La facciata di un Comune
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I bilanci dei Comuni del Sud tornano a soffrire e riprende a crescere il numero di dissesti. È allarme per Calabria e Campania
Finita l’emergenza Covid, i bilanci dei Comuni del Sud tornano a soffrire e riprende a crescere il numero di dissesti. Potrebbe sembrare un paradosso ma non lo è, il perché lo spiega la Corte dei Conti nella relazione sulla situazione economico-finanziaria 2020-2022 degli Enti locali (Comuni, Province e Città metropolitane): “E’ cessata infatti (e si sono esaurite le code) l’erogazione straordinaria agli enti di prossimità per contrastare il fenomeno pandemico che, soprattutto nei Comuni con maggiori difficoltà, hanno svolto anche una funzione di ausilio al conseguimento degli equilibri di bilancio”, evidenziano i magistrati contabili.
I dissesti strutturali nei Comuni di Sicilia Calabria e Campania
Ma a preoccupare è l’allarme che lancia la stessa Corte dei Conti: “Si può affermare che in tre Regioni italiane, Sicilia, Calabria e Campania il fenomeno” dei dissesti “presenta caratteristiche strutturali che investono la tenuta stessa del sistema multilivello. In altre Regioni del Centro-sud rileva soprattutto perché coinvolge molte città e centri di grandi dimensioni. Nel resto del paese è un fenomeno marginale”. Insomma, la situazione è seria. Il 2022, secondo l’analisi dei magistrati contabili, ha fatto registrare “una forte dinamica del fenomeno”. Dal primo gennaio al 31 dicembre hanno deliberato la dichiarazione di dissesto o attivato una procedura di riequilibrio finanziario pluriennale 70 Comuni: 44 nuovi riequilibri e 26 nuovi dissesti. In tre casi si è trattato di una “falsa partenza”: tre Comuni siciliani, che, nel corso dell’anno avevano intrapreso la strada del riequilibrio finanziario non sono riusciti ad approvare il piano, passando al dissesto.
La crescita dei Comuni in crisi
Allargando lo sguardo, nell’ultimo triennio (2020-2021-2022) si registra una crescita di Comuni in crisi. Le procedure attivate dal 1989 (anno di istituzione del dissesto finanziario) e dal 2012, (anno di introduzione della procedura di riequilibrio) sono, al 31 dicembre 2022, 1.243 (732 dissesti e 511 riequilibri), di cui 931 riguardano Comuni. Il valore medio nazionale dei Comuni in dissesto o in procedura di riequilibrio è del 12% ma “nelle tre Regioni prima richiamate la strutturalità emerge con evidenza”.
Infatti, in Calabria il 51% dei Comuni ha attivato una delle due procedure contro lo squilibrio finanziario, in Campania il 36% e in Sicilia il 35%. Le altre quattro Regioni, in cui il fenomeno ha assunto un certo rilievo, sono la Puglia (28%), il Molise (24%), la Basilicata (23%) e il Lazio (21%), con una forte accelerazione dei casi di criticità finanziaria in quest’ultima Regione.
Meno risorse ai Comuni del Sud
“Nel resto dei territori è un problema marginale”, sottolineano i magistrati. Insomma, è soprattutto un problema del Mezzogiorno e non può essere nemmeno un caso: i Comuni del Sud, per almeno un ventennio, sono stati destinatari di minori risorse da parte dello Stato rispetto a quelli del Nord e lo sono ancora oggi. Questa evidenza sommata anche al malgoverno ha provocato questo disastro amministrativo.
Tra il 2018 e il 2021 sono stati 44 i Comuni in Sicilia che hanno dichiarato dissesto, 35 in Calabria, 32 in Campania, sono le prime tre regioni e rappresentano l’80% del totale nazionale, segue il Lazio con 9.
Nel 2022 all’elenco già lungo si sono aggiunte: “Potenza – si legge nella relazione – che, da poco uscita da un lungo dissesto, proprio per il peso che la gestione liquidatoria ha trasferito sul Comune in bonis, è stata costretta ad attivare una procedura di riequilibrio (delibera n. 11 del 28/02/2022); Cosenza in Calabria che, in presenza di un dissesto ancora aperto ha attivato una procedura di riequilibrio (delibera n. 30 del 18/10/2022); Afragola in Campania, ha dichiarato il dissesto (delibera n. 62 del 14/06/2022); Cava dei Tirreni, in Campania, ha attivato la procedura di riequilibrio (delibera n. 11 del 21/04/2022); Aversa, in Campania, che ha attivato la procedura di riequilibrio (delibera n. 72 del 19/12/2022); e infine Vasto, in Abruzzo, che ha attivato una procedura di riequilibrio (delibera n. 11 del 28/02/2022)”.
Il rapporto criticità finanziaria e dimensione del Comune
Permane anche un rapporto diretto tra criticità finanziaria e dimensione del Comune: “Il numero dei piccoli Comuni coinvolti prevale in valore assoluto ma, se si rapporta il dato alla classe di popolazione di appartenenza, si può notare la maggiore incidenza della criticità finanziaria in quelli più grandi”, scrivono i magistrati. Si va dal 7% per i Comuni al disotto dei 2 mila abitanti al 10-12% per quelli al disotto dei 20 mila, sino ad arrivare al 15-17% per le classi di popolazione superiore (dai 20 mila abitanti in su). “Pesa, sicuramente, la crescente complessità amministrativa e questo aspetto è molto rilevante, perché nella riorganizzazione dello strumentario normativo, le attenzioni maggiori vanno indirizzate proprio verso questa dimensione, mentre le criticità dei piccoli Comuni possono essere risolte con limitate risorse finanziarie e una tempestiva azione di affiancamento”, avverte la Corte dei Conti.
Dissesti dei comuni, le criticità delle procedure di riequilibrio
Anche per le procedure di riequilibrio i Comuni del Sud “primeggiano”: se si concentra l’attenzione sulle procedure ancora attive al 31 dicembre 2022, ne risultano 262 di cui 42 avviate nel 2022. I Piani approvati (e in molti casi rimodulati e riformulati) dalle Sezioni regionali sono 126 e sono in corso di svolgimento. Gli altri 136 sono ancora in istruttoria, in molti casi da molti anni. Dal punto di vista territoriale, come nel caso del dissesto, si assiste a una forte concentrazione del fenomeno in alcune Regioni meridionali. La prima posizione della graduatoria regionale è della Sicilia (47 casi), seguita dalla Campania (45) e dalla Calabria (36). In quarta posizione, la Regione Lazio, con 33 Comuni coinvolti, di cui 15 registrati nell’ultimo biennio. E nei primi mesi del 2023 hanno già dichiarato il dissesto sei Comuni che avevano attivato la procedura di riequilibrio.
La localizzazione territoriale dei fallimenti è quasi tutta nel meridione: solo 22 procedure sulle 160 indicate sono state attivate in Regioni del Centro e del Nord (il 13,7%). Si registrano 47 fallimenti in Sicilia, 30 in Campania e 44 in Calabria.
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