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Toma (Molise), Musumeci (Sicilia), il moderatore Monga, Occhiuto (Calabria) e Marsilio (Abruzzo) al Forum “Verso Sud” a Sorrento

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Il mio potrà sembrare un approccio pessimistico ma leggendo alcuni flash di interventi dei Presidenti delle Regioni del Sud a Sorrento, cioè al summit voluto dalla Ministra Mara Carfagna, si rimane davvero sconcertati. Escluso l’intervento del Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto insediatosi da poco al governo della Regione e che ha ricordato al Governo la sottovalutazione riposta nella organizzazione della macchina amministrativa centrale e locale, gli altri Presidenti, invece, hanno ribadito l’anomalia comportamentale del Governo nel non coinvolgere direttamente le Regioni nella definizione e nella gestione dello stesso PNRR.

Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha precisato: “Il Presidente del Consiglio è stato tratto in inganno dalle burocrazie dei suoi Ministeri, gli hanno garantito che saltando le Regioni l’Italia avrebbe fatto meglio e in fretta. Ma questo non è vero”.

Il Presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio ha fatto presente che “scavalcare le Regioni può acuire gli squilibri tra i territori, anziché sanare le diseguaglianze. I Ministri ed i Ministeri pensano di poter gestire 8 mila Comuni? Ci sono Comuni efficienti e bravi che vinceranno bandi su asili nido, digitale, rifiuti e altri Comuni no. Sarà un Paese coeso o rischiamo di far incrementare le diseguaglianze”.

Come dicevo prima il Presidente Occhiuto ha precisato “Il Mezzogiorno può anche essere il nuovo Eldorado ma in molti Comuni mancano i segretari comunali, gli ingegneri, è difficile presentare progetti se non si investe nella capacità amministrativa. Stiamo cominciando a farlo, ma avremo dovuto pensarci due anni fa”. Poi il Presidente della Regione Molise Donato Toma ha detto: “Tutti i fondi disponibili, sia quelli del PNRR, sia quelli del Fondo di Sviluppo e Coesione dovranno avere una progettazione ed una messa a terra rapida. Senza personale non potrebbero essere rispettati i tempi”.

Infine il Presidente della Regione Sicilia ha sollevato un dubbio sulla mancata realizzazione del ponte sullo Stretto; in realtà secondo Musumeci “il Governo non intende dare corso al progetto perché subisce forti e condizionanti pressioni da parte di lobbies economiche del Nord”

Interessanti, invece oltre a quello della Ministra Gelmini, l’intervento del Ministro Franco il quale ha sottolineato che “un tema della portata e della rilevanza del PNRR richiede una strategia complessiva di politica economica che utilizzi tutti gli strumenti a disposizione a partire dai Fondi di Sviluppo e Coesione”. In realtà il Ministro Franco, a due anni data dall’approvazione del PNRR da parte della Unione Europea e a trenta giorni dal varo del Disegno di Legge di assestamento di bilancio, ammette che, mentre si è riusciti a dare corso a possibili riforme e ad assegnare alle Amministrazioni competenti le risorse definite nel PNRR, non si è riusciti ad attivare, concretamente, la spesa sia del PNRR (autorizzato ripeto da ormai due anni) e neppure del Fondo di Sviluppo e Coesione autorizzato sin dal 2014 per un valore globale di 54 miliardi e di cui ad oggi spesi solo 3,8 miliardi di euro.

Quindi il Ministro Franco ha confermato quanto già dichiarato a Cernobbio meno di un mese fa e cioè: “le opere definite nel PNRR rimangono intoccabili per il medio termine mentre per il breve termine occorre evitare di perdere le risorse assegnate e, contestualmente, va rivisitato il PNRR in una visione temporale più ampia, insieme ai Fondi di Sviluppo e Coesione”.

Sono sicuro che, come dicevo prima, questa preoccupazione sull’utilizzo delle risorse sarà presente nella Legge di assestamento che è, a tutti gli effetti, il principale strumento normativo d’intervento sul bilancio in corso d’esercizio e raccoglie, in un unico provvedimento, tutte le modifiche alle previsioni di bilancio iniziali resesi necessarie in corso d’esercizio – anche alla luce della consistenza dei residui dell’esercizio precedente accertata a consuntivo.

