Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca
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È GIUNTA l’ora di decidere. Cosa sarà della Campania da lunedì? Da zona gialla ad arancione con mini lockdown territoriali o rossa? Al ministro della salute finalmente toccherà decidere, dopo aver sprecato giorni e giorni a riflettere. Insomma, mentre il medico decide, il malato muore. Il report degli ispettori ministeriale arriverà oggi sul tavolo di Speranza, nel giorno del monitoraggio sulla fascia da attribuire alle diverse Regioni. Il report è stato stilato in seguito all’ispezione che quattro tecnici del ministero, accompagnati dai Nas, hanno effettuato per 48 ore negli ospedali campani. Nella giornata di oggi è prevista la riunione della cabina di regia nazionale che – secondo quanto ricordano dal ministero della Salute – si basa sul flusso dei dati settimanali inviati dalle Regioni. L’iter rimarrà invariato anche in questo caso e la cabina analizzerà i ventuno indicatori decisi per legge che vengono poi elaborati in base ad un algoritmo specifico. Ci sarà poi la valutazione del Comitato Tecnico Scientifico sull’esito del monitoraggio e verrà inviato il parere al ministero della Salute. A quel punto sarà Speranza a decidere ma questa settimana avrà un dato in più, l’esito del report, e resta quindi da capire che peso avrà questa relazione nella decisione finale su eventuali misure più restrittive per la Campania.
Se oggi tutto l’iter si concluderà, la decisione sul colore per la Campania sarà resa nota in serata, altrimenti si attenderà la giornata di domani. Dal ministero ricordano sempre che viene concesso uno spazio temporale «cuscinetto» prima dell’entrata in vigore di un eventuale cambio di fascia e quindi un’eventuale mutamento potrebbe entrare in vigore da lunedì.
Sempre oggi il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, dovrebbe annunciare i provvedimenti per cercare di far fronte alla diffusione del virus in città. Si tratterà – come riferito dallo stesso primo cittadino – di un “provvedimento ampio“ e per il quale de Magistris ha chiesto “una vasta istruttoria“ al Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza. Istruttoria che è già pervenuta sulla scrivania del sindaco. A scaldare ancora gli animi ci pensa, ancora una volta, don Vicienzo De Luca che ieri ha fatto la voce grossa alla riunione del ministro Francesco Boccia con Regioni, Comuni (Anci), Province (Upi), a cui partecipano anche il commissario Domenico Arcuri e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli.
«Si sta diffondendo la notizia che l’Esercito verrà a montare un ospedale da campo nella nostra regione. Nessun ospedale da campo verrà in Campania – ha scritto sulla pagina Facebook il presidente della giunta regionale della Campania – L’unica nostra richiesta è da tempo l’invio di medici, e da questo punto di vista le risposte non sono arrivate. Il resto è sciacallaggio». A bacchettare il governatore è il ministro degli Esteri. «Ho tenuto il silenzio fino ad ora – sbotta Luigi Di Maio – per rispetto di tutte le istituzioni coinvolte. Ma ora bisogna intervenire immediatamente e bisogna farlo soprattutto al Sud, che rischia di implodere». Poi rincara la dose. «Non è una gara di battute tra chi è più sceriffo. Abbiamo davanti strutture ospedaliere al collasso. Ed è inutile dire che il problema è solo Caserta, Salerno o Napoli: queste fanno due terzi della Campania e se non funzionano le strutture lì vuol dire che la Campania è al collasso». Comunque a rendere sempre più preoccupante la situazione sono i dati dell’ultimo bollettino della Regione dai quali emerge un’impennata del numero dei positivi. Sono 4.065 rispetto al dato di mercoledì (3.166). Aumentano i tamponi, sono 23.840 a confronto dei precedenti 18.446. 31 i morti, nei giorni dal 7 all’11 novembre. Il rapporto tra tamponi e positivi si attesta al 17 per cento.
L’ITALIA
L’unica speranza per uscire da questo infinito tunnel si chiama vaccino. «Confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio. Un milione e 700mila nostri cittadini” ha sottolineato il commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri. «Il vaccino sarà disponibile non da domani né da subito per tutti» ha aggiunto Arcuri, per il quale «servono misure non uniformi come quelle che sono state introdotte. Ci sono regioni dove si avvertono i primi segni di raffreddamento dell’epidemia e altre dove la situazione resta critica e bisogna intervenire ancora per contribuire a raffreddare la crescita dei focolai». Sull’arrivo dei vaccini in Italiao «confidiamo di avere il target» delle prime persone da vaccinare e su questo aspettiamo «il piano del ministero».
