Vincenzo De Luca
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MERITOCRAZIA e competenze. Prevale la linea del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, quella delle regole da seguire per il concorsone Ripam (Riqualificazione delle Pubbliche Amministrazioni) per un contratto a tempo indeterminato di 1.863 persone (rispetto alle 2.243 previste inizialmente) nella Pubblica amministrazione campana, così come sostenuto prima dal Dipartimento della Funzione pubblica, e ieri dal Formez.
A luglio coloro che supereranno la prova scritta, digitale, saranno assunti. E’ stato bandito nel 2019 per assumere nei Comuni della Regione che avevano aderito ed è andato avanti, con 1.863 esaminandi che hanno passato la prova scritta e orale e che sono andati a fare un tirocinio di dieci mesi. Una formazione che adesso si concluderà il 31 maggio, consentendo così ai candidati di partecipare al concorso vero e proprio, in base all’articolo 8 del bando.
I PALETTI DEL FORMEZ
Brunetta era andato giù duro contro il rischio di un nuovo carrozzone della politica che ha già danneggiato in passato il Mezzogiorno, definendo i partecipanti dei «corsisti che vogliono entrare nella PA senza nemmeno fare un concorso», «giovani vittime di clientelismi, di una cultura assistenzialistica».
Dopo la netta presa posizione del Dipartimento della Funzione pubblica che aveva stoppato le ingerenze del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, sostenendo che «l’unica titolare delle decisioni sul corso-concorso è la Commissione Ripam» e che «ogni altro intervento rischia di violare i principi di imparzialità e buon andamento della Pubblica amministrazione e persino di rallentare l’iter semplificato, che consente l’assunzione dei vincitori entro luglio», ieri a “consacrare” ulteriormente l’azione del ministro forzista ci ha pensato il presidente del Formez, Alberto Bonisoli, ripercorrendo tutte le tappe della vicenda.
«Il 9 luglio 2019 – ha detto Bonisoli – è stato pubblicato il bando per l’assunzione di 2.243 risorse in vari enti della Regione Campania. Sono pervenute 1.255.457 domande, per un totale di 303.965 partecipanti singoli. Il bando – articoli 3 e 7 – prevedeva una prova preselettiva, una prova scritta, 10 mesi di tirocinio retribuito presso gli enti con l’assistenza formativa del Formez (300 ore e project work finale) e infine una prova scritta e una orale di verifica delle competenze acquisite.
Sempre secondo il bando – art. 8 – le prove precedenti al tirocinio erano propedeutiche all’ammissione al corso. L’assunzione era comunque subordinata all’esito positivo delle due prove successive, essenziali per la formazione delle graduatorie finali. Il tirocinio presso gli enti ha preso avvio il 29 luglio 2020 e si concluderà il 31 maggio 2021». Bonisoli ha chiarito il ruolo del Formez nel corso-concorso Ripam Campania. «Con la procedura semplificata introdotta dall’articolo 10 del Dl 44/2021, e in seguito a una richiesta della regione Campania, si è deciso di limitare la verifica finale alla prova scritta e di eliminare la prova orale (che peraltro avrebbe comportato tempi molto più lunghi).
La Commissione Ripam, riunita il 28 aprile, ha accolto la proposta del Formez per lo svolgimento della prova scritta finale nell’ultima settimana di giugno. Saranno ammessi alla prova i partecipanti al corso di cui sarà verificata la frequenza minima dell’80% delle ore di formazione. Il Formez metterà a disposizione degli ammessi il materiale didattico relativo agli argomenti affrontati durante il corso. Ogni altra ricostruzione dei fatti e della posizione del Formez è infondata». Pertanto anche Bonisoli mette i paletti alle critiche di De Luca e alle contestazioni dei tirocinanti.
DE LUCA NON CI STA
Parla invece di «paradosso» il governatore De Luca e chiede al governo di «risolverlo». Il presidente è adesso in evidente difficoltà, dopo che aveva assicurato a tutti i tirocinanti un immediato inserimento nelle circa 150 sedi della Pubblica amministrazione a giugno.
«La Campania ha varato il concorsone per mettere a lavorare i giovani in centinaia di Comuni e nella Pubblica amministrazione – ha detto De Luca – La cosa incredibile è che mentre il governo dice che dobbiamo accelerare le procedure e immettere con una sola prova scritta, poi rispetto a quasi 2mila giovani che in Campania hanno fatto due prove scritte, prima la preselezione e poi la selezione e 10 mesi di formazione professionale gestita dal Formez, anziché accelerare le procedure continuiamo a perdere tempo. Voglio chiarire che in relazione a questo problema sono state dette autentiche idiozie anche da qualche notabile che si ritiene esonerato dal dovere di palare delle cose che conosce. Hanno presentato questo concorso come una delle vecchie cose del sud, è l’unico concorso serio e rigoroso, con due prove scritte, che si sia fatto in Italia. Mi auguro che questo paradosso sia risolto dal governo e dica qualcosa il ministero del Lavoro, oltre a quello della Funzione pubblica. Questa è l’Italia di oggi».
LO SDEGNO DEI BORSISTI
In una lettera aperta alla redazione domenica mattina i corsisti avevano mostrato tutta la loro contrarietà alla posizione assunta da Brunetta. Non solo avevano messo in risalto quanto fatto nella Pubblica amministrazione in una situazione emergenziale: da un lato la pandemia, dall’altro quello di Quota 100 che aveva lasciato “sguarniti” o in difficoltà diversi uffici.
«È successo che con i pensionamenti dovuti a quota 100 – si legge nella lettera aperta – ci siamo ritrovati a svolgere il tirocinio presso amministrazioni praticamente vuote, senza personale, con l’acqua alla gola. E quindi siamo stati caricati di lavoro, come veri e propri dipendenti. È successo che le tempistiche tra una fase e l’altra del concorso sono diventate lunghissime, e pertanto gli enti si sono pentiti di aver partecipato a questa procedura, visto che ci attendono dal 2018. È successo che ci siamo ritrovati nel bel mezzo di una epidemia mondiale, con tutti gli annessi rischi. È successo che il materiale fornitoci dal Formez si è rivelato essere incredibilmente folto, con migliaia di pagine di slide, svariati approfondimenti, ore e ore di videolezioni, quiz, esercitazioni. È successo che quindi ci siamo ritrovati a dover fare una scelta. Abbandonare questa procedura così piena di problemi e incertezze, o abbandonare qualsiasi altro lavoro o possibilità lavorativa, per l’impossibilità di conciliare le due cose. E noi abbiamo scelto la seconda opzione».
Nelle scorse settimane, inoltre, i borsisti avevano manifestato dinanzi palazzo Santa Lucia, sede della Giunta regionale, per sollecitare l’assunzione immediata di tutti e chiedere l’eliminazione della prova scritta.
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