Attilio Fontana e Letizia Moratti
4 minuti per la letturaUna società poco organizzata, che si affida troppo ai consulenti esterni e che spesso sono sempre gli stessi, soprattutto quando si tratta di questioni legali. Una società che, nonostante la sua mission, incide poco o nulla sull’efficientamento degli acquisti degli Enti del sistema sanitario regionale.
Per Aria Spa, azienda controllata dalla Regione Lombardia e al centro delle polemiche per la gestione delle prenotazioni delle vaccinazioni anti Covid, è netta la bocciatura che arriva dalla Corte dei Conti. Ieri c’è stata l’adunanza della Sezione regionale di controllo, i giudici si sono concentrati su due aree principali: l’assetto societario (governance, bilancio e personale) e la gestione degli acquisti di beni e servizi sanitari in Lombardia, su un periodo di riferimento che copre il 2019 e il primo semestre del 2020.
“Un fattore critico trasversale riguarda l’inadeguatezza di un sistema informativo di Aria spa in relazione agli obiettivi strategici ad essa assegnati di supporto al governo integrato della spesa guidato dall’analisi dei dati”, scrivono subito i magistrati. Sono 319 le pagine di rilievi, dalle quali emerge anche che “Aria spa non solo non partecipa alla programmazione degli acquisti degli enti del Ssr, con una propria programmazione” ma “neppure dispone dei piani biennali così approvati e delle informazioni ivi contenute”.
Secondo la Corte dei Conti, “l’istruttoria – si legge nella relazione – ha mostrato uno scarto significativo tra il modello organizzativo adottato da Aria e le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili, rilevando altresì criticità relative ad una molteplicità di discipline contrattuali, all’incremento del personale attribuito agli uffici di staff, al mancato rispetto del principio di onnicomprensività del trattamento economico dirigenziale, all’affidamento di incarichi esterni per servizi legali, e al ricorso eccessivo alle consulenze”.
È sugli appalti che i giudici mostrano perplessità: a fronte di una media degli acquisti programmati tramite l’Agenzia pari quasi al 70% del totale, l’istruttoria sui dati di bilancio ha rivelato che gli acquisti effettivi tramite il canale centralizzato non superano il 36%. “La quota residuale degli acquisti è gestita in maniera frammentaria ed autonoma, con possibili diseconomicità ed inefficienze”, bacchetta la Corte dei Conti.
Non mancano i rilievi anche nei confronti della stessa Regione Lombardia: “La Regione, in veste di principale committente di Aria spa, dovrebbe acquisire dalla società, all’atto di ogni affidamento, la curva del carico di lavoro in corso e la dimostrazione dell’impatto che il nuovo lavoro può avere sulle unità operative, al fine di accertare la reale capacità della società di svolgere la commessa, senza creare danni o ritardi ai progetti avviati”. Aria finisce per rivestire il “ruolo di mero collettore” e questo provoca “un’insufficiente attività di coordinamento del Tavolo tecnico degli appalti”. Ad esempio, per quanto riguarda solamente i lavori pubblici di edilizia sanitaria, in undici interventi in corso “Aria non risulta aver mai assunto il ruolo di soggetto aggregatore, bensì la diversa funzione di stazione appaltante delegata”.
Neanche il monitoraggio degli acquisti sanitari risulta sufficientemente presidiato dal sistema di raccolta attualmente in uso, “strutturalmente inadeguato a fornire dati di buona qualità”. L’istruttoria di ieri ha inoltre mostrato “un’elevata incidenza degli acquisti non soggetti a gara per circa un miliardo di euro”. Nel dettaglio sono 201.598 le procedure sotto i 40mila euro per un importo complessivo di 1,1 miliardi di euro nel periodo oggetto di esame, a fronte di circa 11 miliardi di euro per le procedure ordinarie. “Una dimensione rilevante, questa, sia in valore assoluto, che in termini percentuali (circa il 10%)”, sottolinea la Corte dei Conti.
Non solo: nonostante la Lombardia, al pari delle altre Regioni del Nord, sia beneficiaria di una fetta più importante del fondo sanitario nazionale rispetto alle Regioni del Mezzogiorno, minima, per non dire residuale, è la parte riservata agli investimenti. “La debolezza dell’attività di programmazione da parte del sistema Regione-Aria-enti del servizio sanitario regionale – evidenziano infatti i magistrati contabili – è confermata anche nel campo degli investimenti, a cui è dedicato solo l’1% del fondo sanitario, con un’attività di aggregazione degli acquisti limitata allo 0,2% di tutte le procedure di appalto bandite nel periodo in esame”. “La spesa per investimenti degli enti del servizio sanitario regionale – si legge – e in particolare per l’acquisto di attrezzature sanitarie, risulta sovrastata dalla spesa corrente per consumi intermedi”.
All’adunanza di ieri sono interventi anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’amministratore unico della partecipata, Lorenzo Gubian, i quali, prendendo atto dei rilievi della Corte hanno dato assicurazioni per il futuro di superare le criticità segnalate. Persino nella gestione dell’attuale emergenza sanitaria legata alla pandemia Covid, i giudici evidenziano “criticità”: “Esulano – scrivono i magistrati – dall’esame condotto dalla Corte le vicende più recenti strettamente connesse alla gestione di alcuni aspetti dell’emergenza affidati ad Aria spa, nonostante sia palese l’oggettiva influenza dei fattori di criticità qui rilevati”.
E poi è stato riscontrato un “ricorso eccessivo, nel numero e negli importi conferiti, alle consulenze che collide con il pieno rispetto del principio di buon andamento e auto-organizzazione dell’amministrazione pubblica”. In particolare, in relazione all’affidamento dei servizi legali emergerebbe “una scarsa rotazione degli incarichi di affidamento dei servizi stessi, in distonia con principi di economicità, efficacia, imparzialità, buon andamento, parità di trattamento trasparenza, proporzionalità e pubblicità”. La Corte dei Conti, infine, invita la Regione Lombardia a maggiori controlli: “La Regione, tra l’altro, quale unico socio pubblico, ha l’obbligo di vigilanza nei confronti della società in house”.
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