Intanto sono 37.978 i nuovi contagi da coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono 636. Il totale dei casi individuati da inizio epidemia sale così a 1.066.401, mentre i morti sono ora 43.589. In un singolo giorno non si registrava un numero così alto di vittime dal 6 aprile scorso, anche in quel caso furono 636. E’ ancora record sui tamponi in Italia: sono 234.672 quelli effettuati nell’ultimo giorno, circa novemila più di ieri. Il rapporto tra positivi e test risale al 16,18%, quasi il 2% in più rispetto a ieri. Aumentano di 89 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia. Le persone in rianimazione sono ora 3.170. I ricoverati con sintomi in reparti ordinari per Covid sono aumentati di 429 unità e sono ora 29.873. In isolamento domiciliare ci sono 602.011 persone (+21.178). Gli attualmente positivi sono 635.054 (+21.696), i guariti e dimessi sono 387.758 (+15.645).
Resta la Lombardia la regione con il maggiore aumento di nuovi casi nelle ultime 24 ore che, secondo l’ultimo bollettino, sono 9.291. Seguono il Piemonte (4.787), la Campania (4.065), il Veneto (3.564), il Lazio (2.686), l’Emilia Romagna (2.402) e la Toscana (1.932). Sul totale di 636 vittime nelle ultime 24 ore, 187 sono state registrate nella sola Lombardia. Da un monitoraggio effettuato da Federfarma, associazione che riunisce oltre 18.000 farmacie in Italia, “ci sono difficoltà di reperimento di bombole di ossigeno per le cure domiciliari di pazienti affetti da patologie respiratorie o connesse al Covid-19, in particolare in Abruzzo, Basilicata, Campania, Liguria, Valle d’Aosta e alcune zone del Piemonte e della Sicilia».
BASILICATA
Seppur lieve, la Basilicata (regione in zona arancione) deve fare i conti con un nuovo aumento di contagi da coronavirus: sono 228 i casi positivi sugli ultimi 1.615 tamponi analizzati, mentre 24 ore prima erano stati 189 su 1.456. Il quotidiano bollettino di aggiornamento diffuso dalla task force regionale ha dato notizia anche di altri tre decessi, che fanno salire a 72 il totale delle vittime lucane, molte delle quali provenienti da case di riposo. Intanto, dalla Prefettura di Potenza è stato reso noto che “verranno rimodulati i servizi di vigilanza e controllo connessi all’emergenza epidemiologica da parte delle forze di Polizia, con il concorso della polizia locale e dei militari dell’Esercito di ‘Strade Sicure’”.
PUGLIA
Ieri in Puglia sono stati analizzati 8.936 test per l’infezione da Covid-19 e sono stati registrati 1.434 nuovi casi. Sono stati inoltre registrati 39 decessi. I nuovi casi sono stati rilevati 679 in provincia di Bari, 54 in provincia di Brindisi, 150 nella provincia BAT, 232 in provincia di Foggia, 121 in provincia di Lecce, 183 in provincia di Taranto, 15 residenti fuori regione. I decessi sono avvenuti 10 in provincia di Bari, 8 in provincia BAT, 4 in provincia di Brindisi, 12 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 4 in provincia di Taranto. Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 631.030 test; 8.252 sono i pazienti guariti; 21.255 sono i casi attualmente positivi. Novità sul fronte dell’Istruzione. Il governatore Michele Emiliano ha chiesto di «essere ascoltato in sede di interrogatorio libero» nell’udienza dinanzi al Tar Puglia fissata per il 18 novembre, nella quale si discuterà la sospensione dell’ordinanza con cui la Regione, da fine ottobre, ha interrotto le lezioni in presenza in tutte le scuole, tranne in quella per l’infanzia, a causa del Covid. Accogliendo l’istanza del Codacons Lecce e di alcuni genitori di alunni di scuola primaria, il Tar ha già sospeso d’urgenza l’ordinanza della Regione, rinviando la discussione al 18 novembre.
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