Guido Bertolaso
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Uno scroscio di applausi per il secondo addio ai monti di Bertolaso. Quelli dell’Amministrazione Fontana che lo ritiene un ottimo consulente e quelli delle opposizioni perché sperano che non torni mai più.
E forse avrà applaudito anche Matteo Salvini: il segretario della Lega, ancora due giorni fa è tornato a proporre il suo nome come candidato sindaco di Roma.
E 48 ore dopo Bertolaso saluta la giunta Fontana parlando di «progetti da povero pensionato» che avrebbe da portare avanti perché il lavoro sugli hub vaccinali è di fatto concluso, mancano solo dosi sufficienti per raggiungere una copertura abbastanza ampia della popolazione.
«Confidiamo sia un addio» hanno scritto i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. «Non sarà ricordato come un eroe» gli hanno fatto eco i colleghi del Partito democratico.
LA DIFESA DI FONTANA
L’unico felice di averlo avuto in Lombardia è Attilio Fontana: il governatore leghista ha infatti tenuto a puntualizzare che il coordinatore della campagna vaccinale lombarda parte per Roma, ma tiene un piede in Lombardia. Il governatore lombardo ha comunque provato a blindarlo: «Guido Bertolaso – ha detto – sicuramente ha dimostrato di aver fatto un ottimo lavoro, che sta proseguendo, credo che di lui avremo ancora bisogno, quindi sono assolutamente convinto che continueremo a lavorare perché c’è un progetto che è quello della vaccinazione importante e rilevante, quindi continuerà a lavorare per la Regione Lombardia e lo ringrazio per quello che ha fatto fino a oggi. Bertolaso, pur abbandonando fisicamente la Lombardia, continuerà quindi a svolgere il suo ruolo di coordinatore della campagna vaccinale, seppur non a tempo pieno e con una presenza meno assidua sul territorio. Probabilmente sarà meno fisicamente presente, ma continuerà a seguire la campagna vaccinale».
L’ATTACCO DEL MOVIMENTO CINQUESTELLE
Ma in tanti ricordano come Bertolaso fosse anche l’autore della presunta “astronave” in Fiera. Un nucleo di terapie intensive che, invece di aiutare gli ospedali, ha creato per tutto il 2020 problemi di gestione del personale al sistema sanitario lombardo: perché l’ospedale in Fiera è stato costruito lontano da tutti i nosocomi del territorio e per riempirlo di sanitari sono state svuotate le altre strutture di chi si era già specializzato in cure anti Covid. Un problema sempre negato dal commissario e dalla giunta leghista, ma confermato da tutti i rappresentanti dei medici e infermieri lombardi.
Sorridono, infatti, le opposizioni perché il nome del commissario è per loro sinonimo di inefficienze e ritardi del sistema: «Bertolaso se ne va. Di nuovo. Confidiamo questa volta sia un addio – ha attaccato Massimo De Rosa, capogruppo regionale di M5s – Ricorderemo le conferenze stampa fiume dei primi giorni, infarcite di baldanza e annunci disattesi e le fughe stizzite e imbarazzate delle ultime apparizioni pubbliche, prima che l’assessore al Welfare decidesse di oscurarlo completamente.
Bertolaso e il suo modello avevano abbandonato la Lombardia già da quando la visita del generale Figliuolo aveva imposto il cambio di passo e l’adozione del portale di Poste italiane. M5s non si sente certo in dovere di ringraziare chi ha fatto perdere tempo a lavoratori, imprese e studenti. È arrivato senza che nessuno ne sentisse il bisogno.
Non si capisce cosa abbia realmente fatto, visto che ancora oggi non sappiamo chi fra lui, Fontana e Moratti abbia fatto ritardare di due mesi il piano vaccinale scegliendo di puntare sul portale della Regione Lombardia invece che su quello di Poste Italiane. E ora, nel pieno del massimo sforzo di questa prima fase del piano vaccinale, decide che la sua esperienza in Lombardia è terminata. Ancora una volta Bertolaso lascia il lavoro a metà. Esattamente come avvenuto in Umbria. Un’altra medaglia su un curriculum degno dei “migliori”».
IL PARTITO DEMOCRATICO
Anche il Partito democratico saluta il secondo addio del manager senza rimpianti: «Bertolaso torna a Roma – ha detto il capogruppo Fabio Pizzul – In Lombardia ha legato il suo nome a un’evidente inefficienza della prima fase della campagna vaccinale, quella dedicata agli ultraottantenni, che portava il timbro di Bertolaso e Moratti ed è stata fallimentare. Si è svoltato solo quando è arrivato il generale Figliuolo e la Regione Lombardia si è adeguata in tutto e per tutto alle indicazioni nazionali. Ora vedremo a quali ruoli Bertolaso sarà chiamato, di certo non sarà ricordato come il salvatore della Lombardia per quello che ha fatto sulla campagna vaccinale».
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