Roberto Calderoli
3 minuti per la letturaL’autonomia differenziata che verrà attribuita su richiesta alle singole Regioni potrà essere “modificata o revocata” dallo Stato: è un passaggio importante previsto da un emendamento del Pd al ddl Calderoli approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato con il parere favorevole del governo e con il voto anche della maggioranza.
“L’emendamento – ha spiegato il capogruppo Dem in Commissione Andrea Giorgis durante una pausa dei lavori – è importante perché con questo chiariamo che l’interesse nazionale prevale su tutto, e che esso viene tutelato se la differenziazione delle Regioni va a lederlo”. Ieri la commissione Affari costituzionali del Senato ha ripreso il voto degli emendamenti al primo articolo del ddl, mentre mercoledì erano stati votati tre emendamenti dei 110 depositati sul primo articolo. La Commissione Bilancio ha espresso parere contrario ad altri 22 emendamenti, che risultano quindi inammissibili.
Quella di ieri è stata, tutto sommato, una seduta all’insegna di una inconsueta unanimità in Commissione Affari costituzionali: sono state votate circa 50 proposte di modifica al primo articolo sulle complessive 85, con l’approvazione all’unanimità di alcune sia della maggioranza che dell’opposizione. Il clima disteso di confronto è stato sottolineato sia dalla maggioranza che dall’opposizione che dal governo. La Commissione tornerà a riunirsi martedì prossimo.
“Sono soddisfatto – ha detto il ministro Roberto Calderoli al termine – abbiamo approvato all’unanimità 7 emendamenti in un clima di confronto serio con le opposizioni. È calato il clima di scontro che era nato su contenuti estranei al disegno di legge”. Anche il presidente della Commissione, Aberto Balboni (Fdi), ha sottolineato l’unanimità delle approvazioni. “Si discute, si ragiona, perché è così che lavora il Parlamento. Alcuni emendamenti delle opposizioni sono stati accolti, su altri è stato spiegato che i temi trattati vengono affrontati con emendamenti in altri articoli. Sono soddisfatto di come stiamo affrontando i problemi”.
“Abbiamo registrato – ha detto Andrea Giorgis, capogruppo del Pd in Commissione – qualche primo piccolo segnale di resipiscenza da parte della maggioranza. Vedremo nel prosieguo dei lavori se governo e maggioranza ascolteranno le nostre fondate obiezioni su un testo che rischia di compromettere la coesione sociale e politica dell’Italia”. Adesso, la Commissione tornerà a riunirsi martedì prossimo per concludere il voto degli emendamenti sul primo articolo, che enuncia solo principi e criteri, per poi proseguire con quelli al secondo articolo, che tratta delle procedure da seguire per stabilire le intese tra lo Stato e le Regioni che chiedono l’autonomia differenziata. Invece si attenderà l’audizione di Sabino Cassese, presidente del Comitato per il Lep, attorno al 20 settembre, prima di iniziare l’esame degli emendamenti all’articolo 3, che riguarda la definizione degli stessi Lep e dei relativi fabbisogni standard.
Tra gli emendamenti approvati ieri anche quello di Fratelli d’Italia che stabilisce che nella definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) e dei relativi fabbisogni standard dovranno essere tenuti presenti gli “svantaggi derivanti dall’insularità”. La legge quindi, nel definire le procedure con cui viene attribuita l’autonomia differenziata alle Regioni che la chiederanno, dovrà rispettare i principi di “coesione economica, sociale e territoriale, anche con riferimento all’insularità”. Tuttavia, oltre al principio indicato nel primo articolo, ha sottolineato il senatore Andrea De Priamo, l’emendamento interviene sull’articolo 3 che riguarda i Lep e i relativi fabbisogni standard. Nella definizione di questi ultimi si dovrà “tener conto degli svantaggi derivanti dall’insularità”.
Inoltre, con ci sarà il vaglio dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, l’Upb, sulle intese tra Stato e Regioni sull’autonomia differenziata, proposto da due emendamenti di Avs e M5s. La Commissione Bilancio, su richiesta del governo, ha infatti dato parere contrario alle due proposte di modifiche che quindi risultano inammissibili e non sono state nemmeno votate dalla Commissione di merito.
La commissione Bilancio, come si può leggere sui resoconti del Senato, ha espresso i pareri all’articolo 2 del ddl Calderoli, che definisce la procedura da seguire per giungere alle intese tra lo Stato e una Regione che chiede l’autonomia differenziata. Il ddl prevede che la Regione trasmette alla Presidenza del Consiglio e al Ministero per gli Affari regionali la sua richiesta; il governo “acquisita entro trenta giorni la valutazione dei Ministri competenti per materia e del Ministro dell’economia e delle finanze, anche ai fini dell’individuazione delle necessarie risorse finanziarie”, avvia il negoziato
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