Renato Brunetta
3 minuti per la letturaPer ripristinare la piena efficienza nella Pubblica amministrazione bisognerebbe assumere 150mila giovani l’anno. Il ministro della Pa, Renato Brunetta difende le nuove regole di reclutamento del personale pubblico dopo gli attacchi di questi giorni.
Anzi, rilancia sottolineando la necessità di svecchiare burocrazia e di immettere forze giovani in un Paese che ha «svilito e desertificato il proprio capitale umano pubblico» con anni di blocco del turn over.
SMART WORKING E CONCORSI
In una conversazione nel corso dell’evento organizzato dalla società di consulenza Pwc, “Italia 2021: è tempo di ricostruire”, Brunetta ha affrontato anche la questione dello smart working nella Pubblica amministrazione che ultimamente ha creato molti mal di pancia perché considerata l’anticamera di quelli che lo stesso Brunetta, dodici anni fa, aveva definito “fannulloni”. Ma erano altri tempi. Ora è tutto diverso. Ora la nuova parola d’ordine è la coesione.
Brunetta chiarisce che il lavoro a distanza sarà utilizzato solo se migliora l’efficienza del sistema e se il consumatore finale, ovvero il cittadino, potrà essere comunque soddisfatto con questa nuova modalità di lavoro.
E su questo c’è stato un botta e risposta con la ministra Dadone. L’ex titolare della Funzione pubblica, con il governo Conte, ha rivendicato i meriti della sua gestione. Piccole gelosie davanti al mondo che cambia.
La Dadone ha ricordato che da gennaio sono i dirigenti a stabilire quali sono le attività che possono essere svolte da casa e le persone che possono lavorare a distanza.
Sui concorsi resta alta la polemica dopo la pubblicazione del decreto del governo Draghi che semplifica le procedure per il reclutamento del personale non dirigenziale valorizzando i titoli e prevedendo una sola prova scritta e una orale in videoconferenza che diventa “eventuale” in questa fase di emergenza.
Sulla pagina Facebook di Brunetta ci sono centinaia di messaggi che chiedono di cambiare l’articolo 10 del decreto (quello che semplifica le procedure dei concorsi) e molte richieste di mantenimento della prova preselettiva. «Leggendo i social in questi giorni – ha detto Brunetta – avrete visto che c’è stata un’ondata di reazioni impaurite di giovani sulle cose che stiamo dicendo, capitanati dai loro cattivi maestri». Il riferimento è a un articolo dei giorni scorsi dell’ex presidente Inps, Tito Boeri, che criticava le nuove regole. «Per ripristinare un minimo di turn over serio qualitativo e quantitativo – ha osservato il ministro – ci vogliono 150.000 giovani l’anno».
IL RECLUTAMENTO
La parte della nuova normativa che preoccupa molti giovani che scrivono contro le nuove regole è quella relativa alla fase di valutazione dei titoli ai fini dell’ammissione alle successive fasi concorsuali. Questi e l’eventuale esperienza professionale, inclusi i titoli di servizio, si legge nel decreto, «possono concorrere alla formazione del punteggio finale».
L’altra preoccupazione riguarda la sola eventualità della prova orale per i concorsi che si tengono nella fase di emergenza. «Il nostro Paese – ha detto Brunetta – ha svilito, desertificato il proprio capitale umano pubblico. Questa è l’Italia di oggi. Abbiamo una grande occasione con il Recovery, con i 200 miliardi che l’Europa ci dà per ripartire con gli investimenti pubblici e privati e per reinvestire nel capitale umano. Sto cambiando – ha spiegato parlando di una cosa «difficilissima» – le regole del gioco del reclutamento dei dipendenti pubblici. Se non cambi le regole del reclutamento non si può fare ricambio generazionale».
Sul lavoro a distanza Brunetta ha detto che l’obiettivo deve essere comunque l’efficienza e le modalità andranno disciplinate nei nuovi contratti di lavoro.
«Ho dovuto vedere in giro degli sportelli – ha pecisato – con su scritto: “Chiuso per smart working”. Da lì sono partito per dare la risposta. Una forma di lavoro complessa che mette insieme stili di vita, organizzazione del lavoro, produttività, efficienza, ecc. con la soddisfazione del cittadino. Io ho detto ai miei che la pubblica amministrazione utilizzerà lo smart working solo se migliorerà l’organizzazione del lavoro, l’efficienza del lavoro e aumenterà la soddisfazione del cliente. Solo se queste tre cose ci saranno contemporaneamente nel nuovo processo organizzativo ci sarà smart working, altrimenti no, si tornerà sul posto di lavoro».
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