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Enrico Letta e Maurizio Landini

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Non gli è bastato proclamare di aderire al patto con Confindustria che “metta al centro il lavoro”. Adesso Maurizio Landini si spinge più in là, “non possiamo passare dalla pandemia del virus, alla pandemia dei salari, bisogna puntare alla qualità del lavoro dicendo basta alla precarietà, cambiare le leggi sbagliate che, in questi anni, i governi di destra e di sinistra hanno fatto”.

Enrico Letta ha lodato l’intervento del segretario Cgil richiamando il patto sociale proposto dal premier Mario Draghi, che deve avere un luogo di discussione come l’attuazione del Pnrr, deve avvenire con una cabina di regia dove ci siano rappresentanti delle parti sociali. E Letta ha indicato la strada “per aprire il dibattito sul tema del salario minimo”, come avviene in Europa ed è tempo di farlo anche in Italia.

Se è vero, come ha detto con una certa diffidenza Landini, che bisogna guardare ai contenuti. La proposta sul salario minimo è il coagulo, a sinistra, ma anche al centro, di un nuovo punto di riferimento per tutti i progressisti. La nuova mission è di non ripetere gli errori del passato, cadenzati da una bassa crescita. Per cui il patto tra produttori e sindacati diventa essenziale per evitare, ad ogni costo, il conflitto sociale, guardato come un’ostruzione nel mondo del lavoro.

Intanto, il governo punta a rientrare nella normalità ante-pandemia, fissando, con Dpcm firmato da Mario Draghi, le modalità ordinarie del lavoro nelle Pubbliche amministrazioni: i dipendenti pubblici dovranno tornare in presenza dal 15 ottobre. “Con la firma del presidente del Consiglio – si legge in una nota della PA – il decreto che fa cessare il lavoro agile, come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa , si apre l’era di una nuova normalità e si completa il quadro avviato con l’estensione dell’obbligo di Green pass a tutto il mondo del lavoro”.

Draghi con interventi virtuali, ha parlato dall’assemblea delle Nazioni unite. Davanti a centinaia di leader mondiali ha formalizzato il suo debutto sostenendo che occorre un “G20 sull’Afghanistan” finalizzato a evitare la catastrofe. “Aiuti umanitari, sicurezza e diritti umani sono le priorità per un G20”– ha osservato – ed ha rilanciato la necessità per dare massimo sostegno a questi obiettivi”. Dovrà essere sotto la presidenza italiana. Ha evocato il rischio terrorismo, come altrettanto preoccupante “è la catastrofe sociale e civile”. Nell’approssimarsi dell’inverno, ha spiegato del pericolo di una bomba sociale e umanitaria.

Ma Draghi ha invitato a “riaccendere lo spirito del Global Fund”. La pandemia – ha affermato – ha sopraffatto i sistemi sanitari, sottraendo risorse alle attività di contrasto a queste malattie. L’anno scorso un milione di persone non hanno ricevuto cure contro la tubercolosi. Il numero di test per l’Hiv è sceso di “uno sconcertante 20%”. Ma ha invitato a reagire subito sul clima, ascoltando, soprattutto, i giovani.

E Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, ha aggiunto, a questo proposito un dato particolare: ha indicato un calo dei contagi in tutte le fasce di età, anche giovanili, fino ai ragazzi “ad eccezione della fascia 0-9 anni”.

Ma il discorso di Landini ha riacceso l’attenzione sul “nuovo progetto di Paese”. Non soddisfatto di quanto affermato da Mario Draghi, Landini ha sottolineato che “c’è bisogno di qualcosa in più di un semplice patto, di un nuovo progetto Paese da costruire insieme, con le parti sociali e le forze politiche”.

Landini si è espresso, parlando in apertura di “Futura 2021”, la tre giorni promossa dalla Cgil nella “sua Bologna”. “A noi – ha ripetuto – non fanno paura le parole, a noi interessano i contenuti”. Ed ha chiesto che è arrivato il momento di una legge sulla rappresentanza” considerando anche che “c’è una quantità “di contratti pirata senza precedenti “.

Ed ha messo in fila le leggi da cambiare. “La riforma del fisco, delle pensioni e degli ammortizzatori sociali, che vanno discusse prima della prossima legge di Bilancio”. Ma ha pure detto che occorre una buona politica industriale che deve creare lavoro, non quello precario. ”Il problema non è se facciamo dei patti, ma oltre farli, bisogna applicarli”.


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