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Vincenzo De Luca

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VINCENZO De Luca soffia sul fuoco delle tensioni sociali e scarica tutte le responsabilità sul governo per i tirocinanti del corso-concorso che non saranno ancora assunti a giugno nella Pubblica amministrazione della Campania.

Il governo Draghi non ha “bloccato” alcun concorso, come vorrebbe far credere il governatore della Campania, caso mai ha ripristinato le regole della meritocrazia.

Il concorsone Ripam (Riqualificazione delle Pubbliche Amministrazioni) per un contratto a tempo indeterminato di 1.873 persone nella Pubblica amministrazione campana è ormai diventato un caso nazionale. E’ stato bandito nel 2019 per assumere circa 2.000 giovani nei comuni della Regione che avevano aderito ed è andato avanti, con 1880 esaminandi che hanno passato la prova scritta e orale e che sono andati a fare un anno di tirocinio, pagati circa 1.000 euro al mese dall’ente regionale per dieci mesi. Una formazione che adesso si concluderà il 31 maggio, consentendo così ai candidati di partecipare al concorso vero e proprio, in base all’articolo 8 del bando. I primi due test sostenuti dai candidati servivano soltanto per essere ammessi al corso, ma solo la prova scritta post-formazione e la prova orale costituiscono le selezioni concorsuali per essere assunti nella PA.

Ad un tratto c’è un cambio di programma. Il dl 44/2021 ha semplificato le procedure concorsuali, riducendo le prove a una scritta e una orale. «Senza esame, non si entra nella Pubblica amministrazione» ha replicato a muso duro Brunetta contro “la cattiva politica”.

DE LUCA (RI)CONTESTA

Dopo la linea dura dell’esponente dell’esecutivo nazionale, De Luca è passato nuovamente al contrattacco nella consueta diretta Facebook del venerdì. «Sul concorso varato dalla Regione Campania sono state dette delle autentiche idiozie, anche da qualche notabile che si ritiene esonerato dal dovere di parlare di quelle cose che conosce, non delle cose che non conosce. La Campania – ha ricordato De Luca – ha varato tre anni fa un concorso per mettere a lavorare i giovani in centinaia di Comuni e nella pubblica amministrazione della nostra regione. La cosa incredibile è che, mentre il Governo dice che dobbiamo accelerare le procedure e immettere i giovani nella pubblica amministrazione con una sola prova scritta, poi continuiamo a perdere tempo sui quasi duemila giovani che in Campania hanno fatto due prove scritte e poi hanno fatto 10 mesi di formazione professionale presso i Comuni gestita dal Formez».

De Luca ha replica a muso duro alle accuse sostenendo che «hanno presentato questo concorso della Regione Campania come una delle vecchie cose del Sud. Questo è l’unico concorso serio, rigoroso, con due prove scritte che si sia fatto in Italia in questi anni. Quindi, quando chiediamo di mandare a lavorare subito questi giovani, lo facciamo perché diventa paradossale che il Governo per un verso dica mandiamo a lavorare chi fa una sola prova scritta, poi chi fa due prove scritte debbano perdere ancora tempo. Mi auguro ovviamente che questo paradosso sia risolto dal Governo e che su questo intervenga e dica qualcosa anche il Ministero del Lavoro, oltre al Ministero della Funzione pubblica».

ROMA INAMOVIBILE

La prova scritta finale è indispensabile per essere assunti nell’amministrazione pubblica. Qualche giorno lo ha ribadito in un comunicato il dipartimento della Funzione Pubblica che in merito al corso-concorso Ripam dice «stop alle ricostruzioni errate».

«La preselettiva e la prova scritta iniziale – viene spiegato . – servivano per essere ammessi al corso, ma soltanto la prova scritta post-formazione e la prova orale costituiscono, ai sensi del bando, le selezioni concorsuali per essere assunti nella Pa determinando la formazione delle graduatorie finali». Dopo la semplificazione dei concorsi introdotta il primo aprile è stato deciso lo svolgimento della sola prova scritta. La precisazione fa esplicito riferimento anche all’articolo 97 della Costituzione che stabilisce: «agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso».

Il corso-concorso bandito il 9 luglio 2019 – dice il dipartimento – è una procedura che prevede due distinte fasi, quella del corso e quella del concorso. La preselezione iniziale, cui hanno partecipato 303.965 persone, ha visto 9.016 candidati ammessi alla prova scritta per la partecipazione al corso: in 3.463 sono risultati idonei e hanno cominciato la formazione il 29 luglio 2020. Questa fase, della durata di dieci mesi e retribuita con 1.000 euro al mese, si concluderà il 31 maggio 2021. Il bando prevedeva espressamente una prova scritta, per l’attribuzione di un punteggio di 30 punti. Il primo aprile – viene ricostruito – il Governo ha varato una serie di misure per sbloccare i concorsi, compresi quelli di competenza della Commissione interministeriale Ripam.

Il giorno successivo all’approvazione, il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha chiesto di semplificare e accelerare il corso-concorso. Per questo la Commissione Ripam, vagliando la percorribilità e la legittimità delle soluzioni possibili e tenendo conto della necessità di valorizzare il merito e la competenza dei partecipanti nonché il rispetto delle norme di accesso alla Pa, ha deciso di concludere la procedura concorsuale con una sola prova scritta, digitale, della durata massima di un’ora, eliminando quindi una delle due prove originariamente previste.

FURIA CENTRODESTRA

«Con la scelta del concorsone De Luca e la sua Giunta hanno fatto perdere tre anni di tempo a chi poteva già essere inserito a lavorare nei Comuni con un semplice e veloce concorso fatto dall’Ente locale interessato» ribatte l’ex governatore campano Stefano Caldoro, oggi capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale. «Siamo diventati, per il resto del Paese, la Repubblica delle banane, un cattivo esempio di lentezza, clientelismo e scarsa trasparenza. Bene ha fatto il Governo, con il ministro Brunetta, a trovare velocemente una soluzione nel rispetto della legge e della meritocrazia» conclude.

A rincarare la dose ci ha pensato anche Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato. «Non ci stancheremo mai di ricordarlo – ha sottolineato – una Pubblica amministrazione che funziona è la migliore arma contro le disuguaglianze. Operazioni come quelle del corso-concorso in Campania non hanno reso un buon servizio né ai giovani interessati né alle amministrazioni che attendono le assunzioni. Lo vogliamo dire forte e chiaro: non si gioca sul lavoro dei giovani, non si prendono in giro i cittadini, non si caldeggia la violazione delle norme che regolano l’accesso alla Pa per colpa di promesse che non si possono mantenere».


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