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Da venerdì anche Bari avrà il suo ospedale Covid all’interno della Fiera del Levante, costruito a tempo di record, in 45 giorni lavorando senza pausa anche a Natale e Capodanno, è costato 8,44 milioni e potrà contare, di base, su 152 posti letto di terapia intensiva e sub intensiva, aumentabili in base alle esigenze.
La “fotocopia” dell’ospedale di Milano, come ammesso da Guido Bertolaso, ma costato poco meno della metà, visto che per realizzare la struttura lombarda sono stati spesi 20,9 milioni (Iva inclusa). “Bene che anche la Puglia abbia il suo Covid Hospital (realizzato seguendo lo schema di quello del capoluogo lombardo), mi auguro che ora non accada quello che è accaduto per l’ospedale in fiera a Milano”, ha commentato nei giorni scorsi Bertolaso.
Ed in effetti i due ospedali sono molto simili, visto che l’ospedale milanese ha 157 posti letto attrezzati, potenziabili all’occorrenza. La struttura barese sarà consegnata il 15 gennaio dalle due società che hanno vinto l’appalto presentando un’offerta con un ribasso del 12% sulla base d’asta di 9,6 milioni di euro. Le due aziende specializzate sono la Cobar e la Item Oxygen, entrambe di Altamura, in provincia di Bari.
La Regione Puglia è convinta che l’ospedale in Fiera contribuirà a “colmare il deficit regionale e delle regioni limitrofe”, contribuendo a svuotare le terapie intensive così da permettere agli ospedali pugliesi di riprendere l’attività assistenziale ordinaria. Sono state 40 le ditte impegnate nei lavori per la realizzazione dei 10 reparti che sorgono su 15mila metri quadrati a disposizione; due le sale operatorie, presenti anche una zona per Tac, Rx e un laboratorio analisi. La struttura è organizzata su undici moduli, con reparto operatorio, attrezzature radiologiche.
Un gioiellino, insomma. L’attrezzatura c’è, è già stata trasferita nei padiglioni ed è pronta ad entrare in funzione. A gestire il centro Covid sarà il Policlinico di Bari, il secondo ospedale più grande del Mezzogiorno dopo il Cardarelli di Napoli. L’inizio dei lavori è stato lo scorso primo dicembre: ad oggi sono state circa 8.500 le giornate lavorate, con punte di presenza sul cantiere di 266 uomini al giorno. “Ma stimiamo – ha detto Vito Barozzi della Cobar, che con la Item Oxygen sta curando i lavori – di arrivare al 15 gennaio con almeno 11mila giornate lavorative”.
L’epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco ha assicurato che l’ospedale è composto da “moduli attrezzatissimi, estremamente moderni, che permetteranno di trasferire qui la maggior parte dei pazienti che in questo momento si trovano nel Policlinico. Ed in ogni caso – ha aggiunto presentando la struttura – ci siamo attrezzati nella malaugurata ipotesi di un nuovo ritorno di fiamma della pandemia. Noi ripetiamo insistentemente un appello a tutti i cittadini: dobbiamo essere prudenti, dobbiamo fare il possibile per evitare di infettarci e di infettare i nostri cari. Noi siamo preparati al meglio per accogliere i pazienti Covid ma saremmo molto più felici se di malati non ce ne fossero”.
Venerdì ci sarà la consegna ufficiale, il Policlinico prenderà in mano le “chiavi”, dopodiché serviranno ancora pochi giorni per i dovuti collaudi. Si stima che i primi pazienti potranno essere trasferiti entro la fine del mese di gennaio. Potrebbe rivelarsi una manna dal cielo se, come ipotizzano gli epidemiologi, tra febbraio e marzo l’Italia vivrà la terza ondata di contagi Covid. Basti pensare che in Puglia, tra ottobre e novembre, i casi Covid sono stati superiori di 20 volte rispetto a marzo-aprile.
Il centro Covid milanese, invece, sorge all’interno dei padiglioni 1 e 2 della Fiera del capoluogo lombardo, dati in comodato gratuito – come da indicazioni della Regione Lombardia – al Policlinico di Milano, e stando alla lettura del rendiconto aggiornato al 30 luglio 2020 è costato 17,181 milioni Iva esclusa.
Queste le voci di spesa: per la progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, assistenza direzione lavori e coordinamento sicurezza, 0,393 milioni di euro; per le opere civili 7,693 milioni di euro; impianti elettrici e speciali, 4,592 milioni di euro; impianti termomeccanici e antincendio, 2,856 milioni di euro; impianti gas medicali (centrali, serbatoi e rete capillare di distribuzione gas ai letti di degenza) il conto è di 1,230 milioni di euro; poi ci sono i servizi di vigilanza, presidio sanitario e di sicurezza, presidio antincendio durante la realizzazione dei lavori, 0,154 milioni di euro; servizio di pulizia e sanificazione degli ambienti di lavoro, 0,089 milioni di euro; servizio di ristorazione per le maestranze in cantiere, 0,019 milioni di euro; costi energetici sostenuti durante le fasi realizzative e di primo avvio al funzionamento dell’ospedale pari a 0,155 milioni di euro. Per un totale di 17,181 milioni di euro Iva esclusa che diventano 20,959 milioni Iva inclusa.
Quando il 31 marzo l’ospedale milanese fu inaugurato non mancarono le polemiche, anche perché i contagi andavano scemando e la sua attivazione appariva fuori tempo. Oggi, la struttura è funzionante e ha evitato l’implosione di altri ospedali.
Dal 22 ottobre, data di riapertura, al 12 novembre, ad esempio, sono stati ricoverati circa 70 pazienti. Attualmente, le equipe mediche in Fiera provengono da ospedali pubblici (Policlinico, Niguarda, San Gerardo di Monza, Varese e Brescia) e gruppi privati, l’Humanitas e il San Raffaele.
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