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Il ministro per il Sud Mara Carfagna

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L’ECONOMIA italiana cresce, superando le aspettative, grazie anche ai risultati della campagna vaccinale. Il mercato del lavoro va bene, e il mezzo milione di occupati in più registrati da gennaio dall’Istat lo confermano. Sulle situazioni “riprovevoli” messe in atto da alcune aziende – i licenziamenti via whatsapp – il governo interverrà caso per caso. Intanto la sfida è  “riuscire a mantenere anche nei primi due trimestri del 2022 tassi di crescita considerevolmente più elevati di quello che si aveva prima della pandemia. Lì si giudicherà veramente la capacità dell’economia di trasformarsi e diventare strutturalmente più solida”.

È il quadro economico illustrato dal premier Mario Draghi nel corso della conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri che, tre le altre cose, ha varato un pacchetto di interventi per il Mezzogiorno che proprio nella sfida della crescita gioca un ruolo importante. Il dl Infrastrutture approvato ieri dal Cdm, infatti, contiene misure per la riduzione dei divari infrastrutturali tra il Mezzogiorno e il resto del Paese e a sostegno di Comuni e le Regioni meridionali nella definizione dei progetti per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Misure che, ha sostenuto il ministro per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, aprono la strada a “una svolta nel superamento delle diseguaglianze tra Nord e Sud e nel riscatto delle regioni meridionali”. “Con le misure approvate – ha affermato – cominciamo a demolire il muro invisibile che divide il Mezzogiorno dal resto del Paese in materia di infrastrutture, edilizia scolastica, progettazione territoriale”.

Si “parte” dalla nuova  norma sulla perequazione – concordata in sede di Conferenza delle Regioni –  che sblocca il Fondo perequativo infrastrutturale che ha in dote 4,6 miliardi di euro per gli anni 2022-2033, destinati ad accorciare le “distanze” tra le diverse aree del Paese. Il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile avrà il compito di effettuare una ricognizione delle infrastrutture che ricadono nella competenza statale – sanitarie, assistenziali, scolastiche, portuali, aeroportuali, ferroviarie e idriche – sentiti gli enti locali interessati e le strutture tecniche del ministero del Sud. Il censimento delle altre spetterà alle amministrazioni territoriali, con il supporto dell’Agenzia per la coesione territoriale. I risultati dovranno essere inviati al governo entro la fine dell’anno, seguirà entro il 31 marzo un Dpcm  con le priorità per selezionare gli interventi da finanziare. I ministeri cui verranno assegnate le risorse dovranno, entro i successivi 30 giorni, predisporre un piano da attuare con un apposito decreto d’intesa con il Mef in cui dovranno essere indicati l’opera, le risorse finanziarie, i soggetti attuatori e il cronoprogramma.

Per quanto riguarda, in particolare, i finanziamenti, per il primo anno il decreto “stanzia” 100 milioni, mentre dal secondo anno le risorse crescono progressivamente: 300 milioni all’anno tra il 2023 e il 2027, 500 milioni dal 2028 al 2033. Il dl prevede poi l’istituzione, presso la Presidenza del consiglio dei ministri, del “Fondo concorsi progettazione e idee per la coesione territoriale” destinato a tutti i comuni del Mezzogiorno e delle aree interne con una popolazione inferiore a 30mila abitanti: 120 milioni su cui 4.600 amministrazioni potranno contare per dotarsi di un “parco progetti” per poter partecipare ai bandi e utilizzare le risorse messe in campo attraverso il Pnrr, il Fondo si sviluppo e coesione, i fondi strutturali.  

Il ministero per il Sud, inoltre, siederà nella cabina di regia per l’edilizia scolastica, a garanzia di un più equo riparto delle risorse destinate alla costruzione di asili nido e scuole d’infanzia. Infine il dl Infrastrutture estende il perimetro di  “Resto al Sud”, l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali, fino a comprendere i comuni localizzati nelle isole minori (Campo nell’Elba, Capoliveri, Capraia, Giglio, Marciana, Marciana Marina, Ponza, Porto Azzurro, Portoferraio, Portovenere, Rio e Ventotene). “Troppo spesso in passato –  ha affermato Carfagna – abbiamo visto destinare al Sud dotazioni solo di facciata, che in realtà venivano assorbite altrove: ringrazio il premier Mario Draghi e tutti i colleghi per la sensibilità con cui hanno preso atto di questo problema e per la determinazione con cui hanno deciso di affrontarlo senza ulteriori rinvii”.

Toccano il Sud anche le misure varate per far fronte all’emergenza incendi. Dopo la proclamazione dello stato di emergenza, il 26 agosto, per le quattro regioni maggiormente colpite – Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia – il provvedimento varato ieri in Cdm inasprisce le sanzioni amministrative e penali, e prevede il potere sostitutivo delle Regioni nel caso i Comuni non provvedano ad aggiornare nei tempi previsti il catasto dei terreni incendiati. Si affida poi alla Protezione civile la redazione di un Piano nazionale triennale di aggiornamento tecnologico delle azioni di prevenzione e lotta attiva agli incendi e si stanziano 100 milioni nel triennio 2021-2023 per gli enti territoriali impegnati nel contrasto dei roghi.

Il Sud compare quindi nella “fitta” agenda del governo. Il premier ha elencato  i prossimi provvedimenti in programma: la delega sulla concorrenza e il fisco, mentre la riforma della giustizia è già in Parlamento. Poi, ha detto, “dovremo affrontare il problema fondamentale delle politiche attive del lavoro. E’ prevedibile che molti settori dovranno ristrutturarsi” e quindi è necessario che l’esecutivo abbia “una visione industriale che permetta di riaddestrare i lavoratori”.

C’è, inoltre, la riforma degli ammortizzatori sociali e il capitolo pensioni e Quota 100, la cui sperimentazione triennale scadrà a fine anno. Nonché il decreto localizzazioni che è stato al centro di un acceso confronto estivo tra il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “Ci stiamo lavorando da parecchio – ha affermato Draghi – ci sono varie posizioni, è una norma complessa perché deve essere efficace e realistica. Non avremo tanto tempo prima di uscire con una norma condivisa dal governo e poi con Confindustria e le altre parti sociali”.


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