata dell’emergenza epidemiologica rispetto al Nord. A dirlo è il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sull’andamento della pandemia in Italia.
La rossa Campania, ad esempio, nonostante continui ad essere la regione italiana con più positivi attivi ed avere una situazione critica, al momento non registra una pressione ospedaliera. Rispetto al progredito Settentrione, la rete regionale funziona e, grazie ai trasferimenti e al turnover, si riesce a sopperire alla domanda.
Lo studio rileva, nella settimana 3-9 marzo, rispetto alla precedente, un ulteriore incremento dei nuovi casi (145.659 vs 123.272) e, per la prima volta da otto settimane, una risalita dei decessi (2.191 vs 1.940). In crescita i casi attualmente positivi (478.883 vs 430.996), le persone in isolamento domiciliare (453.734 vs 409.099), i ricoveri con sintomi (22.393 vs 19.570) e le terapie intensive (2.756 vs 2.327).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: decessi: 2.191 (+12,9%); terapia intensiva: +429 (+18,4%); ricoverati con sintomi: +2.823 (+14,4%); isolamento domiciliare: +44.635 (10,9%); nuovi casi: 145.659 (+18,2%); casi attualmente positivi: +47.887 (+11,1%).
A preoccupare è la situazione dei ricoveri, con reparti e soprattutto terapie intensive sotto pressione prevalentemente al Nord. «Sul fronte ospedaliero – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – l’occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid supera in 7 Regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte e Umbria) la soglia del 40% in area medica, con una media nazionale che si attesta al 35%; anche le terapie intensive, la cui occupazione a livello nazionale oltrepassa la soglia di allerta attestandosi al 31%, risultano sotto pressione in ben 11 Regioni».
Particolarmente critiche le situazioni dove il tasso di occupazione è oltre il 40%: Molise (67%), Umbria (57%), Provincia Autonoma di Trento (54%), Marche (44%), Lombardia (43%), Abruzzo (41%), Emilia-Romagna (40%). «Oltre al tasso di occupazione da parte di pazienti Covid-19 – sottolinea Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – preoccupa il trend in continua ascesa dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: in sole 3 settimane la media mobile a 7 giorni è aumentata del 66%, passando da 134 a 223».
«Da tre settimane consecutive – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si registra il progressivo incremento dei nuovi casi con inversione di tendenza di tutte le curve, che conferma l’inizio della terza ondata». Rispetto alla settimana precedente, in 15 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti e in 15 si registra un incremento percentuale dei nuovi casi.
Delle dosi di vaccino anti Covid previste per il primo trimestre 2021, al 10 marzo risultano consegnate alle Regioni 7.207.990 dosi, meno della metà di quelle previste. Negli ultimi sette giorni sulla piattaforma ufficiale, spiega la fondazione, sono state registrate solo 665.730 dosi di Pfizer/BioNTech, mentre non risulta alcuna consegna per i vaccini Moderna e AstraZeneca, anche se non si possono escludere ritardi di notifica.
«Secondo i dati ufficiali – commenta il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta – per rispettare le scadenze contrattuali, entro la fine del mese dovrebbero essere consegnate in media 2,8 milioni di dosi/settimana, rispetto ad una media di 680.000 dosi/settimana consegnate dall’inizio dell’anno».
Al 10 marzo hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 1.747.516 milioni di persone (2,9% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 4,46% della Valle D’Aosta al 2,27% dell’Abruzzo. Al Nord, insomma, sono arrivare più dosi rispetto al Sud. Basta leggere i numeri per capirlo.
Ad oggi, tanto per citare un esempio, sono state consegnate alla Campania 534mila dosi di vaccino. All’Emilia Romagna 559mila ma ha 1,3 milioni di abitanti in meno della Campania; il Lazio ha la stessa popolazione della Campania e ha quasi 100mila dosi in più della Campania, 630mila; il Veneto 543mila, 10mila più della Campania con 900mila abitanti in meno; la Lombardia 1 milione 77mila dosi, più del doppio della Campania con il 40% di popolazione in più.
Se da un lato il numero di somministrazioni sta progressivamente aumentando, con l’80,2% delle dosi consegnate somministrate alla popolazione, persistono notevoli differenze tra i diversi tipi di vaccino: se per Pfizer, infatti, sono state iniettate oltre il 90% delle dosi disponibili, questa percentuale scende per i vaccini AstraZeneca (52,2%) e Moderna (44,2%).
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