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Il commissario alla sanità Calabrese Guido Longo

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Il terzo piano Covid, quello che è costato il posto all’ex commissario Cotticelli è stato inviato due sere fa al ministero. Il primo atto del commissario Longo quindi è in attesa della validazione di Mef e Salute, così come tutti gli atti che verranno licenziati dalla struttura commissariale. nel piano c’è un po’ di tutto: dalla riorganizzazione della rete ospedaliera a quella dei laboratori, senza lesinare sui passaggi puramente contabili.

Una bozza del documento era stata già predisposta dal subcommissario Maria Crocco, ancora in carica, qualche settimana fa in pieno periodo di vacatio commissariale. Bozza che, però è stata sottoposta a diverse revisioni. All’interno del documento dovrebbe esserci un passaggio anche sulla riapertura degli ospedali chiusi, almeno in parte, nonostante le dichiarazioni dello stesso commissario ieri mattina sembravano imboccare una strada diversa.

C’è però il fatto che si punta ad un aumento dei numero di tamponi da effettuare in Calabria, con un rafforzamento previsto nell’assistenza domiciliare. «Ho fatto il piano territoriale per l’emergenza Covid e stiamo vedendo come migliorare la rete territoriale delle prestazioni sanitarie – ha detto Longo – Il piano territoriale per l’emergenza Covid prevede come priorità quella di fare più tamponi possibili allo scopo di isolare i contagiati e bloccare contagio e poi per i casi più gravi con cure appropriate nelle varie aziende ospedaliere che sono assolutamente attrezzate». E sugli ospedali chiusi: «Stiamo valutando questa possibilità proprio per l’emergenza covid». Insomma, le anticipazioni sono già piuttosto chiare.

GINO STRADA – Diverso è il ruolo di Gino Strada, che sembra molto vicino ad una possibile nomina a sub-commissario con un possibile mandato sulla gestione puramente sanitaria della Calabria. Sempre due giorni fa Longo ha incontrato Gino Strada per fare il punto sulla situazione, ieri il fondatore di Emergency ha detto che il reparto “Covid 2” all’interno dell’ospedale di Crotone è pronto ad accogliere il primo paziente già a partire da oggi.

Allo stato attuale a Crotone esiste un reparto Covid da 30 posti letto gestito dall’Asp, il secondo reparto, gestito da Emergency, ha 15 posti letto più altri sedici distribuiti in due tende. Il totale è di 31 posti. «Abbiamo dedicato questi primi giorni a realizzare un primo reparto covid a Crotone» ha spiegato Strada. Il reparto è ultimato «come amministrazione e addestramento del personale». «Si tratta – ha spiegato Strada – di un reparto realizzato in muratura con una tenda al di fuori che verrà utilizzata come polmone di riserva in caso di emergenza, ma spero non sia utilizzata».

La struttura «sarà in grado di far fronte ai bisogni della popolazione» ha assicurato Strada, che ha anche spiegato come Emergency stia lavorando «per seguire sul territorio i positivi che si trovano nel proprio domicilio. Sono soddisfatto di questa prima settimana». Si resta dunque in attesa della pubblicazione del decreto che potrebbe mettere la parola fine sull’oceano di polemiche e parole sullo stato della sanità calabrese.

SI RESTA «INATTENDIBILI» – Mentre Strada e Longo cominciano a comporre il primo importante puzzle, con ancora da chiarire i punti sulle nomine dei manager di Aziende sanitarie e ospedali, c’è da fare i conti con l’amara realtà. La Calabria non è stata inserita tra le regioni gialle e resterà ancora una zona arancione. Complice soprattutto le rilevazioni del comitato tecnico scientifico nazionale che per la seconda settimana di fila giudicano «non attendibili» i dati inviati dalla Calabria sul portale ministeriale. Troppe le falle, a partire dai tracciamenti dei nuovi positivi e un indice Rt che è di nuovo risalito sopra 1. In questo contesto era impossibile far calare l’allerta in Calabria, che ieri ha dovuto fare i conti con altri 335 nuovi casi e sette decessi. Un numero tutto sommato costante che si sta ripetendo ciclicamente, anche se i dati dell’ultima settimana sembrano essere più leggeri rispetto ai picchi del mese scorso.


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