Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte
4 minuti per la letturaCON UN vertice al Quirinale, Giuseppe Conte ha concluso una giornata punteggiata da incontri, con i dirigenti del Pd (Nicola Zingaretti e Dario Franceschini) ma anche con gli alleati (Vito Crimi dei 5Stelle e Alfonso Bonafede, Roberto Speranza per Leu). L’allargamento della maggioranza con un rimpasto è stato il tema principale. E questo è stato il messaggio che il premier sarebbe andato a riferire al Capo dello Stato. Un faccia a faccia non necessario, secondo il protocollo e la Costituzione, ma utile a rinfrescare la memoria all’indomani della stretta fiducia ricevuta (156 voti in Senato). Conte si sarebbe dato l’impegno a risolvere la questione allargamento in 2 settimane, ma l’unico commento è che si è trattato di un colloquio interlocutorio.
Nel frattempo si moltiplicano le indiscrezioni secondo cui altri arrivi sono segnalati da Forza Italia. Il segretario dei Dem, Zingaretti, ha spronato il capo del governo a cogliere il momento per l’allargamento, altrimenti non si può durare fino al termine della legislatura. Ed i fronti sui quali agire, ha indicato Zingaretti, sono i problemi degli italiani e una prospettiva politica di governo.
Secondo il leader Dem l’esito del voto in Senato ha dimostrato che “non c’era nessun altra ipotesi di governo che potesse prendere più voti del passaggio parlamentare”.
Intanto, Maurizio Landini, segretario Cgil, chiedeva che “i costruttori vanno cercati nel Paese” mentre il ministro Franceschini ha fatto appello ai moderati: “Per Forza Italia è un’occasione”.
Dopo la giornata campale di martedì, è stato il turno di una votazione in Parlamento per l’approvazione dello scostamento di bilancio da 32 miliardi. E’ stato approvato con i voti di tutte le forze: alla Camera 531 sì (e 3 no), al Senato 291 sì (Zero contrari). Nella giornata un po’ confusa del dibattito politico sono emerse le dichiarazioni di Lello Ciampolillo, senatore, già 5Stelle e Maria Rosaria Rossi, ex Forza Italia, che hanno reso vivace il panorama. Ciampolillo si è reso protagonista di una “piece teatrale” votando sul filo del rasoio la fiducia, quando ormai non c’era più spazio. Per lui, e per il senatore del Psi, Riccardo Nencini la preferenza è stata ammessa solo al termine di un’aspra contesa che si è risolta grazie alla “Var” (come alle partite di calcio quando è fischiato un errore) visionata dai senatori -questori. Ma il giorno dopo, il senatore ha ricevuto un sacco di attacchi, soprattutto dal fronte leghista che lo ha messo in stato d’accusa per aver detto che si metteva in “pole position” per andare a occupare la poltrona di ministro dell’Agricoltura in luogo della renziana Bellanova. Corrispondeva a verità, secondo i leghisti, quella rivelazione. E Ciampolillo è stato contestato per fargli saltare quel posto: con lui dentro l’esecutivo “sarebbe una tragedia” è stato un benevolo commento. E lui di rimando: “Il Paese ha bisogno di un governo che operi”.
Nencini, l’uomo che ha reso possibile a Matteo Renzi la formazione del gruppo di “Italia Viva”, mettendogli a disposizione il simbolo con cui si era presentato alle elezioni, è stato anche l’uomo che ha consentito al governo Conte un salvataggio estremo. Anche da lui l’invito ad “allargare la maggioranza”. Altri senatori, come Andrea Cousin e Maria Rosaria Rossi (fedelissima di Berlusconi) hanno detto di non escludere, adesso, la formazione di un gruppo autonomo. Quando? “Nei prossimi mesi ci sarà il nostro impegno per contribuire alle cose che Conte ha promesso, chiamando a raccolta Popolari, Riformisti ed Europeisti”. E Goffredo Bettini, ha chiesto alla maggioranza di dialogare con Forza Italia sulla legge elettorale. Accusando Matteo Renzi di faciloneria: “Dopo aver aperto la crisi, attraverso Rosato, ha affermato che “in due ore si risolve tutto. Ma come? Sei insoddisfatto in modo tale da far cadere il governo e poi con lo stesso governo, in due ore risolvi tutto? Non è un modo serio di fare”.
Ma la ragione dello strappo è talmente profonda che non si può fare finta di niente. Addebitare a Conte un vulnus alla democrazia non è superabile. In un’intervista a Sky tg24, ha sostenuto che Conte è un uomo “molto umano, semplice, piacevole, e poi è libero”. Consiglia a prendere contatti con Forza Italia per approvare la legge elettorale, “In un Paese cos’ sbrindellato, diviso, non c’è bipolarismo ma pluralità ed il proporzionale è garanzia di dare voce a tutti . Poi questi partiti devono fare compromessi alti. Penso sia uno dei temi che può essere condiviso con Fi. E’ evidente che a una parte grande di Fi non piace stare sotto il tallone di Salvini, di forze amiche di Orban e non di Merkel. Perché Fi sta con la Cdu, non con i sovranisti”.
Ma è importante per Bettini una questione: l’allargamento va fatto in poco tempo, “se in corso d’opera si costruisce una alleanza numericamente più ampia e vediamo un programma di legislatura, a quel punto si può pensare a un rafforzamento”.
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