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Sabino Cassese

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Con una lettera cortese al presidente Sabino Cassese un nutrito gruppo di componenti del comitato dei saggi sui Lep esprime il proprio disappunto


“Giunti quasi alla conclusione dei nostri lavori, non risultano sciolti alcuni nodi di natura concettuale e metodologica sui quali in più occasioni proprio il Sottogruppo 5 aveva richiamato, anche per iscritto, l’attenzione, a partire dalla stessa nozione di LEP. La mancata definizione di tali nodi, a nostro avviso, finisce per rendere provvisorie e instabili le conclusioni con cui terminano i lavori del Comitato.“

Cosi in una lettera molto cortese che inizia con caro Presidente, carissimo Sabino, un numero consistente di componenti del Sottogruppo 5 della Commissione per l’individuazione dei Lep manifesta tutta la sua insoddisfazione per il modo in cui si stano conducendo i lavori. Evidenziando, se ancora c’è ne fosse bisogno, una forzatura evidente del processo democratico.
La legge sull’autonomia differenziata che, come dice Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria “é stata approvata di notte e di fretta. Una legge di questo genere doveva essere maggiormente metabolizzata dal Paese. Invece è stata approvata facendola sembrare ancora più divisiva rispetto a quello che è”, continua a suscitare opposizioni e riserve.
Un percorso che prima dell’approvazione ha ignorato qualunque critica manifestata. Da Banca d’Italia, da diverse Commissioni Parlamentari, da Centri Studi accreditati, perfino dalla Conferenza Episcopale Italiana.

COMITATO DEI SAGGI E LEP, L’OPERA INARRESTABILE DI CALDEROLI

Nulla ha fermato Roberto Calderoli. Come un bulldozer ha frantumato e calpestato chiunque si ponesse in una posizione critica. Non ha tenuto conto delle riserve degli altri Partiti di governo, minacciando la crisi di a ogni ostacolo che frapponevano gli altri alleati.
Ha compattato i tempi della discussione in modo esasperato e, come quei bambini che minacciano di portar via il pallone se non si gioca come vogliono loro, é riuscito nell’intento di portare a casa il bottino.

Una operazione che sarà portata a termine, come è probabile, malgrado le opposizioni e le numerose defezioni di componenti delle varie Commissioni, grazie alla complicità di alcuni eminenti studiosi che si sono prestati a dare copertura ad una visione discutibile di Paese, e di molti politici meridionali che hanno privilegiato l’appartenenza al partito e la linea dettata da esso invece che perseguire gli interessi dei propri territori.

Adesso vista la levata di scudi degli alleati, che vogliono che prima di partire si debbano finanziare i Lep, si deve ridimensionarne la dimensione economica. E avendo come obiettivo la loro attuazione senza costi aggiuntivi, una sorta di quadratura del cerchio, si cercherà di trovare quegli algoritmi che dovranno dire che in realtà i livelli essenziali già esistono, perché il costo della vita è più basso al Sud, perché si sta spopolando. Quindi si affermerà che è inutile finanziare gli asili nido perché non ci saranno più i bambini. Che é solo spreco prevedere una sanità adeguata perché non vi saranno più i malati perché trasferiti. Che non serve avere risorse per il tempo pieno a scuola perché non ci saranno più studenti e infine che non bisogna creare posti di lavoro per territori spopolati.

I RISCHI LEGATI AD UNA GESTIONE NON CORRETTA DEI LEP E DELL’AUTONOMIA

Sembra una esagerazione quella che si sta immaginando, ma non più di tanto. Non è il sistema utilizzato per gli asili nido che potevano non essere finanziati in alcuni Comuni visto che non ne avevano e si poteva dedurre che non ne avessero bisogno? Tanto che Giancarlo Giorgetti fece secretare i dati perché dirompenti? Zero al Sud dice Marco Esposito.
Ma sappia il Ministro dell’Economia che può stare tranquillo e che non vi sono schiaffi in pieno viso tali da far reagire un Sud, che ormai si è abituato a non essere destinatario dei diritti di cittadinanza più ovvi.
Ha reagito quando l’Autostrada del Sole si è fermata a Napoli e successivamente l’Alta Velocità ferroviaria a Salerno. O quando gli sono stati tolti figli e nipoti per “ deportarli” a miglia di km di distanza? O quando il diritto al lavoro di cui parla la Costituzione é rimasto scritto sulla Magna Carta come sulla sabbia?

PERCHÉ IL SUD DOVREBBE REAGIRE?

Perché dovrebbe reagire adesso che la spesa storica, ingiustizia palese che per anni é stata consumata a danno del Sud, viene costituzionalizzata? Come dice Noam Chomsky, se la rana la fai abituare piano piano all’acqua che si riscalda alla fine finisce lessata senza che se accorga.
L’andamento eccezionalmente positivo della raccolta delle firme per l’abrogazione della legge sull’autonomia deriva molto più da una contrapposizione politica e dalla mobilitazione delle opposizioni, della Cgil e della Uil che dalla consapevolezza di stare entrando in un vicolo cieco nel quale si ritroverà con una legge costituzionale che affermerà che é giusto che ci siano cittadini di seria A e B. Che nascere a Sondrio è una fortuna, mentre nascere a Crotone è una disgrazia. Si verificherà quel regime di apartheid che ha caratterizzato per tanti anni primi gli Stati Uniti, fino a poco tempo fa il Sud Africa, in cui i diritti dipendevano dal colore della pelle.
Da noi i diritti già dipendono dal luogo in cui si nasce. Nel tempo invece di procedere all’unificazione economica e sociale si affermerà costituzionalmente che tale condizione è legittima.

LEP, LA LETTERA CRITICA DEI COMPONENTI DEL COMITATO DEI SAGGI

La lettera di oggi di molti componenti della Commissione 5 finisce con una bocciatura su tutto il fronte del lavoro del Comitato. “La mancata definizione di tali nodi, a nostro avviso, finisce per rendere provvisorie e instabili le conclusioni con cui terminano i lavori del Comitato”.
Ma come molte altre prese nette di posizioni contro é facile prevedere che anche questa non avrà alcun risultato.

L’Autore del Porcellum si è blindato con la sua corte veneziana di eccellenti ricercatori, suggerita dalla mosca cocchiera di Luca Zaia, che devono contemporaneamente fare gli arbitri e i giocatori. Mentre il Partito Unico del Nord, forte dei suoi quotidiani, dei Centri di Ricerca Universitari, alla fine non si strappa le vesti per il permanere di una situazione rimasta immutata dal 1860. E un Sud immobile continuerà a subire, senza alcuna capacità di reazione vera. Dividendosi in tanti rivoli di meridionalisti ininfluenti che l’elettorato gestito da una classe dominante estrattiva ascara non seguirà nelle urne.
Convinto sempre più che la colpa del mancato sviluppo risiede nelle proprie carenze, perché incapaci di scegliere una classe politica adeguata. Dimenticando quanto incide nella capacità di scegliere la formazione carente e la dispersione scolastica mai veramente combattuta da uno Stato complice e interessato a lasciare una situazione immobile.
In aggiunta le leggi elettorali, che i partecipanti alla lobbie politica varano, favoriscono l’immobilismo e il permanere di coloro che nel club dei partiti ci sono già. Con il risultato di controlli all’entrata quasi insuperabili.


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