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Per affrontare la pandemia l’iperliberista Trump propone ora massicci interventi statali, con una intensità mai vista prima. E fa certo impressione che il principale intervento del governo federale sembri orientarsi verso la elargizione di mille dollari a testa per sostenere la domanda.
Altrettanta impressione fa però l’impennata nell’acquisto di armi, come se i cittadini americani legassero assieme la crisi con l’inevitabile violenza, data dalle diseguaglianze che la crisi fa esplodere altrettanto inevitabilmente, quasi che quei fondi aggiuntivi dati alle famiglie americane dovessero essere investiti in autodifesa.
SI RISCHIA L’INGIUSTIZIA
In Europa, dalla fine della guerra e sotto governi di diverso colore, abbiamo invece sempre cercato di evitare gli scontri sociali, proprio agendo sul contenimento delle diseguaglianze, proponendo strumenti per mitigare gli effetti delle crisi aziendali o per sostenere coloro che non hanno lavoro.
Questa crisi economica, portata alle stelle dalla pandemia, ma già predisposta dalla anemia prolungata della nostra economia, rischia di aprire falle pericolosissime nel nostro tessuto sociale. Si rischia di avere sullo stesso pianerottolo il dipendente pubblico in smartwork, il cassaintegrato della grande impresa, il disoccupato che è riuscito ad avere il reddito di cittadinanza – ognuno dei quali con la garanzia del proprio reddito – e il lavoratore autonomo, o il professionista, o anche il lavoratore di una piccola e media impresa priva che combatte per tenere aperto, che incassa la metà o forse meno di quanto prendeva a regime, e invece è del tutto scoperto di ogni tutela perché l’imprenditore che non guadagna più pagherà meno di stipendio o tarderà comunque a pagarlo.
Considerando la natura stessa e la distribuzione territoriale delle imprese italiane, il rischio è che si stia aprendo nel Paese una situazione segnata innanzitutto da ineguaglianza sociale e quindi ingiustizia, che può minare profondamente quel clima di ritrovata coesione che forzatamente tutti ostentiamo oggi.
Egualmente pericolosa è tuttavia l’evenienza che questa frattura fra i ceti sociali possa pregiudicare ogni possibile ripresa, gettando il Paese in una crisi sociale senza fine.
LIQUIDITÀ IMMEDIATA
Infatti questo strato di artigiani, piccoli commercianti, piccole imprese di servizio rappresenta quel corpo della nostra economia, in particolare al Sud, che ha reso finora stabile il nostro sistema sociale. Diviene necessario sostenerli, dando immediato ossigeno con iniezioni di liquidità a queste piccole e piccolissime imprese per evitare che si blocchino le catene di subfornitura, i servizi elementari ai cittadini, la vita stessa dei piccoli centri, aprendo la via a quel misto di paura e rancore, che riavvii il circuito di un populismo devastante anche per la democrazia. Noi non siamo gli Usa e da noi eguaglianza e giustizia sociale sono valori fondanti: è l’ora di dimostrarlo a tutti, compresi gli artigiani, i commercianti, i professionisti.
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