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IN CALABRIA le assunzioni per l’emergenza Covid sono un ginepraio. Vuoi perché ad attuarlo sono diverse teste, i manager chiamati a gestire le varie aziende ospedaliere e le Asp di cinque province, e anche perché su questo si è consumato l’ennesimo scontro tra struttura commissariale e Regione. Tra i tracciatori che non ci sono, i medici che vengono chiamati persino da altri reparti all’interno degli ospedali e persino dal privato per far fronte alle emergenze sempre più importanti nei Pronto soccorso e una marea di contratti cococo, a tempo determinato non rinnovabili, proroghe e stabilizzazioni interne passate per assunzioni vere e proprie, il contingente umano necessario a fronteggiare questa crisi sanitaria scarseggia. Basta vedere cosa sta accadendo in queste ore al Pronto soccorso di Cosenza, con oltre trenta pazienti ammassati all’interno della struttura di accoglienza e messi su barelle.

Una situazione che ieri è esplosa con la protesta del personale sanitario in servizio al Ps. Non ci sono le possibilità di garantire un posto letto in reparti strapieni ai positivi rimasti intrappolati in attesa. E la situazione non è certamente migliore all’interno degli ospedali spoke della provincia: a Corigliano-Rossano regna sporcizia e incuria nelle aree di pre-triage. È il disastro sul disastro. Sui 18 milioni a disposizione delle aziende fino ad oggi ne sono stati spesi soltanto 9, in una ricognizione della Regione ferma al sette di novembre la situazione è questa:

  • Azienda ospedaliera di Cosenza: risorse assegnate 2,8 milioni, risorse utilizzate 557 mila euro;
  • Asp di Reggio Calabria: 2,4 milioni di risorse assegnate, 1,4 milioni di risorse utilizzate;
  • Gom di Reggio Calabria: 2,2 milioni di risorse assegnate, 1,2 milioni di risorse utilizzate;
  • Azienda sanitaria provinciale di Cosenza: 2,4 milioni di risorse assegnate, 932 mila euro di risorse utilizzate;
  • Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia: 1,2 milioni di risorse assegnate, 550 mila euro risorse utilizzate;
  • Azienda sanitaria provinciale di Crotone:1,1 milioni di risorse assegnate, 650 mila euro di risorse utilizzate;
  • Azienda ospedaliera Pugliese di Catanzaro: 4,5 milioni di risorse assegnate, 1,5 milioni di risorse utilizzate;
  • Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini: 2,3 milioni di risorse assegnate, 1 milioni di risorse utilizzate.

Nei principali ospedali della Regione si va avanti a piccole dosi, con situazioni anche dubbie. L’ospedale di Cosenza ha dichiarato 100 assunzioni in corso, ma i dati smentiscono la narrazione dei commissari che reggono l’azienda. Chi lavora al Pronto soccorso ci ha chiarito che si tratta per la maggior parte di stabilizzazioni di personale precario e non di nuovi ingressi, dei 2.850.500 euro disponibili ne sono stati spesi 557.349,68 per un totale di 6 medici, 26 infermieri, 2 tecnici e 4 biologi. Una cifra irrisoria. Chiaramente sono tutti ingressi a tempo determinato.

Solo ieri è spuntato l’avviso per il reclutamento di medici a chiamata per fare fronte all’emergenza, una decisione partita dopo le denunce e l’ordinanza del sindaco Occhiuto a crisi del pronto soccorso in corso. Al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria sono state autorizzate 209 assunzioni complessive, qui lo scontro con l’ex Cotticelli è stato chiarito in una precisazione della stessa dirigenza. «La richiesta – scrive il Gom – era già stata inoltrata in data 7 ottobre al delegato per l’emergenza Covid senza alcuna interlocuzione con il Commissario ad acta con il quale resta, invece, ancora aperta la questione dell’immotivato sottodimensionamento del fabbisogno di personale a tempo indeterminato per tutte le esigenze del Gom che sta causando notevoli difficoltà all’attività assistenziale complessiva».

Spulciando gli albi pretori dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, invece spuntano avvisi solo per un dirigente medico e 15 operatori socio sanitari. L’Asp fa un po’ meglio, chiamando 15 infermieri e 8 operatori sociosanitari. Poi ci sono i medici banditi dalla Protezione civile nazionale da assegnare come tracciatori all’interno delle Asp, la Calabria è una delle poche regioni che non ha mai proceduto ai nuovi ingressi, mancherebbe persino il personale per poter procedere alle selezioni necessarie.

L’ultimo bando rimasto lettera morta è quello che riguardava gli infermieri da assegnare nelle scuole calabresi, anche quello è finito in parte nel dimenticatoio e in parte riutilizzato per far fronte alla carenza di personale all’interno degli ospedali. E pensare che il piano Covid licenziato da Cotticelli (sì lo ha fatto e lo ribadiamo) prevedeva 84 medici 186 infermieri e 91 Operatori socio sanitari solamente per potenziare le terapie intensive regionali.


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