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Strabiliante, meraviglioso paese il nostro: beh pensate soltanto alla storia dei tamponi. La sera aprite il telegiornale – non importa quale, più o meno la storia è sempre la stessa- e vi daranno una dozzina di dati numerici totalmente inutili e non verificabili. Soltanto quando avrete perso l’attenzione perché i vostri neuroni hanno di meglio da fare che rincorrere numeri senza senso, solo allora vi diranno l’unico numero che conta: quello dei morti.

E allora potreste avere diverse forme di mazzate sulla fronte: quella da mezzo migliaio e quella da un quarto di migliaio, siamo andati già molto meglio con 300, faremo di più con 400, accidenti oggi sono 500, ma non supereremo mai 600, forse vi ricordate che l’altro giorno erano 300, speriamo di non tornare a 1000. Geniale. Numeri in libertà, ma anche numeri offensivi. Non solo perché ogni giorno registriamo catastrofi per cui un’unica giornata delle nostre sarebbe sufficiente per tenere banco nelle notizie per 10 anni, come è avvenuto con tutte le stragi a cominciare da quella di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 e poi via via Brescia, Ustica, Italicus, il treno di Natale, la strage di Bologna e perdonateci se forse ne dimentichiamo qualcuna ma che messe tutte insieme non raggiungono il numero di morti di una sola giornata di Covid dei nostri tempi.

Questo è già uno scandalo perché il nostro Paese si trova ad essere il più sfigato, il più sventurato e maltrattato, rispetto a tutti gli altri Paesi europei di cui siamo il fanalino di coda, per non dire poi dei Paesi che hanno immediatamente trovato il bandolo della matassa e sono venuti a capo dell’epidemia abbassando i numeri, come l’Australia, la Nuova Zelanda, Il Giappone, la Corea del Sud, Taiwan. E non citiamo la Germania o la Svizzera o i paesi scandinavi perché hanno dato risultati altalenanti e scadenti, ma mai catastrofici come i nostri.

Ma, come dicevamo all’inizio la cosa che più sconsola e lascia annichiliti è quella che riguarda il numero dei tamponi effettuati nella giornata precedente, con la distinzione tra monoclonali e non, confrontati con il numero di persone che si sono presentate in ospedale, se confrontate con  quelle trovate per bar, tutti incollati – in quanto numeri – con apposita carta moschicida su tabelle statistiche che non significano assolutamente nulla ma che ci vengono spacciate ogni giorno sui teleschermi come se invece fossero terribilmente eloquenti punto per esempio da noi e soltanto da noi si scopre che i numeri del lunedì quanto a diffusione del contagio, conta dei malati, conta degli ospedalizzati, dismissioni, guarigioni , infezioni virgola non contano un accidente punto sono tutti dati falsi. Sono falsi perché durante il weekend con loro che dovrebbero raccogliere dati e spargere tamponi, invece, si dedicano alle serie televisive oppure godono in altre maniere il meritato riposo.

Il fatto è, l’avrete capito, ve ne sarete accorti, che ti rifilano dei numeri fasulli che non significano niente: migliaia di mancati tamponi in luoghi in cui non c’era chi ci sarebbe dovuto essere mercoledì, però invece stava da sua nonna approfittando del lockdown. Il numero di tamponi fatti non significa niente, il numero dei casi di malattie neppure significano nulla perché avrebbero significato qualora fosse specificato dei nuovi malati quanti sono sopra i 65 anni, meglio sopra i 75 anni, perché è lì e soltanto lì tra i 75 e gli 85 che si raduna il 90 e passa per 100 dei morti di Covid che poi finiscono nel crematorio. C

hi sta scrivendo e voi avete la cortesia di leggere in questo momento si trova a far parte di una strana generazione. Quando io ero bambino, benché lo ignorassi a quell’epoca, avevo molti miei compagni di vita e di età, anche italiani, anche romani, che a causa delle delizie nazifasciste venivano arrestati- bambini- e mandati in fumo nei crematori di Auschwitz. L’ho imparato più tardi, da adulto, ma penso spesso a quei bambini che avrebbero potuto essere me e che invece non sono mai diventati adulti. Adesso mi trovo di fronte ad un altro paradosso. Altri esseri umani della mia stessa età, anno più anno meno, se ne vanno in fumo per altri crematori e altri cammini perché non è stato dato loro l’antidoto contro la morte. Questo è un punto estremamente importante di tutta la faccenda perché muoiono – salvo eccezioni dolorose e percentualmente rare, soltanto i nuovi innocenti della nuova strage, vai a dire gli anziani intorno agli 80 anni. Voi direte: sarà così in ogni parte del mondo punto e qui invece scopriamo che abbiamo un’altra eccellenza italiana: negli altri paesi civili che noi conosciamo e dei cui dati possiamo fidarci, in nessuno è caduto ciò che accade da noi e cioè che gli anziani non abbiano avuto la precedenza assoluta e immediata su tutte le vaccinazioni.

Da noi sappiamo che sono stati vaccinati al 50% le persone che sono tra i 20 e i 45 anni al cinquanta per cento rispetto quelle oltre i sessanta, ma non è sicuro, considerando che pioveva e che le pasticcerie erano chiuse. Il che vuol dire che ogni volta che sia somministrato un vaccino a chi è giovane e non rischia di morire parentesi rischia tuttalpiù un febbrone qualche fastidio, si è consegnato al carnefice e al crematorio qualcuno che senza quel vaccino ci ha lasciato la pelle. Abbiamo visto in televisione l’edificante episodio di un vaporino di Venezia allestito per portare i vaccini agli anziani che vivono nelle isole della laguna e abbiamo trovato all’episodio molto confortante e lodevoli i sanitari che si sono dedicati a questa operazione. Abbiamo visto quasi esclusi dalla rara vaccinazione somministrata con criteri su cui indagano gli enigmisti. Ma in compenso si seguitano a fare tamponi. I tamponi avrebbero dovuto essere somministrati anche alle scuole, in entrata o in uscita, forse ogni giorno, forse due volte la settimana.

Questo per garantire che i ragazzi grazie gli insegnanti maestre professori che vanno a scuola non portassero a zonzo alcuni miliardi di allegri virus a cui loro sono insensibili dal punto di vista patologico ma che portate a casa nelle stanze di famiglia possono fare stragi come una banda di gangster di Chicago. Si è scoperto che non si fanno questi tamponi davanti alle scuole perché sono costosi e impossibili. Non si possono prendere dei bambini e infliggergli la tortura del Cotton Fioc nelle narici o in gola oppure costringerli a sputacchiare su dei pezzi di bambagia imbevuti di eteri e spiriti, con tutta l’attrezzatura delle tute delle maschere, dei guanti della robotica, tutta roba che è abbastanza impressionante e non precisamente adatta per far vivere i bambini che vanno a scuola, i quali a rìgor dei termini, non dovrebbero affatto andare a scuola se c’è l’epidemia. E fine della storia. Mentre invece si scopre che i denari che erano stati stanziati dal governo precedente affinché le famiglie acquistassero la banda larga per poter mantenere i propri figli in collegamento video con le scuole, non sono stati usati se non per un terzo. Si spiega perfettamente perché tutte le persone che non hanno familiarità con i computer e sono del tutto ignare della necessità della banda larga non sanno che farsene ma sono stati ugualmente sprecati soldi male investiti come quelli dei tavolini a rotelle o dei pattini o monopattini non ricordiamo più, dal momento che tutto sta andando al macero insieme alla vita quotidiana.


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Stefano Mandarano

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