La festa di Tamberi e Jacobs, ori nell’alto e nei 100 metri a pochi minuti di distanza alle Olimpiadi di Tokyo
5 minuti per la letturaAl peggio non c’è mai fine. C’eravamo abituati, l’anno scorso, a televedere virologi e zanzarologi, procacciatori di primule e di mascherine permeabili a tutto, opinionisti senza opinione ma con l’urlo compreso nel gettone di presenza. Però, alla fine di quell’indimenticabile ma da dimenticare annus Domini 2020, avevamo anche assistito all’arrivo del vaccino, naturalmente in diretta tv, scortato per le vie deserte di tutta Italia, come se fosse da temere, per il sullodato (mai abbastanza lodato: non ci fosse stato il vaccino avremmo contato, quelli di noi superstiti, morti ancora più numerosi, sempre che i morti si possano ridurre a numeri come troppi stan facendo) vaccino un assalto rapinatore.
Ma quel che ci aspettava, appena cominciato il 2021, era il volto dello “sciamano del Campidoglio”, nulla a che vedere con Virginia Raggi e i suoi cari, perché si tratta del Campidoglio di Washington: ce lo portarono la Befana e Donald Trump. L’uomo, tale Jake Angeli, vestito, corna comprese, come un vichingo di quelli che forse scoprirono l’America prima di Colombo, guidò l’assalto delle truppe di Trump che, sfrattato dalla Casa Bianca, contestava voto per voto il risultato elettorale, non rassegnandosi a lasciare lo Studio Ovale, dove Bill Clinton faceva “sesso improprio” alle pennichelle di Sleepy Joe, il presidente Biden, che s’appisola sugli scranni e scandalizza le duchesse con il suo personale rumoreggiare, come ha dichiarato Camilla che non credeva alle sue orecchie, e neppure al suo naso.
Non è stata, quello dello sciamano in questione, l’immagine del cuore dell’anno che sta sgocciolando: è stata la prima con impatto.
Poi ce ne sono state ben altre. Gloriose per noi italiani quelle dello sport: Leonardo Spinazzola che s’appoggia sulla stampella del suo dolore per prendersi la medaglia d’oro agli Europei di calcio, mentre la Royal Family se la filava, all’inglese of course, dalla tribuna reale senza neanche salutare l’ospite vincitore, il nostro amato Presidente, Sergio Mattarella; Marcell Jacobs e Gimbo Tamberi che s’arrotolano felici dentro il tricolore del trionfo olimpico ai Giochi più stralunati da quando riesistono (anno 1896) nei quali ogni atleta azzurro era un piccolo Re Mida e trasformava in oro tutto quel che toccava, una bici o un kimono, una barca, una pista, un mare, un tatami.
Il volley ci deluse, vero, ma ripassa a settembre e troverai Paola Egonu e le compagne, Alessandro Michieletto, altezza 2,11 metri, e i compagni in cima all’Europa.
Mica solo lo sport. Volete la musica pop? Eccovi i Maneskin, ragazzi che cantavano per la Via del Corso a Roma, quella dello struscio e dello shopping un po’ meno lussuoso di quello che si fa nelle traverse: dai sampietrini di Roma sono arrivati a prendersi l’America ed hanno aperto il concerto dei Rolling Stones a Las Vegas.
Volete la scienza? Eccovi Giorgio Parisi, che per i suoi studi sui sistemi complessi ha ottenuto il Nobel per la fisica, per, dice la motivazione, “la scoperta dell’interazione fra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”.
Prima di Parisi, tra i pochi italiani ad ottenere il premio più ambito del mondo, nella categoria della fisica erano stati Guglielmo Marconi ed Enrico Fermi, ai quali sono intitolate scuole, strade e piazze in giro per il Belpaese.
Volete la politica? Anche qui c’è andata bene, con due presidenti, di Repubblica e Consiglio. Al primo, Sergio Mattarella, dovunque vada, non si fa che chiedere un bis, pure alla Scala, dove l’applauso è stato più caloroso di quello decretato ai cantanti che, vestiti moderni e ambientati tech, poi gorgheggiavano i versi del libretto dell’opera di Verdi che risultano, nell’originaria scrittura, arcaici, producendo così un effetto straniante. Al secondo, al quale s’è chiesto di annichilire la pandemia (il suo l’ha fatto, con il generale Figliuolo: basta essere andati una volta a un hub vaccinale per capirlo, anche se sarebbe andarci tre volte per le tre dosi alla faccia dei negazionisti negati al buon senso) e di riuscire a trasformare l’Italia nel famoso “paese normale” capace di spendere, e bene, i soldi dell’Europa, poco ci manca che si chieda pure la Luna e lo scudetto per la Roma.
Ma è solo “un nonno al servizio delle Istituzioni” ha appena detto. Il che è bello da sentire: perfino i ragazzi, i famosi “ggiovani” non ne possono più di rottamatori in fregola anagrafica. È il mix che vale: metti Orietta Berti tra Fedez e Achille Lauro, il tormentone dell’estate, metti Ornella Vanoni tra i toyboys tristi, come li ha chiamati lei, Colapesce e Dimartino. Il trio canterino ha funzionato e come nel 2021, purché non fossero gli scienziati stonati dell’ultimo video, Bussetti, Crisanti e Pregliasco. Che il trio virologo divenisse virale era scontato, ma la scienza non dovrebbe essere, per dir così, più accorta? Vabbè che se abbiamo promosso a scienziati i no-vax, tutto è permesso.
E, pensando a un 2021 d’emozioni, cosa più dell’immagine della Regina Elisabetta, solitaria e in lutto, una furtiva lacrima, all’addio al Principe Filippo nella cappella di San Giorgio a Windsor?
Boris Johnson e il governo di Sua Maestà gozzovigliavano in quei giorni nel giardino di Downing Street mentre fuori gli inglesi erano in lockdwon e oltre oceano Meghan si truccava da madonnina infilzata per farsi intervistare in tv. Ed Harry annuiva, ma avrà capito? È il mondo che cambia: del resto il David di Michelangelo ormai lo pronunciano “Devid” e Abraham giallorosso “Ebraham”.
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