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Un piazzale di autovetture in vendita

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Nuovo crollo della produzione industriale ad aprile: l’Istat stima un calo del 19,1% rispetto a marzo e del 42,5% su base tendenziale. Tiene la farmaceutica (+2%), crolli senza precedenti per abbigliamento-tessile (-80,5%) e mezzi di trasporto (-74%). Ma il dato più clamoroso è quello sulle auto: -100% sul mese, ovvero zero auto prodotte.  

La caduta annua segna un nuovo record della serie storica disponibile (che parte dal 1990) superando i valori registrati nella crisi del 2008-2009. Su base mensile, invece, l’indice destagionalizzato recupera lievemente rispetto al valore minimo registrato a marzo (-28,4%), ma rappresenta il secondo peggior risultato della serie storica.

Si segnala un crollo record per la produzione di autoveicoli: ad aprile, per effetto del lockdown legato alla pandemia da Covid-19, segna -98,4% su base annua (dato corretto per gli effetti di calendario). Rispetto al mese di marzo la produzione di auto è crollata del 100%. Nei primi quattro mesi dell’anno è calata del 42,5% rispetto allo stesso periodo del 2019. 

Tornando ai dati, nella media del periodo febbraio-aprile, il livello della produzione cala del 23,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale solo per l’energia (+0,7%), mentre ampie diminuzioni si registrano per i beni intermedi (-24,6%), i beni strumentali (-21,8%) e, in misura meno intensa, i beni di consumo (-14,0%).

Forti flessioni tendenziali caratterizzano quasi tutti i principali comparti; il calo è infatti meno pronunciato solo per l’energia (-14,0%), mentre risulta molto rilevante per i beni strumentali (-51,5%), i beni intermedi (-46,0%) e quelli di consumo (-39,8%). Tutti i principali settori di attività economica registrano diminuzioni tendenziali. Le più accentuate sono quelle delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-80,5%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (-74,0%), delle altre industrie (-57,0%) e della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-56,3%); i cali minori, invece, si osservano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-6,7%) e nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-8,1%).

“Ad aprile le misure di contenimento dell’epidemia di Covid-19 – commenta l’Istat – hanno determinato la forzata chiusura dell’attività di molti settori per l’intero mese, con effetti negativi rilevanti sui livelli produttivi. Su base congiunturale, al netto della stagionalità, si osserva una nuova, marcata flessione (-19,1%), seppure meno ampia di quella di marzo (-28,4%); l’unico comparto in leggera crescita è quello farmaceutico (+2,0%), mentre rimane sostanzialmente stabile quello alimentare (-0,1%). In termini tendenziali, l’indice corretto per gli effetti di calendario diminuisce in modo ancor più accentuato di quanto osservato il mese precedente, con una flessione del 42,5%. Tutti i settori sono in calo. Le industrie tessili, dell’abbigliamento, pelli e accessori e quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto sono le più colpite, con riduzioni della produzione senza precedenti e rispettivamente pari all’80,5% e al 74,0%”.


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