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La Snam osteggia i rigassificatori al Sud. Occhiuto: «Gioia Tauro va autorizzata con chiarezza nel piano per una capacità di 16 miliardi di metri cubi all’anno, e non solo per 4 miliardi. Intervenga la presidente Meloni anche per Porto Empedocle»
“Sembra che il rigassificatore di Gioia Tauro sia osteggiato da Snam per una strozzatura a Sulmona che il governo ha già risolto. È un ostruzionismo insensato. Di una opera così importante e strategica per il Mezzogiorno mi piacerebbe se ne occupasse direttamente il presidente del consiglio Giorgia Meloni”. La reazione del governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, è ferma e decisa. Accoglie l’appello del direttore di questo giornale, Roberto Napoletano, a prendere “posizione con atti formali dei presidenti di Regione della Sicilia e della Calabria” e a intraprendere “un’azione risolutiva di chi guida il governo revocando mandato, deleghe e fiducia al ministro con effetto immediato”.
“In 424 pagine, come ci rivela da par suo Jacopo Giliberto, pubblicando in esclusiva ampi stralci del documento – ha scritto Napoletano nel suo editoriale – il piano colloca nel limbo dei mai nati i progetti già autorizzati e pronti a essere costruiti di San Ferdinando nel golfo di Gioia Tauro (Sorgenia con Iren) e di Porto Empedocle vicino ad Agrigento (Enel). Tutto questo avviene nonostante il ministro Fitto abbia dovuto letteralmente imporre alla Snam di costruire il gasdotto Sulmona-Nord che permette di collegare Gioia Tauro e Porto Empedocle con la dorsale produttiva del Nord italiano e, a seguire, della Baviera e del Nord produttivo europeo”. Pichetto, infatti, scrive testualmente che “si valuteranno ulteriori iniziative per la realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione da localizzare nel sud Italia (tra cui Gioia Tauro e Porto Empedocle) e in Sardegna”.
Tutto ciò ha dell’incredibile, come rimarca lo stesso Occhiuto. “Nel piano di Pichetto, nella parte riguardante le opere nel Mezzogiorno, il ministro prevede solo la possibilità e non certo la necessità dell’investimento per Gioia Tauro. Questa cosa non va per niente bene. Così come anche per Porto Empedocle – ha sottolineato il governatore calabrese -. Il Mediterraneo sta diventando sempre più importante nell’economia europea. E il Sud gioca un ruolo fondamentale in questa partita”.
Tutto è pronto in Calabria, ma si percepisce una sorta di ostruzionismo che penalizza ancora il Sud. “Il rigassificatore va autorizzato chiaramente nel piano per una capacità di 16 miliardi di metri cubi all’anno. E non per come sento dire da diverse parti per 4 miliardi di metri cubi – spiega Occhiuto -. È una cosa ridicola per il più grande scalo italiano. Questo tipo di capacità è per rigassificatori di piccole dimensioni”.
Stando così le cose la grande occasione del piano Mattei rischia seriamente di essere sprecata. “Se come dice il premier Meloni il Sud deve essere l’hub energetico dell’Europa il Mezzogiorno non può essere escluso o ridimensionato rispetto a opere così rilevanti – rimarca Occhiuto -. Questo hub logistico rappresenta un punto di forza per chi vuole insediare delle attività. Perché siamo adiacenti ad un porto estremamente importante. Ma se poi questi punti di forza non li concretizziamo attraverso iniziative di attrazione di investimenti, il porto di Gioia Tauro continuerà ad essere il primo porto d’Italia, ma solo per il transhipment. Per Gioia Tauro ci sono tutte le autorizzazioni valide. E i contatti per la costruzione con Sorgenia, uno dei soci di Lng Medgas Terminal insieme a Iren”.
Non è di certo una questione di banale campanilismo. Con il Mezzogiorno spicca il volo un intero Paese. “Il rigassificatore di Gioia Tauro aumenterebbe enormemente il potere negoziale dell’Italia – spiega il governatore della Calabria -. Il Governo nazionale dovrebbe volere il rigassificatore anche perché potrebbe produrre la metà del gas che prima importavamo dalla Russia. E se noi avessimo questa grande infrastruttura, il tetto al prezzo del gas potremmo farlo noi trattando con i Paesi dai quali esportiamo questa preziosa materia prima. Per esempio potremmo pretendere dall’Algeria, nostro fornitore di gas, un prezzo inferiore, visto che nel giro di qualche anno potremmo avere una nostra autonomia energetica. Passa anche da qui lo sviluppo della Calabria e del Mezzogiorno”.
Le opportunità da cogliere al volo sarebbero davvero tante. “Connessa al processo di rigassificazione ci sarebbe un’enorme piastra del freddo nella quale si potrebbe creare un grande hub dell’agroindustria per congelare i prodotti alimentari della Calabria, della Sicilia e della Campania. Avremmo così anche il più importante distretto agroalimentare della macroregione del Mediterraneo” chiarisce il governatore. Il Sud chiama, Meloni rispondi?
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