La legge di assestamento, in realtà è bene sempre ricordarlo, condivide la struttura del bilancio di previsione, essendo divisa in singoli stati di previsione (uno per le entrate e tanti per le spese quanti sono i ministeri), a loro volta articolati in missioni e programmi. L’assestamento espone anche i valori delle variazioni – compensative, tra programmi di una stessa missione – di “competenza e di cassa”, che possono modificare le previsioni limitatamente all’esercizio in corso.

Per questo motivo oggi siamo vicini alla necessità di prospettare una opzione nuova proprio sul quadro delle risorse e penso emergerà, a questo punto formalmente, quanto più volte anticipato e cioè che le risorse assegnate dalla Unione Europea, attraverso il PNRR e i Fondi di Sviluppo e Coesione (2014 – 2020 e 2021 – 2027), sono pari a circa 338 miliardi di euro; di tale importo sono a fondo perduto solo 126 miliardi di euro quindi negli anni 2023, 2024, 2025, 2026, 2027 dovremo garantire annualmente trasferimenti in conto capitale per circa 40 miliardi di euro l’anno. Una cifra enorme se comparata con quella assegnata annualmente negli ultimi sette anni (5 – 6 miliardi di euro).

Appare evidente che il messaggio del Ministro Franco rappresenta non solo un segnale di convinta preoccupazione sull’avanzamento concreto della spesa relativa al comparto delle infrastrutture ma anche una chiara volontà a supportare tutti gli interventi presenti nel PNRR e nel Fondo di Sviluppo e Coesione da una strategia complessiva di politica economica.

In realtà il Ministro Franco va oltre il 2026, va oltre i vincoli tipologici quali quelli imposti dalla Unione Europea sulla rete viaria, va oltre la distinzione per capitoli delle risorse e penso stia cercando le condizioni per chiedere alla Unione Europea una riverifica delle scadenze temporali per evitare da un lato la perdita di una quota rilevante di risorse non spese e al tempo stesso per rendere organica e davvero strategica la intera operazione; finalmente si cerca di annullare le camere stagne legate ai trasferimenti comunitari, finalmente penso prenda corpo un approccio comune sui Contratti di programma di ANAS e di FS, forse una rivisitazione sulla gestione della nostra offerta portuale, una rivisitazione della gestione delle nostre aree metropolitane; in realtà potrebbe prendere corpo un action plan del Paese e finalmente potremmo rispondere ad una precisa volontà della Unione Europea quella di dare vita ad una proposta organica.

Quindi, mentre il Ministro Franco ha dato un interessante contributo all’incontro di Sorrento, i Presidenti delle Regioni non hanno sfruttato questa occasione per parlare con una voce sola e ricordare quello che, come da me richiamato pochi giorni fa, era solito dire Pasquale Saraceno: “quando il PIL pro capite del Sud si avvicinerà a quello del Nord allora vorrà dire che è successo qualcosa”.

Nel Mezzogiorno il PIL pro capite si attesta intorno ai 18.000 euro, nel Nord si attesta su un valore pari a 36.000 euro (in alcune aree anche 41.000 euro) e finora questa distanza non si è modificata mai e quindi vuol dire che non è successo nulla.

Questa distanza forse si può ridimensionare solo attivando davvero la spesa e per questo le Regioni avrebbero fatto bene a portare a Sorrento una proposta congiunta sulle modalità di spesa veloci e vere per quanto concerne i Piani Operativi Regionali (POR) di loro competenza ed una richiesta di immediata attivazione dei Piano Operativi Nazionali (PON) di competenza dell’organo centrale. Sarebbe stata utile cioè portare a Sorrento la proposta di una Intesa Stato Regioni.

Una intesa Stato – Regioni in cui lo Stato e le Regioni si impegnavano, in caso di mancato avvio delle risorse entro sei mesi, di trasferire le risorse ad un Fondo nazionale per le emergenze gestito direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e mirate alla difesa idrogeologica.


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