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Il ministro per l'attuazione del Pnrr Raffaele Fitto

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VALGONO circa 25 miliardi (24,76 per la precisione) gli investimenti sulle infrastrutture previste sulla rete ferroviaria finanziati con le risorse del Pnrr e del Next Generation Eu, di cui 12,66 miliardi destinati al finanziamento di nuovi progetti, 11,2 per progetti già in essere. Su questi ha acceso un faro la prima sessione della cabina di regia ospitata ieri pomeriggio nella Sala Verde di Palazzo Chigi, cui hanno preso parte, oltre a Raffaele Fitto, plenipotenziario del governo in materia di Recovery, Matteo Salvini, vicepremier e titolare del ministero delle Infrastrutture, e Luigi Ferraris, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato.

La riunione ha fatto il punto, in particolare, sugli interventi che rientrano nella proposta di revisione del Piano inoltrata a Bruxelles lo scorso agosto, ma anche sullo stato d’attuazione dei diversi progetti di infrastrutture finanziate dal Pnrr. L’orizzonte resta quello del 2026: il ministro Fitto teme che non tutti i progetti possano centrare l’obiettivo, pena la perdita del finanziamento, con la conseguente necessità di intervenire con altre risorse per chiuderli – e la decurtazione della rata cui sono legati. Non sarebbe arrivato al traguardo, ad esempio, per il raddoppio della Roma-Pescara che è quindi stato stralciato dal piano con l’impegno di un rifinanziamento a carico di un altro programma di spesa.

Mettere a terra tutti i progetti e salvaguardare le risorse è l’obiettivo. Per questo la cabina di regia ha ribadito l’esigenza di un “monitoraggio rafforzato” sulle infrastrutture – che richiama la clausola di responsabilità sulla spesa già prospettata ai sindaci – cui si affianca una “puntuale verifica” sulle diverse fonti di finanziamento dei vari interventi, per evitare il “double funding”, ovvero il doppio finanziamento. Da qui la richiesta al ministero competente e al soggetto attuatore di specificare dettagliatamente le opere che saranno realizzate con le risorse del Recovery Fund. La seconda sessione – cui hanno preso parte, oltre Fitto e Salvini, il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, e, collegati da remoto, i presidenti di Anci e Usi, Antonio Decaro e Michele De Pascale – ha fatto il punto sullo stato dell’arte del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Pinqua), sugli interventi relativi alle infrastrutture idriche e sulle misure per il rafforzamento della mobilità ciclistica. Il Pinqua ha una dote di 2,8 miliardi, destinati alla costruzione di nuovi alloggi pubblici, alla riqualificazione delle aree degradate ed alla sostenibilità ambientale, implementando l’housing sociale su tutto il territorio nazionale.

La Cabina di regia ha avviato “monitoraggio rafforzato”, con il coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutti i soggetti attuatori. Sotto esame anche gli interventi sulle infrastrutture idriche: non si sono ravvisate particolari criticità rispetto alla misura per la riduzione delle perdite nelle condotte di distribuzione dell’acqua potabile, finanziata con 900 milioni, che prevede anche la digitalizzazione delle reti, per la riduzione degli sprechi e per l’ottimale gestione delle risorse idriche. Per quanto riguarda quella relativa agli investimenti per 2 miliardi in infrastrutture idriche primarie, che mira a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico, la cabina di regia ha preso atto dello stato di attuazione e della necessità di monitorare costantemente il raggiungimento degli obiettivi.

L’ultima misura esaminata in tema di infrastrutture è stata quella relativa al rafforzamento degli interventi per l’implementazione della mobilità ciclistica, finanziata con 200 milioni; inoltre, guardando al Sud e al di là del Pnrr, la legge di Bilancio “assicura” – è messo nero su bianco anche nel Documento documento programmatico di bilancio inviato dal governo alle Camere e alla commissione Ue – le risorse per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, con lo stanziamento di 12 miliardi, a copertura «dell’intero fabbisogno economico e finanziario nel corso degli anni dall’apertura dei cantieri, nell’estate 2024, al primo treno e alla prima auto che passeranno sul ponte fra Sicilia e Calabria nel 2032», ha sottolineato il ministro Salvini, intervenendo in collegamento da Roma al convegno sulle infrastrutture dal titolo “I ponti e le gallerie italiane del Pnrr” organizzato a Bari dalla Scuola di ingegneria e architettura.

«Si tratta di un’opera ingegneristicamente e architettonicamente unica nel suo genere, un ponte a campata unica di 3,3 chilometri. Stiamo seguendo passo dopo passo l’aggiornamento progetto – ha aggiunto – Per l’ingegneria e l’imprenditoria italiana sarà un’occasione unica. L’opera più ambiziosa e imponente in progettazione nel continente europeo».

Un altro tassello importante è il via libera, ieri, di Salvini e Giorgetti al decreto interministeriale che individua i tratti dell’asse Sibari-Catanzaro della strada statale 106 “Jonica” – che “unisce” Taranto e Reggio Calabria – su cui verranno investiti i 3 miliardi stanziati nella legge di Bilancio 2023, consentendo così al commissario straordinario e ad Anas di avviare le gare per far partire i cantieri. «Il decreto firmato oggi, all’articolo 7, – ha sottolineato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, – prevede una clausola di flessibilità che dà la possibilità di rimodulare le risorse, anticipandole rispetto agli stanziamenti annuali già previsti, in caso di avanzamento celere dei lavori. Una bella notizia per la Calabria, una grande occasione che abbiamo per migliorare sensibilmente la viabilità e la sicurezza in una delle direttrici più strategiche della nostra regione».


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