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Mario Draghi, Roberto Fico e Sergio Mattarella

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«Dimenticatevi il Sud come è esistito fino a ieri…»: in coda all’appassionato intervento del ministro Mara Carfagna, queste parole sono il segno distintivo del Convegno “Verso Sud”, iniziato ieri a Sorrento. Uno dei tanti convegni sul Mezzogiorno? No, non uno dei tanti. Ma in che cosa si è rivelato diverso?

Cominciamo dai partecipanti. Non era mai successo che in un ‘uno dei tanti convegni’ (e non solo sul Sud) arrivassero in forza il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e mezzo Consiglio dei ministri, quasi a significare che qui si fa sul serio, qui si volta pagina… Il ‘voltar pagina’ riguarda quella ‘questione meridionale’ che, dalla (dis)Unità d’Italia in poi, ha sempre intorbidato le acque – mai chete – del nostro Paese. Il Sud d’Italia, disse Luigi Sturzo (lo ha citato Mario Draghi nel suo intervento) è “un ponte gettato dalla natura fra le sponde Nord e Sud del Mediterraneo”, e questa ritrovata centralità del Mezzogiorno deve essere messa a frutto.

Se non adesso, quando?, si potrebbe dire. Se non adesso che i fondi europei del Pnrr rendono possibili interventi e investimenti che erano prima nel libro dei sogni – se non adesso che la guerra in Ucraina dà lo smalto della necessità a un partenariato con l’Africa volto a cercare nuovi approvvigionamenti energetici per sottrarsi al ricatto russo, e le rotte passano per il nostro Sud – se non adesso che la ri-localizzazione (verso località più vicine e meno dominate da autoritarismi inaffidabili) spinge a investire in regioni dalle potenzialità inespresse e dotate di generosi incentivi – se non adesso che le proiezioni demografiche (negative sulla sponda Nord del Mare Nostrum, e positive sulla sponda Sud) rendono di tanto più urgente la costruzione, a beneficio di tutti, di quel ‘ponte’ citato da Luigi Sturzo…

Insomma, oggi – vuol dire questo convegno – il Mezzogiorno non è il problema, è la soluzione. Affermazione che in passato avrebbe potuto suonare arrischiata, ma che oggi è supportata da analisi convincenti, sintetizzate in un Libro Bianco presentato da «The European House – Ambrosetti». Ma le analisi non bastano. Nella «Lettera di San Giacomo» l’Apostolo argomenta che le opere non bastano se non c’è la fede – così come la fede non basta se non è accompagnata dalle opere. E la ‘fede’ si respirava negli interventi di questo “Verso Sud”, nell’anelito a un nuovo inizio, a una nuova stagione. Come ha ricordato Mara Carfagna, bisogna passare dalla rivendicazione all’azione, dalle geremiadi di un Meridione abbandonato a un ‘meridionalismo del fare’ volto a raccogliere e valorizzare i tanti punti di forza del Sud, un ‘valorizzare’ che ridonda a beneficio dell’Italia intera e dell’Europa intera, che ha bisogno di quel ‘ponte’ appena ricordato.

Le ‘opere’ cui si riferiva San Giacomo si declinano, nel nostro caso, in due direzioni le analisi (Quid agendum) e i fatti (actus, o, se vogliamo guardare al futuro, acturus). Delle prime ne abbiamo molte e abbondanti: il Libro Bianco ne dà contezza, alcune già conosciute, altre originali, e, non ultimo merito di quel lavoro, troviamo la descrizione delle Best practices di altri Paesi, cui ci possiamo e dobbiamo ispirare (Tangeri, Dubai e Barcellona per le zone portuali, Il Montenegro per il turismo sostenibile, il Fraunhofer Institute per la collaborazione imprese-università… – ma fortunatamente ci sono, ricorda il Libro Bianco, anche delle Best practices da noi, come il Polo di San Giovanni a Teduccio per la rigenerazione urbana). Preziosa è anche l’analisi dedicata all’Economia del mare, dove il Mezzogiorno è solidamente installato, ma con molto lavoro ancora da fare.

La Blue economy (anche se per Gabriele d’Annunzio l’Adriatico «è verde come i pascoli dei monti») è un cantiere promettente, e non solo per la logistica marittima (anche per l’estrazione dell’energia dal moto ondoso). Qui i problemi non sono solo di politica industriale ma anche – e passiamo a una delle prescrizioni ‘orizzontali’ del Libro Bianco – di governance: le competenze frammentate sono una delle cause principali che hanno impedito di sfruttare i vantaggi che ci ha dato la geografia.

Come ha ricordato Mario Draghi, il Pnrr assegna al Mezzogiorno – e questa ‘assegnazione’ è stata voluta e sostenuta dall’Unione europea – una grossa fetta dei fondi, specie per il miglioramento della dotazione infrastrutturale.

La sfida è passare dalle parole all’azione, dallo ‘stanziamo’, destiniamo’, ‘dobbiamo’… alla spendita effettiva. La fede – il convegno lo ha mostrato – c’è. Ora non c’è che da passare alle opere…


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