X
<
>

La ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, alla rassegna "Forum in Masseria"

Share
4 minuti per la lettura

L’attuazione del Pnrr e la capacità da parte delle amministrazioni locali di mettere a terra «l’ingente mole di risorse» in campo «è la sfida delle sfide»: «Il governo ha avviato un’operazione di programmazione colossale dei fondi in arrivo dall’Unione europea, con l’obiettivo, tra gli altri, di favorire la convergenza tra il Nord e il Sud del Paese e la riduzione dei doveri territoriali, stanziando per il Mezzogiorno almeno il 40% delle risorse, ed è la prima volta che vengono destinate al Sud risorse superiori alla percentuale dei residenti e del Pil prodotto. Ora gli enti locali devono fare la loro parte».

La ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, intervenendo alla rassegna “Forum in Masseria”, l’evento organizzato da Bruno Vespa nella masseria Li Reni di Manduria, in Salento, ricorda la portata dell’occasione storica che l’Europa ha offerto all’Italia, attraverso i fondi del Next Generation Eu, per innescare la marcia della ripartenza e riavviare la riunificazione economica tra le due macro aree su cui si gioca la crescita italiana e che ora, nell’attuazione degli interventi, assegna un ruolo di primo piano alle amministrazioni locali: «La vera partita si gioca a livello territoriale, attraverso una collaborazione virtuosa tra i vari livelli di governo», sottolinea la ministra.

La domanda suona come un refrain: riusciranno le amministrazioni del Sud a mettere a terra il Pnrr? Il governo ha costruito una rete di sostegno ampia, ed è pronto ad ampliarla ulteriormente, sostiene la ministra. Il metodo Pnrr è severo e sfidante: «Ci impone di rispettare un cronoprogramma con delle scadenze prestabilite, con dei target qualitativi, quantitativi, intermedi e finali. Se non saremo nelle condizioni e se non saremo in grado di rispettare questo cronoprogramma abbastanza rigoroso e stringete, perderemo i finanziamenti in arrivo dall’Unione Europea. Io penso che nessuno di noi voglia assumersi questa responsabilità».

E il Sud può permetterselo meno degli altri. La possibilità di creare sviluppo economico e sociale nel Mezzogiorno, ricorda Carfagna, passa, ad esempio, dagli investimenti nelle infrastrutture che superano la quota del 40%, arrivando al 50% «per spezzare l’isolamento nel quale si trovano molte regioni meridionali, che spesso è causa dell’arretratezza», dai fondi per gli asili nido – 1,2 miliardi per il Sud – e dalla «rivoluzione» introdotta con la definizione e il finanziamento dei Lep che “smontano” «l’odioso e ingiusto principio della spesa storica», un «combinato disposto» che «darà a tante donne la possibilità di cercare un lavoro o tenersi quello che hanno faticosamente trovato».

Per il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini – che annuncia il via libera al progetto della diga foranea di Genova e la pubblicazione a breve del bando da un miliardo – «il futuro vede il Mezzogiorno in una posizione completamente diversa dal passato». Interconnessione, piattaforma logistica e rinnovabili sono le “parole chiave” di questo cambiamento di scenario: «L’investimento che connette 11 porti, 11 aeroporti e 9 centri interomodali con la ferrovia – spiega il ministro – cambierà radicalmente il modo in cui si accederà a centri che sono economicamente importanti, perché al di là dei porti l’investimento nelle Zes vuol dire costruire retroporti connessi che potrebbero ospitare le imprese che a causa delle tensioni internazionali vogliono tornare a produrre in Europa: invece che concentrarle nella pianura Padana, sarà possibile farle tornare nel Sud. Poi, con le difficoltà a Est, l’Europa dovrà guardare ai Balcani, all’Africa, all’India: allora pensare a una piattaforma logistica dell’Italia come porto di partenza con proprie produzioni manifatturiere, anche retroportuali, segna un cambiamento importante».

Terza “chiave”: «Investire sulle rinnovabili, per le caratteristiche del Sud, vuol dire che in prospettiva» il Mezzogiorno «potrà essere la ‘batteria’ del resto del Paese, con un cambiamento culturale perché il Sud può diventare luogo che alimenta le attività economiche, sociali e personali nel resto del Paese». Il tema energetico dà al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, “l’aggancio” per proporre al governo – rappresentato a Manduria dai due ministri con lui sul palco – una sorta di “scambio”: «Visto che dobbiamo fare un sacrificio ambientale pesantissimo per fotovoltaico ed eolico, considerando che il governo ci chiede di fare 13 parchi eolici offshore con un certo impatto paesaggistico, contiamo moltissimo sull’aiuto del governo per i grandi investimenti internazionali, anche perché la Puglia in questo momento è oggetto di interesse spasmodico da parte di tantissime imprese».

La Puglia, aggiunge Emiliano, «sta facendo il suo dovere. Lo stiamo facendo nella trasformazione energetica dell’Ilva, stiamo accettando già adesso di produrre più del doppio dell’energia che consumiamo e penso anche alla riattivazione della Centrale Enel di Brindisi che sta andando a carbone a tutto spiano perché in questo momento evidentemente è più conveniente il carbone di altro».

Quindi «ci piacerebbe che il governo considerasse che, se ci sono grandi investimenti internazionali che possono essere destinati o al Nord o al Sud, e il Sud sta facendo questo sforzo per produrre maggiore energia a minori costo, che ci sia per questa regione attenzione concreta per gli investimenti. Se ci sono occasioni per il Paese che siano giocate sulle Regioni che collaborano di più e che hanno maggiori performance sotto l’aspetto dell’efficienza complessiva».


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE